venerdì 5 gennaio 2018

Di Frédéric Auguste Bartholdi, di statue e di repliche delle medesime.

Dopo aver parlato di Gustave Eiffel e del suo ruolo nella costruzione della Statua della Libertà è il caso di  parlare del principale artefice della Statua, colui che non soltanto l'ha immaginata e  disegnata,  ma si è speso per trovare i fondi per la sua realizzazione: Frédéric Auguste Bartholdi.


Nasce a Colmar nel 1834, la famiglia è benestante e proviene dalla Renania tedesca ma alla morte del padre quando Auguste ha solo due anni si trasferisce a Parigi, dove Auguste frequenta la l'Ecole Nationale des Beaux-Arts. A vent’anni il primo viaggio in Egitto e Yemen,  da cui torna con una grande quantità di fotografie e disegni, colpito soprattutto dalle statue di dimensioni enormi. La sua carriera professionale inizia nel 1852 a Parigi, e nel 1865 Edouard de Laboulaye, repubblicano convinto filo-americano, lancia la proposta di donare agli Stati Uniti una statua di dimensioni colossali per sancire l’amicizia franco-americana.
Bartholdi viene scelto come architetto-scultore, in collaborazione con il suo maestro, Viollet Le Duc, il quale però muore. Nel 1869 Bartholdi compie un  secondo viaggio in Egitto per proporre la costruzione di una statua all’ingresso del Canale di Suez: una donna gigantesca con in mano una torcia. Era pronto anche il nome: "l'Oriente che illumina il mondo." Ma il progetto viene respinto dal Khedive d'Egitto, Ismail Pascià: costa troppo. Scoppia la guerra tra Francia e Prussia nel 1870, Bartholdi si arruola, diventa aiutante di campo del generale Garibaldi ma nel frattempo continua a ragionare sul progetto della statua americana, fino a che parte per gli Stati Uniti alla ricerca del sito su cui sistemarla e soprattutto per stabilire i contatti necessari per la sua costruzione. Tra i parecchi luoghi possibili  sceglie una piccola isola nella baia di New York 


dove esiste soltanto una vecchia fortezza militare. Purtroppo deve subito  rendersi conto che gli americani non si dimostrano granchè interessati al progetto, anzi per dirla tutta sono piuttosto scettici e soprattutto non gradiscono per niente il fatto che la Francia intenda donare soltanto la statua ma non il piedistallo per cui serve  un sacco di soldi. A Filadelfia Bartholdi incontra gli uomini della Union League Club che sembrano più disponibili a dargli retta, ma non tanto disponibili da mettere mano al portafoglio. Alla fine del 1871 finalmente  incontra il presidente Grant, il quale gli assicura ufficialmente la disponibilità dell’isola nella baia di New York. Tornato in patria nel 1872, il progetto definitivo della statua viene approvato e nel 1874 i lavori iniziano finalmente a pieno ritmo. Bartholdi lavora prima di tutto alla testa e al braccio con la torcia: gli preme esibire prima possibile gli elementi più appariscenti per sostenere la campagna di raccolta fondi. Nel 1876 viene invitato a far parte della giuria della mostra del centenario che si tiene a Filadelfia e lì presenta al pubblico il braccio destro della statua, quello che regge la torcia, e la statua di Lafayette che ha appena realizzato (e che ora si trova in Union Square)


per cercare altri finanziamenti. Trova i fondi sufficienti solo per iniziare la realizzazione del basamento, ma incontra Morris Hunt, architetto molto noto negli Stati Uniti e dotato di un ricco parco di clienti facoltosi. Morris Hunt viene incaricato di progettare il basamento e i ricchi clienti in pochi giorni raccolgono il denaro necessario. Dal 1882 al 1884, Hunt elabora insieme a Bartholdi numerosi progetti

fino a che, anche in considerazione del budget non illimitato, si arriva al modello definitivo.


