giovedì 27 gennaio 2011

Giornata della Memoria 2011

Ieri sera ho visto Marco Paolini alla tivu. Vite indegne di essere vissute, una narrazione pensata per approfondire il valore del ricordo, recita la presentazione.  Mi ha molto impressionata constatare ancora una volta quanto sia facile, per  gente che si considera  normale, accettare come  naturali e perfino raccomandabili anche le idee più perverse. E' sufficiente vedersele presentare sotto un aspetto rassicurante, perbene,  se poi  si trova  pure un alibi di natura economica  il gioco è fatto.
E'  una riflessione che mi è già capitato di dover fare e che mi preoccupa ogni volta di più, e  per questo   in occasione della giornata della memoria 2011 mi è sembrato  giusto  tornare su quanto avevo già  scritto l'anno scorso.



Fino a oggi non avevo ancora mai  pubblicato  foto di  Auschwitz.
Mi sembrava un'operazione scorretta, da paparazzo di bassa lega alla ricerca di scoop. Oggi che è il giorno della memoria  ho cambiato idea,  e  mi sono convinta che sia invece opportuno renderle pubbliche perchè anche un  blog  che di solito si occupa di  inconsistenti amenità  può portare il suo modesto  contributo.


Non voglio titillare il vouyerismo di nessuno e non metto  le fotografie più impressionanti, preferisco mostrare le foto della zona  in cui il lager appare simile ad  un  ordinato villaggio di campagna perché é fondamentale  che tutti teniamo sempre molto bene in  mente che il Male ama nascondersi  dietro  una faccia rispettabile





Postilla per i Torinesi: qui trovate un elenco di commemorazioni e iniziative  previste  in città e segnalate  da  un blog mio amico

martedì 25 gennaio 2011

Italia centocinquanta - L'Italia sarà qui


Da marzo a novembre prossimi l'Italia (centocinquanta) sarà anche  qui, alle Officine Grandi Riparazioni.
Tre le  mostre che in questi giorni si stanno allestendo nei ventiduemila metri quadri  di questa storica  officina:  Fare gli italiani. 150 anni di storia nazionale



 Stazione futuro. Qui si rifà l´Italia


e  Il futuro nelle mani. Artiere domani.

Verranno inaugurate dal Presidente della Repubblica  il 18 marzo, ma con una iniziativa  che non ricordo  sia ancora mai stata sperimentata, per lo meno qui a Torino, tutti i sabati e le domeniche fino all'apertura ufficiale   il cantiere sarà  aperto al pubblico. 


Chiariamo, in caso qualcuno pensasse che i torinesi si sono bevuti il cervello e permettono a  torme  di ingovernabili ragazzini senza criterio di aggirarsi  allegramente  tra le gru e i  montacarichi: al cantiere il pubblico potrà soltanto affacciarsi sotto stretta sorveglianza, per ovvie ragioni di sicurezza, però  avrà   la possibilità di guardarsi del tutto liberamente    le centocinquanta immagini di  Officine Grandi Riparazioni: fucina di treni e di vite, una storia concentrata  della costruzione di  questa elegantissima cattedrale del lavoro (un po' retorico? è vero ma in certi casi un po' di retorica si potrà ben perdonare, o no?) costruita alla fine dell'ottocento e che rimane una delle più significative testimonianze della tradizione  industriale di Torino.


Come ha già fatto  altre volte Varie ed Eventuali,  approfittando impunemente  dei suoi privilegi,  entra nel  cantiere per documentare in anteprima lo sviluppo dei lavori. E si ripromette spudoratamente di continuare a seguirli fino alla apertura ufficiale delle celebrazioni. 


























venerdì 21 gennaio 2011

Trucco parrucco e favolette edificanti


Mi è tornato in mente un vecchissimo film, di cui as usual non ricordo nè titolo nè attori, in cui un gruppo di signore piuttosto agée nonchè parecchio benestanti dava ad una ingenua fanciulla le dritte utili per accalappiare un marito ricco. Commediola per famiglie, perbenista e rassicurante fino all'immancabile happy end anche se, ripensandoci ora, la fanciulla ingenua era l'amante di un tizio, ovviamente carico di soldi attempato e pure già sposatissimo, e le signore dispensatrici di tali consigli (assai efficaci, vista la marcia nuziale finale) erano tutte mogli consapevoli di non essere le uniche destinatarie degli ardori del legittimo consorte, e a loro volta non del tutto restie a concedersi un diversivo (muscoloso) ogni tanto. Erano gli anni in cui qui da noi un famoso uomo politico faceva scenate in pubblico per una scollatura, e una storia, in fondo sordida, come quella del film avrebbe potuto fare scandalo. Invece i toni edulcorati della commedia americana l'avevano trasformata in una favoletta edificante con tanto di velo da sposa e lancio del bouquet prima dei titoli di coda. Basta dire le cose nella maniera appropriata.
Tutto questo per farvi un amaro sermone sull'importanza dei media, sul linguaggio della comunicazione e sui pericoli di una informazione distorta?
Nossignore, tutto questo solo per dire che la scena del film si svolgeva nei raffinatissimi saloni di bellezza di Elizabeth Arden, 691 5th Ave, New York, NY 10022-3107, Stati Uniti.

















