martedì 7 febbraio 2012

Parigi - La biblioteca Sainte-Geneviève



Le prime notizie sulla  biblioteca Sainte-Geneviève risalgono addirittura al VI secolo. Collocata inizialmente  nelle soffitte dell'antica Abbazia omonima, la sua importanza è andata via via crescendo tanto che agli inizi del XIX secolo il peso dei libri  custoditi  è tale  da far temere per la stabilità degli antiquati  solai dell'edificio. Occorre dare alla biblioteca  una sede autonoma, e il terreno adatto viene individuato nella Place du Pantheon dove c'è  l'ex Collegio di Montaigu  fondato nel XIV secolo e    trasformato prima  in ospedale, poi  in carcere militare ed ora destinato alla demolizione.  Viene incaricato nel 1838  Henri Labrouste,


allievo dell'Accademia, Grand Prix de Rome nel 1824,  Labrouste ha trascorso cinque anni a Roma per studiare  l'architettura antica e nel 1830, tornato a Parigi, ha fondato una scuola privata di architettura in cui propugna una stretta aderenza alle esigenze costruttive e funzionali. (L.Benevolo). Suo principale allievo,  ed in seguito erede della sua scuola,  sarà quel Viollet Le Duc i cui scritti influenzeranno grandemente  gli architetti della generazione successiva, quella dei  maestri dell'Art Nouveau. 

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La biblioteca si trova a pochi passi dal  Pantheon e   Labrouste non ha nessuna voglia di  diventare il  bersaglio   di polemiche e critiche, così  progetta una tranquilla   facciata esterna di gusto rinascimental -eclettico, la  riveste in pietra e la solca lungo tutto il prospetto con grandi finestroni ad arco che    illuminano la sala di lettura. Sotto  ad ogni finestrone   dispone poi  un'altra piccola apertura rettangolare che gli permette di dare luce agli uffici del piano inferiore. Tra gli uni e le altre, i pannelli di tamponamento recano incisi   i nomi di tutti gli scrittori i cui libri sono ospitati nella biblioteca.  


Dietro a questa facciata, Labrouste  nasconde  una modernissima struttura realizzata interamente in ferro:





una  grande sala di lettura suddivisa  in due navate da una fila di  colonne in ghisa che sostengono le arcate della copertura sapientemente alleggerite,  visivamente ma soprattutto strutturalmente, con un delicato gioco decorativo.






















Naturalmente,  non si limita ad occuparsi del progetto architettonico ma cura anche l'arredamento,





   



lo studia accuratamente  affinché sia  funzionale al massimo e  realizza anche un  sistema di carrucole per la movimentazione dei libri dal deposito al piano terra  alla sala di lettura del primo piano.

E parlando di questa biblioteca  sono orgogliosa  di aver aggirato la diffida di  un'amica di blog, la quale mi ha velatamente accusata di istigazione alla bancarotta: alla St Geneviève i libri  non sono in vendita 










6 commenti:

Grazia ha detto...

Voglio venire con te a Parigi !...

Unknown ha detto...

sai, Dede, che ogni volta che passo di qui mi viene voglia di fare le valige? un abbraccio

dede leoncedis ha detto...

organizziamo un pullman!

dona ha detto...

Davvero bella ed elegante.

Nela San ha detto...

Ohhhhh, posso chiedere asilo...bibliofilo?
Se però fate il pullman ditemelo eh?!

Anonimo ha detto...

Pensa che mio padre non entrava nei musei (be, insomma, non è proprio così) perché non poteva comperare niente!!!

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