mercoledì 28 novembre 2007

Gallerie d'arte



Gallerie d'arte a New York, dalle parti della 10ma Avenue ce ne sono un sacco, e sembrano tutte tremendamente interessanti. Poi in realtà, una volta entrati ci sono anche tante delusioni, ma in fondo non ha importanza, non si va mica lì per vedere le opere esposte, si va per respirare quell'aria. Grandi limousines da cui scendono giapponesi dall'aria molto abbiente, proprio molto molto abbiente, pilotati immediatamente da efficienti segretarie dentro ovattati uffici riservatissimi, vernissages in cui giovani ragazze alte e magrissime, anziane signore ingioiellate e liftatissime, anche loro alte e magrissime, uomini alti e magrissimi, si aggirano con un bicchiere di vino (rosso) in mano, tra sorrisi e baci. Uomini tutti in nero. Pantaloni, giacca e tshirt, una divisa. Nera. Non trovi uno in camicia bianca neanche a pagarlo. Mia nonna usava dire: se stai buono ti porto a veder mangiare il gelato. Ecco, è esattamente cosa provi a stare lì: li guardi mangiare il gelato. Ma non ti senti la piccola fiammiferaia, è come guardare un film, solo che non c'è lo schermo.
Quando ho fatto queste foto non avevo ancora mostrato i segni del repentino rimbambimento da blog, ecco perchè non posso documentare quanto ho detto, ma la prossima volta che vado.........











martedì 27 novembre 2007

Scorze d'arancia candite

A gentile richiesta (grazie!!!), ecco la ricetta delle mie scorze candite. Già che la stagione si avvicina, meglio esser preparati. È un procedimento un po’ lungo, ma siccome non richiede più di 10’ ad ogni puntata, non ci vuole poi molto tempo, solo un po' di pazienza. Preparazione Sbucciare le arance, non trattate, con l’accortezza di lasciare attaccata anche un po’ di polpa. Lasciare soprattutto tutta la pellicina bianca. Tagliarle a strisce larghe almeno mezzo cm. Sbollentarle per un paio di minuti. Lasciarle asciugare all’aria per 24 ore. Mettere a bollire uno sciroppo di acqua e zucchero, in proporzione di 1/3 (acqua) e 2/3 (zucchero). Gettare le scorze nello sciroppo, farle bollire per due minuti, scolarle e farle asciugare all’aria per altre 24 ore. Ripetere almeno per tre volte, sempre utilizzando lo sciroppo di partenza, che si andrà via via riducendo e addensando. Dopo le fatidiche tre volte (minimo, ma niente vieta di ripetere l’operazione anche una quarta volta) lasciare le scorze all’aria in modo che si asciughino per bene. Rotolarle nello zucchero bianco, per togliere l’appiccicaticcio. Si possono preparare anche le scorze di limone, ma il discorso è un po’ diverso. Bisogna lessarle fino a che sono morbide (non basta una semplice sbollentata), e lasciarle a mollo nell’acqua per qualche ora prima di procedere con i bagni nello sciroppo bollente, se no rimangono dure. Bisogna in ogni caso NON eliminare mai la buccia bianca interna, pena ritrovarsi con suola da scarpe immangiabile. Durano a lungo senza bisogno del frigo.

lunedì 26 novembre 2007

pomeriggio al MOMA













Uno dei piaceri della vita: regalarsi un pomeriggio a spasso per un bel museo. E se bello ha da essere, allora che lo sia per davvero. Il MOMA di New York, per fare un esempio a caso.
Tutti l'hanno almeno sentito nominare, come tutti avranno letto nelle pubblicità che il tale o il talaltro pezzo di design fa parte della sua collezione permanente. E tutti, come me, si saranno detti: Ma dai non ci credo, possiiiiiibile? Ebbene sì, possibile.















































venerdì 23 novembre 2007

la miciadistudio



Anche lei inquilina del cortile, quando i padroni vanno a lavorare ci viene a trovare e resta in studio con noi fino a quando loro non tornano a casa.
E' piuttosto riservata, non ci ha mai detto il suo nome, non dà confidenza e non ama le smancerie, ma ci facciamo una buona compagnia. Con l'arrivo del freddo lei e gli altri gatti del circondario si contendono il tepore della bocca della nostra canna fumaria



Stamattina doveva aver avuto lei la meglio sugli altri, quando abbiamo sentito provenire dalla canna un tramestio sordo, come un rumore di macerie che cadono, e subito dopo un miagolio, anzi, un pauroso ringhio sibilante, il lamento di una belva. Zac, caduta dentro il camino.
La telefonata al 115 non ha sortito grandi effetti, c'era in atto un'emergenza grave e non c'erano squadre per soccorrere un gatto . Noi disperati, tutti a ragionare sul come farla uscire, e in fretta. Ci vedevamo già la povera micia agonizzare a lungo in un buco troppo caldo e saturo di gas senza poter fare nulla per salvarle la vita quando è uscita da sola, un po' acciaccata sul naso, ma tutta intera.



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