Luogo in cui per dire la verità io non ho mai messo piede, un po' per il sospetto che lì dentro serva il mutuo già soltanto per chiedere un appuntamento col visagista, ma soprattutto per non sottoporre le mie rughe e i miei bargigli all'occhio impietoso di una qualche sgallettata aiutante con la pelle di pesca e il tono muscolare della Venere di Milo.
Ma se Elizabeth Arden l'ho immortalata solo dal di fuori, ho ceduto invece svariate volte al lusso di farmi pittare le unghie, trattamento che a New York è possibile ricevere ventiquattr'ore su ventiquattro quasi ad ogni angolo di strada,






e che per pochi dollari sa  regalare momenti di altissima gratificazione. Provare per credere.










mercoledì 19 gennaio 2011

premi


Devo fare un annuncio che mi mette parecchio a disagio: questo blog  ha ricevuto un premio.  Incredibile ma vero, considerando che sono decine e decine  i blog, molto più blasonati di questo, meritevoli di onori e menzioni, ma tant'è. Ora non mi resta che arrossire di imbarazzo,  ringraziare di cuore   la temeraria signora  che ha preso questa incauta decisione  e, last but not least, girare a mia volta  il premio ad altri dodici blog. 
Dodici sarebbero comunque  un bel tot ma, se questo non bastasse, per complicarmi ulteriormente la vita ho deciso di escludere tra i miei papabili:
1) tutti coloro che sono già stati insigniti di premi menzioni e onorificenze
2) tutti quelli che si occupano esclusivamente di cucina e di ricette, un po' perché sarebbero troppi quelli  meritevoli,  e un po' perché le autrici sono quasi tutte  amiche mie e  sembra brutto sceglierne o escluderne qualcuna solo in base al numero, no?
Si si si si,  diceva tanto tempo fa  un omino coi baffi   Sembra facile....
E infatti facile non è, se nonostante vari lambiccamenti Varie ed eventuali non riesce a cavare fuori dal suo cilindro tutti i dodici nomi richiesti. Facciamocene una ragione, e consoliamoci con la  lista dei  
riuniti in  un elenco che,  nel rispetto della filosofia  a cui ci onoriamo di ispirarci,  non può che essere,  assolutamente completamente e inevitabilmente,   del tutto casuale.
Aggiungo ancora che ho fatto svariati tentativi per motivare ragionatamente le mie scelte cercando  parole sobrie  appropriate e  prive di retorica. Non le ho trovate. 

dove sorge il sol dell'avvenir   Mav e  la Cina vista da vicino, ma vicino vicino vicino.  

zen and the city   Stefania e Claudia,  Tokio e New York, New York e Tokio

Il Clan di Nora Bra  Carla  piedi a Roma e cuore in Svezia 

Il fiume    Paolo,  commenti e riflessioni con cui sono quasi sempre d'accordo

Advanced Style  Seth e  le sue elegantissime  tardone 

Mille fiori favoriti   Pat,  che vive a Brooklyn 

Formentera non esiste Stefania e Formentera, ma non quella delle cartoline

martedì 11 gennaio 2011

Gallerie d'Arte


Fate conto di trovarvi  a passeggiare  in una città che non conoscete alla perfezione. Berlino, tanto per fare un esempio. Il  quartiere è  pieno di piccole gallerie d'arte. Moderne, eleganti e raffinate, di  quelle che un pochetto intimidiscono per quanto sono minimaliste ed  essenziali, studiatissime tanto che  non c'è un dettaglio   fuori posto neanche a cercarlo col lanternino. 



Molto bianco e nero, savasandììr, qualche neon  nei colori più in del momento



E vi capita di vedere esposti   in una vetrina  degli originali manufatti in alluminio, e piccole operine  incorniciate in legno naturale.  Vi avvicinate per osservare meglio, e apprezzate il rigore di tutto l'insieme. Vi viene anche di azzardare qualche dotto paragone con altre mostre, altri piccoli quadri incorniciati in legno naturale, altre rigorose  installazioni in alluminio che  fanno pensare a certi totem africani. 







Poi alzate lo sguardo verso l'insegna, e vi accorgete che quella che state rimirando e fotografando è la vetrina di un installatore di impianti di climatizzazione.





LinkWithin

Related Posts Widget for Blogs by LinkWithin