giovedì 30 aprile 2009

in partenza

Buona idea far cadere il primo maggio di venerdi, ci sta giusto giusto una piccola digressione dalle parti di Londra. Abbiamo constatato che non ci mettevamo piede da più di vent'anni, è ora di controllare cosa hanno fatto durante la nostra assenza. Ho anche avvertito Elisabetta e Filippo di tenersi liberi per un tè, non vorrei che sentendo che siamo passati dalle loro parti e non ci siamo fatti vivi si offendessero. Soprattutto Bettina, che mi sembra un filino permalosa. A martedi, arrivederci a tutti

domenica 26 aprile 2009

25 Aprile 2009 - un ringraziamento

Ieri era il 25 aprile. In occasione delle celebrazioni di questa data fondamentale, la squadra 14 della Protezione Civile ha indetto una raccolta fondi a favore degli interventi in Abruzzo. Gli Amici di Pentola hanno risposto da par loro con un sontuoso contributo. Non ho molto tempo per dilungarmi in chiacchere ma mi premeva ringraziarli affettuosamente ad uno ad uno, e volevo farlo a botta calda. Un grazie e un abbraccio grosso come una casa a (in ordine alfabetico) Carla Chiara Daniela Elena Eva Gabriele Giusi Irma Loriana Lucilla E in questo 25 aprile il cui significato in troppi si sono affannati ad appannare, mi permetto di aggiungere una piccolissima postilla. Mi sembra giusto superare le barriere ideologiche, è sacrosanta la pietas nei confronti di chi in buona fede ha combattuto per un ideale sbagliato, ma credo sia pericoloso buttare tutto nello stesso calderone. Questa non può essere soltanto una festa come tutte le altre: c'è chi ha combattuto per ridarci libertà e dignità, ed è a loro che deve andare il nostro grazie. Cerchiamo di non dimenticarlo mai.

giovedì 23 aprile 2009

St. Paul's Chapel



St Paul's Chapel, che è la chiesa più antica di Manhattan e anche il più antico edificio ancora in uso, risale al 1766. Come dire il pleistocene, secondo il metro di New York.
Fu costruita da un architetto di cui non ricordo il nome, che per progettarla si ispirò alla famosa St. Martin in the Fields di Londra.







Pareti rosa e soffitti azzurri, colonne bianche, un pulpito dalle sobrie decorazioni in oro, grandi vetrate e lampadari di cristallo rendono questa chiesa molto luminosa e accogliente.












Ci veniva a perfino George Washington, e la panca su cui si raccoglieva in preghiera viene conservata ancora oggi con una grande venerazione



Ma sopra ad ogni altra ragione, St. Paul's Chapel resterà famosa per esser servita come base d'appoggio ai volontari che operarono per mesi e mesi tra le macerie delle torri gemelle.





Venivano a riposarsi qui nel cambio dei turni, e trovavano caffè caldo cibo e una branda su cui stendersi. Ne hanno lasciata una, di queste brande, è coperta da un plaid patchwork azzurro e marrone su cui chissà chi ha deposto i pupazzi di alcuni tra i tanti bimbi rimasti orfani.
Credo che nessun monumento sarebbe potuto essere più coinvolgente e più commovente di questa branda semplice e senza fronzoli.



domenica 19 aprile 2009

Fraunces Tavern Public House

Nel pieno del Financial District schiacciata in mezzo ai grattacieli resiste indomita la Fraunces Tavern, una casetta in mattoni che le guide gabellano come la locanda più antica di tutta New York. In realtà, è antica la sua origine, certamente, ma l'edificio ha subito innumerevoli incendi rifacimenti e rimaneggiamenti e la locanda è stata ricostruita praticamente ex novo agli inizi del novecento. Un buon falso, niente di più e niente di meno, in cui le guide ci dicono che gli arredi interni sono stati rifatti tali e quali a come erano nel 1783. Per la precisione, il 4 dicembre 1783, giorno in cui George Washington si era accommiatato dai suoi soldati per tornare a coltivare la terra in Virginia. In quell'occasione aveva scritto: Mi ritiro non solo da tutte le funzioni pubbliche ma mi ritiro anche dentro me stesso. Era una bugia, di lì a sei anni l'aspirante contadino sarebbe diventato il primo Presidente degli Stati Uniti, ma gli diamo atto che in quel 4 dicembre non lo potesse ancora sapere. In ogni caso, dire che gli arredi siano stati rifatti tali e quali non mi sembra l'espressione più appropriata, dal momento che tra le due poltrone a righe e sotto il ritratto di George Washington il caminetto sfavilla allegramente non grazie ad un ciocco di legno ma per merito di una batteria di fiammelle tutte uguali che arrivano dritte dritte dalla rete del gas. e nel salone bar a piano terra campeggiano due schermoni tivù panoramici accesi sul canale di sport. Non escludo che sia la mia abissale ignoranza ad impedirmi di ricordare che nel 1783 tutta New York era già perfettamente servita di luce elettrica e gas. E anche televisione, of course. Al piano di sopra c'è la sala ristorante. L'ambientazione non fà strappare i capelli, fatta com'è da una boiserie in stile baita tirolese, appliques da sala d'aspetto di serie B, una moquette francamente brutta e tante grosse sedie in legno stile imitazione Shenker. Ma evidentemente la clientela non ci va per ammirare l'arredamento e la sala si è riempita in fretta. Quattro amiche più o meno della mia età con i capelli un po' troppo cotonati le unghie un po' troppo rosse e la risata un po' troppo squillante; una tavolata di quarantenni di Wall Street in completo gessato e camicia azzurra; due soci che discutevano sottovoce e una coppia che ha scambiato parola soltanto con il cameriere. Il menu non è molto ampio ma tutto sommato, considerando il sussiego del locale, è abbastanza a buon mercato: io ho scelto Boston Chowder Cheese Cake al lime e caffè e ho speso ventisette dollari, mancia compresa.

