mercoledì 30 gennaio 2008

L'inverno di Coney Island

Spiaggia, giostre, spettacoli e fuochi artificiali. Bastava un biglietto della metropolitana, linea D, e ci venivano in tanti, soprattutto quelli che non avevano molti soldi e molte occasioni di divertimento. C'è una bellissima passeggiata a mare tutta lastricata in legno, e c'è Nathan's, forse il primo fast food di New York, che si vanta di preparare il miglior hot dog sulla faccia della terra. Ogni anno vi si tiene un Hot Dog Eating Contest, in cui i partecipanti si sfidano a chi ne mangia di più. Il record si aggira sui cinquanta e pussa, consumati in dodici minuti. Bel record, complimenti. Adesso Coney Island è in disarmo, e non soltanto per via dell'inverno: l'area pare sia stata acquistata da un miliardario russo che ha in animo di realizzare una selva di condomini. Si salveranno giusto l'ottovolante vecchio di ottant'anni che con le sue rotaie in legno è patrimonio tutelato, e poche altre installazioni. Atmosfera malinconica e nostalgica molto retrò, vale la pena farci un salto soprattutto per poterlo incasellare nel proprio personalissimo album dei ricordi perchè tra poco non ci sarà più.

martedì 29 gennaio 2008

ma che mu, ma che mu, ma che musica maestro



Questo ragazzino vestito da tranviere e con la faccia da Cicciobello è Lang Lang, il fenomeno musicale del momento. Ieri sera lo abbiamo ascoltato all'Auditorium del Lingotto con questo programma:
Frantz Schubert - sonata in la maggiore D.959
Bèla Bartòk - Sonata
Claude Debussy - 7 preludi
Fryderyk Chopin - Polacca in la bemolle op. 53.
Io non sono un critico e non ne capisco una cippa anche se la musica mi piace tantissimo, e dunque non sono in grado di fare recensioni. Però questo venticinquenne diplomato al Conservatorio di Pechino mi è sembrato possedere una tecnica strepitosa sia quando accarezza la tastiera con un preludio di Debussy sia quando la randella con le note di Bèla Bartòk. Credo sia piaciuto anche al resto del pubblico visto che non c'era una sola poltrona vuota e al momento degli applausi è venuto giù il teatro. Ha dato un unico bis: il Sogno D'Amore di Listz. Peccato.
Tornando a casa mi chiedevo: ma la Cina non era il paese della Rivoluzione Culturale? E durante la rivoluzione culturale non si era distrutto e bandito tutto ciò che riguardava la musica occidentale? E la rivoluzione culturale non è ufficialmente finita nel 1976? E allora, come caspita avranno fatto questi cinesi a rimettere in piedi in pochi anni un Conservatorio in grado di sfornare un Lang Lang? Non sarà mica il caso che andiamo a vedere come si fa..







lunedì 28 gennaio 2008

El Anatsui



Che a new York il quartiere di Chelsea sia il quartiere delle Gallerie d'arte mi pare di averlo già detto. Ce ne sono a decine una dopo l'altra una dopo l'altra una dopo l'altra. Anche se le giornate durassero trentasei ore sarebbe matematicamente impossibile visitarle tutte, e allora si va un po' a naso: si entra, si guarda velocemente intorno e il più delle volte dopo dieci minuti si esce. Anche perchè è difficile, moooolto difficile che ognuna di queste gallerie celi capolavori impareggiabili.
Qualche volta però capita di incocciare in un artista come El Anatsui. Abbiamo visto una mostra delle sue opere alla Jack Shainman Gallery e ne siamo rimasti letteralmente incantati. Questa persona è un genio, basta guardare cosa non riesce a tirar fuori da materiali di recupero tipo vecchie tessere della metro, etichette metalliche, fascette copritappo delle bottiglie di vino.
UN GENIO.
















un altro mito



Lui sui pattini è un campione. Lei è impacciata e gli casca sui piedi. Lui si accorge per la prima volta di quanto lei sia carina, l'aiuta a rialzarsi, parlottano un po'. Si allontanano insieme. Amore eterno. THE END

