mercoledì 28 settembre 2011

Il Métro di Hector Guimard



Salvador Dalì non era stato molto tenero sulle nuove stazioni della metropolitana costruite intorno alla fine del XIX secolo: le aveva definite Arts Nouille, Stile Spaghetti. E con altri era andata anche peggio, qualcuno le aveva bollate  come Vegetalismo, e per  molti   i caratteri delle scritte   erano troppo arzigogolati e  non si capivano.




E  i  lampioni, con quella forma a tulipano e la lampada dagli inquietanti bagliori rosso-gialli, alle prime luci della sera  evocavano minacciosi mostri fluttuanti  (questo, bisogna riconoscerlo, è abbastanza vero)






Insomma, niente  di quelle stazioni era andato a genio ai critici, e Le Figaro ne aveva addirittura invocato la demolizione. La polemica sulle edicole in ghisa in stile Art Nouveau della nuova metropolitana, commissionate dal presidente della Compagnie du Métro ad Hector Guimard era stata accanita e accesa anche se  alla fine della fiera  nessuno si era preso la briga di demolirne nemmeno un centimetro. Saggia decisione, perché oggi, in quanto a popolarità, queste stazioni sono il secondo monumento di Parigi,   battute soltanto dalla Tour Eiffel.   E scusate se è poco.

  








sabato 24 settembre 2011

abbiamo visto cose






Se vi per caso vi interessasse sapere perchè  ogni tot trascorriamo qualche giorno a Parigi in compagnia di questi due signori,  vi rimando a  qui
Quest'anno cadeva il quarantennale e a maggior ragione  l'appuntamento era imperdibile ma  questa volta, dopo i tre giorni regolamentari passati in loro compagnia, noi siamo rimasti ancora per un paio di settimane durante le quali  abbiamo camminato, guardato, scandagliato, setacciato, ammirato e disapprovato,   ma soprattutto fotografato tutto il fotografabile.
Le Chiese più belle




le piazze più intriganti


e tutti i posti dove va ogni turista che si rispetti

abbiamo visto opere d'arte che sembravano negozi di casalinghi


e negozi di casalinghi che sembravano opere d'arte

abbiamo praticato un po' di  Lapide watching




e anche  un po' di Film Location Watching         (riconosciuto?) 

tantissima architettura che ci è piaciuta parecchio 





e qualcuna che  ci ha lasciati perplessi

parecchio perplessi


Abbiamo incontrato signore ricche di tantissima  classe


e altre ricche di tantissimo coraggio

in tre occasioni diverse tre  carampane in  tacco 12 sono cadute ai nostri piedi (una sfrittellando anche   un  prezioso obiettivo Nikon)

abbiamo scannucciato un po' di vetrine come questa (abbigliamento da lavoro per Drag Queen)


Ci siamo illusi di respirare  la Parigi di Hemingway andando alla ricerca degli atelier degli artisti

siamo andati per libri e librerie

  




Abbiamo anche  ritrovato una vecchia conoscenza


e visto cose che avevamo   già visto altrove

Abbiamo scoperto che oltre ai musei canonici  straripanti di turisti per cui tocca mettere in conto  delle belle code 




ne  esistono almeno altri quindici molto meno affollati,   completamente gratuiti   e pieni di opere pregevolissime

Insomma,  abbiamo una discreta  scorta di roba da raccontare. Il  difficile è decidere da dove cominciare




















domenica 4 settembre 2011

Vacanze


Varie ed Eventuali ha fatto i bagagli e se ne va quindici giorni in vacanza.

Non è detto che saranno quindici giorni di silenzio, chi lo sa. Per ora, saluti cari a tutti

giovedì 1 settembre 2011

Sempre sulla via Francigena: Sant'Antonio di Ranverso

Se vi trovate a passare sulla  statale Torino-Susa, date un'occhiata alla vostra sinistra nel tratto tra Rivoli ed Avigliana,  vedrete  un viale di platani.


Fidatevi di me e  prendetelo, accumulerete un piccolo ritardo sulla tabella di marcia (mezz'ora, minuto più minuto meno)  ma vedrete uno dei più bei monumenti religiosi  che costellano questo tratto della via Francigena: la Precettoria di S. Antonio di Ranverso.




Fondata  dai monaci Antoniani provenienti dal Delfinato di Francia sotto quello che ai giorni nostri si definirebbe l'alto patrocinio  di  Umberto III di Savoia, era composto da Monastero, Chiesa e Ospedale.