Hunt devolve i mille dollari della sua parcella al Comitato americano per il finanziamento della Statua (cosa abbia fatto Bartholdi della sua parcella non so). Al suo ritorno a Parigi Bartholdi si occupa del completamento della Statua nelle officine "Gaget, Ghautier et Cie." 

 Per raccogliere il denaro necessario al trasporto a New York la testa della Statua viene esposta all'Esposizione Universale di Parigi del 1878.


Ancora agli inizi del 1884 la Statua, in fase di montaggio e protetta dalle impalcature, emergeva sui tetti della città, ma il 17 giugno 1885 due navi con a bordo l'intera opera, smontata e stivata in trecentocinquanta casse, fanno il loro ingresso nella rada di New York. l'anno successivo, per l'inaugurazione della Statua della Libertà 26 ottobre 1886, Bartholdi compie l'ultimo viaggio per gli Stati Uniti. Durante gli anni della lavorazione della statua, Bartholdi licenzia numerose altre opere, tra cui il Leone di Belfort (1880)

 e la sua replica di Parigi


dove al centro di place Denfert-Rochereau ricorda il sacrificio degli eroici difensori di Belfort e del loro comandante, colonnello Denfert-Rochereau, durante la guerra franco-prussiana del 1870.
Sempre a Parigi, in place des États-Unis, si può ammirare la statua di La Fayette e Washington che si stringono  la mano

Un'altra statua, identica, si trova a New York vicino a Morningside Park (La foto non è mia ma  è presa da qui

e a questo proposito la storia è curiosa e vale la pena raccontarla: Joseph Pulitzer, editore e patron del premio omonimo, molto impressionato dalla Statua della Libertà, commissiona a Bartholdi un'altra statua per sancire ancora di più l'amicizia franco-americana. Bartholdi pensa di rappresentare George Washington e il Marchese de Lafayette con le rispettive bandiere. La statua viene esposta al Salon degli Champs Elysées e poi alla Columbian Exposition di Chicago. Il New York Times non apprezza l'opera: L'idea è ammirevole, Lafayette è pieno di vita e di energia, ma c'è un MA grosso come una casa: Washington era un omone di statura eccezionale, alto e imponente, e Bartholdi lo rappresenta alto come La Fayette. Sarà pure una licenza artistica per rendere l'opera più simmetrica, ma distorce la realtà. Inaccettabile. Pulitzer si trova sulle croste una statua che gli americani non vogliono, e allora con gesto magnanimo la offre alla città di Parigi. Parigi non si fa problemi sulla statura fisica di Washington e, il 1 ° dicembre 1895, la scultura viene inaugurata in Rue des États Unis con una cerimonia a cui sono presenti politici e diplomatici, nonché lo stesso Bartholdi e un rappresentante della famiglia Lafayette. (Per un elenco completo dei presenti, vedere The New York Times, edizione del 2 dicembre 1895). Qualche anno dopo il magnate Charles Baltzell Rouss acquista una replica della statua di Bartholdi, probabilmente come memoriale per il figlio defunto, e la dona alla città di New York City la quale, incurante delle critiche di poco tempo prima, graziosamente accetta il regalo e il 19 aprile 1900 lo piazza vicino a Morningside Park, in Washington-Lafayette Square, ora Lafayette Square. In quell'occasione, con encomiabile coerenza, il New York Times apprezza.
A seguito della notorietà conquistata con miss Liberty, il sindaco di Bordeaux decide di riprendere in mano il progetto di una fontana, mai realizzata, per cui nel 1857 Bartholdi ventitreenne aveva vinto un concorso. Il nuovo progetto, che raffigura la Francia su un carro

 alla guida di quattro cavalli rampanti (i quattro grandi fiumi della Francia) disposti simmetricamente, con briglie e redini di alghe, 


viene giudicato troppo costoso e  viene venduto alla città di Lione, dove oggi fa la sua splendida figura in Place des Terreaux. Auguste Bartholdi muore il 4 ottobre 1904 a Parigi. È sepolto nel cimitero di Montparnasse. 

E a proposito di repliche: queste sono soltanto due delle cinque copie  della Statua della Libertà sparse per Parigi  

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