Oppure

Lei è sussiegosa e altera, lui è bravissimo ma imbranato. Lei lo vede pattinare e finalmente capisce di essere da sempre innamorata di lui, gli si avvicina. parlottano un po'. Si allontanano insieme. Amore eterno. THE END

Rockfeller Center, la pista di pattinaggio sotto la scintillante statua del Prometeo.
Non conosco il numero esatto, ma non sbaglio di sicuro se dico che centinaia di love story cinematografiche sono transitate almeno per una volta su questa pista.
Alzi la mano chi non ne potrebbe citare almeno cinque.













venerdì 25 gennaio 2008

Jessie's Brooklyn Kitchen



Metti di essere in giro, e comincia a piovere a dirotto. Avevi in programma di andare a pranzare in un bel localino, e invece sei bloccato sotto la tettoia di un supermercato, e ci starai per chissà quanto. La giornata è rovinata. Poi vedi dall'altra parte della strada Jessie's Brooklyn Kitchen. E' vero che il menu prevede panini con contorno di pasta, ma la pasta è al dente e i panini sono buoni, lì dentro c'è un bel caldo e le pareti sono piene di colori. La giornata è raddrizzata.





















se Parigi val bene una messa, Manhattan val bene un raffreddore



Il raffreddore che mi trascino ancora da quella sera: temperatura meno sette gradi centigradi e un vento sferzante che tagliava la faccia. In giro solo pochi balenghi che facevano jogging e due pellegrini arrivati dall'Italia, ciascuno con la sua bella digitalina in mano e le dita dure come uno stoccafisso per il freddo.
Ma ne valeva la pena







Brooklyn: Prospect Park e Park Slope



Dato che in geografia io posso contare su poche idee ma molto confuse, fino a non molto tempo fa ero convinta che Brooklyn fosse un quartiere degradato di New York. Tutto da rifare: per prima cosa, Brooklyn non è un quartiere ma una città intera, una delle cinque che costituiscono New York City, e che sono: Manhattan, Bronx, Brooklyn, Queens e Staten Island. E' molto più estesa di Manhattan, e vanta una popolazione almeno doppia.
E i quartieri in cui mi sono trovata a passeggiare non sono proprio per niente degradati, anzi, alcuni mi sono sembrati decisamente signorili e giurerei che dentro quelle belle case ottocentesche si conducano vite assolutamente confortevoli e per molti versi invidiabili. Di sicuro i ristoranti della zona non hanno molto da spartire con le mense per i diseredati, e le vetrine che esibiscono champagne e Bordeaux sono assai più diffuse qui che in qualsiasi favela.
Park Slope ad esempio, è un elegante quartiere di brownstones, quelle case moooolto americane a due o tre piani in mattoni scuri con un piccolo giardinetto sul davanti, tipo la casa dei Robinson, per spiegare. Massì, i Robinson! Famiglia altoborghese americana, papà ginecologo mamma avvocato bellissima ed elegantissima anche quando lavava i piatti e tanti figli di tutte le età, compresa una mocciosetta di quattro o cinque anni sempre con un fiocchettino nei capelli. Bastava che uno qualsiasi di loro dicesse buongiorno e il misterioso pubblico (che non ho mai capito dove si nascondesse) si sganasciava in sonore risate. Bene, con il senno di poi son quasi certa che i Robinson abitassero lì.
Park Slope è sorto intorno a Prospect Park, il quale a sua volta è stato progettato dagli stessi progettisti del Central Park, che hanno saputo regalargli un'atmosfera bucolica che si è mantenuta intatta fino ad oggi. Più di duecento ettari di verde in cui trovano spazio un grande lago, strade riservate a ciclisti joggers e pedoni, campi da tennis, una pista di pattinaggio e perfino uno zoo per i bambini. Tutta roba che ha molto poco a che vedere con il degrado urbano.













































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