Dell'ospedale è rimasto solo un pezzo della facciata, ma all'epoca era un importante  punto di riferimento, vi si accoglievano i  lebbrosi e i malati di herpes zoster,  infezione  ancora oggi dolorosissima conosciuta anche come Fuoco di sant'Antonio, e che venivano curati con grasso di maiale.  I conventuali della Precettoria, alcuni erano religiosi ma i fratelli antoniani erano principalmente dei laici,  vestivano un saio nero su cui era cucita una Tau, curioso mix tra una croce (in onore di  Gesù Cristo) una stampella (simbolo dell'aiuto che si dava ai malati)  e la lettera greca sinonimo di prodigio, forse alludendo al prodigio della guarigione, ma  questo me lo sto inventando e non metto la mano sul fuoco. Questa  Tau la ficcano un po' dappertutto,  la scolpiscono sui capitelli la dipingono  sulle volte della chiesa,  la cuciono sul vestito degli ammalati e la marchiano a fuoco  sulla groppa dei maiali. La prima che balza agli occhi è la  Tau nera scolpita sulla grossa stele in pietra posta proprio davanti alla Chiesa, e che di primo acchito ho creduto una faccia incorniciata da una zazzera alla paggio.  Mi dispiace che all'interno sia proibito fotografare, sarebbe stato interessante mostrarvi l'immagine di sant'Antonio con un maialino accucciato ai piedi, come altrettanto  interessante sarebbe stato  vedere come la Tau ritorni come leit motiv  ad ogni angolo di tutto il complesso. Diritti di immagine lo vietano, e  pazienza







Umberto III, che verrà poi  beatificato,  era nato ad Avigliana (come le mie figlie, ma questo ha poca rilevanza) era lui ad aver scelto il luogo di Ranverso o Inverso,  proprio per la vicinanza con la sua  città natale. 

Qui bisogna dare una piccola spiegazione: l'antica strada romana  attraversava la Dora a Ferriera di Avigliana lungo la riva sinistra, cioè sull'indiritto del versante,  meglio esposto al sole. Purtroppo da quella parte  il fiume esondava sovente, e  dopo una ennesima  riparazione la gente lasciò perdere la faccenda del sole e si rassegnò a ricostruire la strada sul versante inverso, o ranverso

La chiesa originaria risale alla fine del  XII secolo, era  composta di una sola navata con un'abside semicircolare e un campanile basso. Un centinaio di anni dopo però si comincia a metter mano alle decorazioni e pitture all'interno e agli  ampliamenti, parecchi, e ad un certo punto viene realizzato il portico d'ingresso coi tre archi. Il rosone da cui la chiesa prende luce si trova esattamente dove dovrebbe venir realizzata la ghimberga centrale, (la ghimberga è il timpano dal frontone  allungato che corona i portali di molte chiese gotiche).  Non lo si  può chiudere perchè si toglierebbe la  luce all'interno, e allora, alla faccia della simmetria, la ghimberga viene costruita appena un po' disassata.


E se non fosse per quel benedetto  rosone, nessuno se ne  accorgerebbe.  Dite quello che volete, ma è una trovata geniale.
Spettacolari poi sono le decorazioni fatte con formelle laterizie   che riproducono lussureggianti  fiori foglie e frutta e non fanno minimamente percepire  la povertà del materiale.




Il portico  è molto sobrio, con volte a crociera e bei pilastri a colonnine  sormontati da capitelli in pietra grigioverde





E tra le pitture di ispirazione religiosa  delle volte spunta  una caravella.  (Perchè E' una caravella, vero???) Forse un riferimento ai viaggi dei pellegrini per arrivare a Gerusalemme, ma è solo una mia supposizione.








All'interno si può vedere il chiostro. Che sia suggestivo è inutile dirlo,  mai capitato di vedere un chiostro che non lo fosse.








L'interno della chiesa, come ho già detto, è infotografabile, e dovrete accontentarvi soltanto di leggere che accoglie dei  capolavori, a partire dal grande polittico di Defendente Ferrari, donato dalla città di Moncalieri  per un voto fatto durante una pestilenza, per arrivare alla Salita di Cristo al Calvario  firmata (e non è una metafora, c'è proprio la firma per esteso, l'unica vergata dall'artista su una sua opera) di  Giacomo Jaquerio.  Opere  straordinarie, non esagero.  E dato che  non li ho potuti fotografare, non avete scuse e dovrete venirli a vedere di persona.
P.S. E' una Chiesa molto gettonata per i matrimoni e credo che mezza Torino si sia sposata qui, anche mia sorella, circa trent'anni fa.

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