lunedì 25 aprile 2011

Buon 25 Aprile a tutti






quel 25 aprile  nella mia famiglia nessuno possedeva una  macchina fotografica, queste foto le ho prese in prestito, e senza chiederne il permesso. Me ne scuso con i legittimi proprietari ma credo non se ne avranno a male.
Buon venticinque aprile a tutti, ma soprattutto a chi, non per colpa sua,  non ha la minima idea di che cosa significhi questa festa, e quanto sia costata


 

Di garofani e di rivoluzioni



Quando la radio cominciò a dare notizia di quello che era successo a Lisbona e ci rendemmo conto che quel  25 Aprile 1974 sarebbe passato alla Storia, che una dittatura feroce e oppressiva era stata spazzata via, io credo che siamo stati in molti a pensare: questa giornata  non  la dimenticheremo mai.
Invece  dimenticare è facilissimo, per usare le parole di  Antonio Tabucchi:  ....la storia si dimentica in fretta. Basta la mancanza di trasmissione da parte di una sola generazione. Io vedo che quelli che cercano di mantenere viva la memoria di quegli anni hanno difficoltà nei confronti di una perdita di memoria molto rapida nella situazione politica attuale in cui si cerca di far dimenticare quel 25 aprile. I 25 aprile si dimenticano o si travisano anche a casa nostra....
Io vorrei saper raccontare la  rivoluzione dei garofani  a chi nel 1974 non c'era ancora e non ne ha mai sentito parlare, e vorrei anche saperla ricordare a  chi nel 1974 c'era ma  se n'è dimenticato, distratto   dalle storie avvilenti e umilianti di questi nostri poveri anni. 








Purtroppo non lo so fare, e mi limito a mostrarvi le foto dei luoghi che fecero da sfondo a quella giornata,  prima di tutti  la Praça Luís de Camões dove, dopo la presa della caserma in cui  si trovava il presidente del Consiglio Marcelo Caetano,  la gente si raccolse per accompagnare  i militari che salivano verso il Chiado,  offrendo  fiori ai soldati



















In realtà purtroppo non è del tutto vero che la rivoluzione si sia svolta senza spargimento di sangue:   la polizia segreta, asserragliata,  sparò sulla folla e uccise. Una lapide  sull'edificio quartier generale della famigerata PIDE ricorda questi caduti. 












Oggi l'edificio è in corso di ristrutturazione, ne stanno ricavando dei   loft raffinati e piuttosto lussuosi e fa' una certa impressione pensare che sono gli stessi locali in cui per quasi mezzo secolo tanta gente è stata tenuta in galera e torturata.  Chi lo sa,  forse è anche questo  un segno dei nostri tempi, quel che è certo è che  non c'è di che esserne orgogliosi.

 








venerdì 15 aprile 2011

Rem Koolhaas - lectio magistralis alla Biennale Democrazia

Rem Koolhaas è un  architetto  nato a Rotterdam. Prima di affermarsi come uno dei più geniali e coraggiosi architetti moderni è  stato giornalista e sceneggiatore di cinema. 
Ha firmato alcune tra le più innovative opere degli ultimi anni, come la bellissima Ambasciata Olandese di Berlino, che è l'unica cosa che vi posso mostrare essendo l'unica sua opera che ho fotografato,  










Ha insegnato a Princeton, ad Harvard e un po' dappertutto per il mondo, alla fine degli anni settanta ha scritto il fondamentale   Delirious New York, un manifesto retroattivo per Manhattan, ha vinto tutti i premi di architettura possibili e immaginabili, compreso il Pritzker Price, senza ombra di dubbio  il  più prestigioso di tutti. 
Sua, tra le mille altre opere,  è anche una casa di Bordeaux  progettata e  realizzata per un uomo  paralizzato a causa di un incidente.
Oggi alle 18,30 al Teatro Carignano di Torino terrà  una Lectio Magistralis nell'ambito di Biennale Democrazia

giovedì 14 aprile 2011

Pensose riflessioni sulla primavera


E' primavera, svegliatevi bambine
alle Cascine Messer Aprile fa' il rubacuor
e a tarda sera, madonne fiorentine,
quante forcine si troveranno sui prati in fiorrrr
eccetera eccetera eccetera
La cantava Rabagliati  almeno trecento anni fa.
Sarà perchè il romanticismo non ha molto da spartire col mio DNA, sarà perché  non ho mai  fatto uso di forcine, ma con me messer aprile non è che abbia molto giocato a fare il rubacuori.  Più che altro mi fa' ricordare che è ora di  spegnere i termosifoni  programmare le pulizie di primavera  mandare il paltò  in tintoria e ricominciare ad  annaffiare  i fiori.
Robe terra terra, diciamolo pure, ma che ti fanno suonare la sveglia dal letargo  molto meglio di uno scomodo   umido  e zanzaroso rendez vous nei prati.
E' di nuovo  Primavera con la Pi maiuscola: il  cielo è di nuovo  terso, il sole è  di nuovo  tiepido e gli uccellini tornano a cantare, ma  soprattutto ritorna una gran voglia di fare la valigia e andare in giro  a  vedere come cresce il verde nuovo, (l'azzeccata definizione è  di  Giovanna)


































        

martedì 5 aprile 2011

messaggio promozionale: Docusound


Siore e siori, oggi vi presento   DOCUSOUND
E' un audio-magazine,  probabilmente  il primo del genere in Italia, nato da poco ma con grandi ambizioni:  si propone di raccogliere  storie che arrivano al cuore senza passare dagli occhi.  
Ascoltare è  un po'  come leggere, offre  stimoli e sollecita una partecipazione  attiva. Se ci pensiamo bene, un  libro prende vita compiutamente  soltanto quando siamo noi a dargliela,  ci caliamo dentro la storia con  la nostra immaginazione e la interpretiamo a seconda della nostra sensibilità, e anche del nostro umore.  E difatti è  raro  che ci piaccia il  film tratto da un libro che abbiamo letto,  i personaggi non hanno mai  la faccia  giusta, quella che noi  abbiamo stampata talmente bene   nella nostra testa che è impossibile vederli con una fisionomia diversa,  e la trama ci sembra stravolta, tagliata, cambiata secondo un criterio  quanto meno discutibile. Tutto  da rifare, e noi  l'avremmo fatto centomila volte meglio. E' vero o non è vero?  
Ecco, ascoltare una voce che racconta  una storia funziona un po' come leggere un libro:  invita a far  lavorare la mente. Suggerisce gli ingredienti  ma non impone il piatto precucinato, e alla fine  ti accorgi che ci hai  messo  dentro anche qualcosa di tuo.  
Parte da queste premesse, Docusound, per andare alla ricerca di storie da raccontare, ma anche  di ascoltatori.  Le storie sono già tante, c'è quella di




c'è il  venditore di kebab  arrivato da lontano 



e c'è la storia di un uomo che  suona il flauto sotto un ponte





la maestra che insegna danza del ventre  a ragazze che non vedono
















e  voci di genitori che raccontano i propri figli 
e voci di figli che si raccontano  

Forse da sola  non  avrei mai  scoperto   Docusound, ma  il progetto viene  da Doc In Progress, e quindi  trattandosi, come dire, di  un affare di famiglia,  l'ho visto nascere. Non sono del tutto obiettiva e  lo riconosco, però a me sembra una  buona idea.

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