giovedì 16 aprile 2009

HairSpray

Ognuno ha le sue debolezze. Magari anche più di una. Forte di questa imprevedibile botta di saggezza farò un outing catartico: io sono una vera autentica fanatica del musical. Non mi perdo mai un passaggio in tivù di Sette Spose Per Sette Fratelli: di solito lo danno il pomeriggio di capodanno su Rai3, un po' come per un sacco di anni hanno trasmesso alla sera del venerdì Santo con regolarità snervante L'Arpa Birmana , che però, lo dico a informazione delle giovani generazioni, non era un musical. Sette Spose, dicevo, e a seguire (o a precedere, a seconda della fantasia del programmatore) Hello Dolly. Doppio spettacolo. Una goduria. Ma per tornare al musical: a me Gene Kelly con i piedi nella pozzanghera per la miliardesima volta mentre canta Singing In The Rain continua sempre a procurare lo stesso brividino lungo la schiena. Solo per non fare notte non tocco il tasto del favoloso Fred, e voi potete pensarla come volete, ma io resto fermamente convinta che Stanley Donen e Vincent Minnelli, andrebbero studiati alla scuola dell'obbligo. Era da un po' che, reperti archeologici a parte, non mi capitava di vedere un bel musical come si deve, uno di quelli tutti colorati pieni di musica bella e di ballerini bravi. Uno di quei film che ti fanno muovere mani spalle braccia e piedi anche se credi di startene impettito sulla poltrona. L'ho trovato su Sky qualche settimana fa, l'ho visto, l'ho rivisto e ieri sera all'ennesimo passaggio su Skycinemaqualcosa stavo per cambiare canale. Poi ho pensato che in fondo non lo avevo ancora imparato tutto a memoria, e me lo sono riguardato. Bravi tutti, ma insuperabile John Travolta nei panni della mamma cicciona Hairspray - la scheda di Wikipedia Hairspray - Grasso è bello è un film del 2007 diretto da Adam Shankman tratto dall'omonimo musical di Broadway in scena a New York dal 2002, nonché remake del film Grasso è bello di John Waters. Trama Baltimora, 1962. L'adolescente Tracy Turnblad, nonostante i chili di troppo, è un'ottima ballerina e insieme all'amica Penny sogna di poter partecipare, un giorno, al programma televisivo più seguito dai giovani: lo show del carismatico conduttore Corny Collins. Quando una delle star abbandona il programma, la produzione decide di tenere un'audizione per trovare un nuovo volto da lanciare e Tracy si presenta sbaragliando tutta la concorrenza e addirittura gettando ombra sulla reginetta dello show, Amber Von Tussle. Oltre al successo Tracy trova anche l'amore, ma tutto ciò non la soddisfa pienamente perché vorrebbe che avessero libero accesso alla televisione anche i ragazzi di colore. Insieme al suo gruppo di amici Tracy organizzerà, con successo, una dimostrazione pubblica per ottenere l'integrazione tra bianchi e neri e parteciperà al concorso "Miss Lacca Teenager".

mercoledì 15 aprile 2009

Staten Island Ferry

Staten Islan Ferry è il servizio di traghetti che collega Staten Island a Battery Park. E' completamente gratuito perchè in realtà non nasce come servizio turistico ma è il mezzo di trasporto dei pendolari che da Staten Islan devono raggiungere Manhattan. C'è una corsa ogni venti minuti nelle ore di punta, ogni trenta nelle ore meno affollate, e ogni sessanta alla sera e durante i week end e i battelli trasportano ogni anno non meno di venti milioni di passeggeri, una buona fetta dei quali è fatta di turisti. Difficile che in una qualsiasi altra parte di mondo si possa godere un panorama altrettanto superbo senza sborsare un centesimo. E' buffo durante la traversata osservare i compagni di viaggio, soprattutto nelle ore di punta: la stragrande maggioranza è fatta di impiegati, e tutti più o meno vestono la divisa d'ordinanza giacca cravatta e ipod, ma soprattutto non degnano di un'occhiata il panorama e viaggiano intruppati in una sola direzione. Da Manhattan o Verso Manhattan. Noi turisti invece siamo variopinti, bermuda magliette colorate e cappellini con la visiera, e che sia grande piccina o superaccessoriata, tutti con una macchina fotografica tra le mani. Si viaggia facendo decine di scatti, con il groppo in gola man mano che ci si allontana dalla riva e il panorama diventa ad ogni metro più spettacolare. A qualcuno vengono perfino i lucciconi per l'emozione, non racconto storie. Quando il battello tocca la sponda opposta, tutti dietro front di corsa a riprendere il ferry verso la Grande Mela. Chissà se c'è mai stato un turista che si sia fatto una passeggiata per Staten Island. Credo di no.

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