mercoledì 26 ottobre 2011

viva gli sposi


Quando sia cominciata francamente non ricordo e oramai temo anche  che  i miei se ne vergognino. Ma è come una droga, più forte di tutti i buoni propositi: se al mio orizzonte compare  una coppia di sposi  io non posso fare a meno di fotografarli. Proprio non ci riesco. 
Quando  incrocio due sposi  mollo tutto  e  li inseguo. E sarà  l'emozione del momento (la loro, non la mia), o l'esser presi alla sprovvista, il fatto è che ho trovato  sempre persone disponibili, che sembravano   perfino contente di posare. O magari volevano solo liberarsi  il più in fretta possibile di  una tardona sciroccata che  sbuca da chissà dove brandendo una macchina foto,  ma il fatto è che 

non lo dico per millanteria,  ho  una collezione di sposi più che discreta (senza contare  le foto  ante macchina digitale). 





A Parigi è stata una pacchia. Sposi sposi sposi, ad ogni angolo di strada. 
Con lo sfondo della Tour Eiffel 

Davanti alla Comédie-Française 


Sul piazzale  davanti a Notre Dame  la coppia  più sconcertante.  Scortati da una nutrita   troupe di fotografi e assistenti, 


lo sposo era intento ad immortalare   la scena col  suo  telefonino  


e la sposa sembrava  un filino troppo disinvolta   per essere una che ha appena pronunciato il sì che le cambia la vita


Mi è venuto il dubbio di stare fotografando  il set di  un servizio di moda.  Mi resta un'incertezza: varrà   lo stesso per la mia collezione?



























venerdì 21 ottobre 2011

Place des Vosges

Molti (me compresa) la ritengono la più bella piazza di Parigi, ma anche se non lo fosse, Place des Vosges è certamente    il primo  esempio di pianificazione  urbanistica.  Sul lato nord della piazza attuale già intorno al 1420/1430  esisteva un palazzo reale, l'Hotel des Tournelles (ci vorrebbe l'accento circonflesso sulla o di hotel, ma sulla mia tastiera non lo trovo). Succede che nel 1559, il 30 di giugno per essere precisi, Henri II durante un torneo sfida il capitano della sua guardia, tale Montgomery. Per un caso fortuito, la lancia di Montgomery si spezza e penetra nell'occhio di Henri. Viene chiamato il  più famoso chirurgo dell'epoca, Ambroise Paré,   ma dopo dieci giorni di agonia  il re muore nonostante  Paré abbia sperimentato cure su cure adoperando i crani dei condannati a morte, decapitati appositamente  per salvare l'augusto infortunato. Caterina de' Medici, rimasta vedova, ordina di abbattere il palazzo in cui è morto il marito e l'area   diventa così il più grande   mercato di cavalli di Parigi, dove si arriva a trattare la vendita di  duemila capi la settimana. 
Passano un po' di anni, e nel  1605 il re Henri IV capisce  che è il caso di dare nuova dignità a  questo enorme terreno libero, e decide di  costruirci una piazza,  la sua piazza regale.  Place Royal. 

Vuole una piazza  monumentale, aristocratica,   con un  grande porticato a volte lungo tutti gli  edifici, e  belle case solide, con facciate  in pietra e mattoni.  





Nel 1612 i lavori sono terminati. Vi sono due palazzi principali, il Pavillon du Roi a sud ed il Pavillon da le Reine a nord, e  nove edifici per lato,  tutti realizzati  in mattoni rossi  pietra bianca e tetto in ardesia.   Nel centro, un grande  prato. 
Place Royal viene inaugurata  per il matrimonio di Luigi XIII con Anna d'Austria, ma Henri non la vedrà mai, è morto assassinato due anni prima. 











Col tempo il prato centrale è diventato un giardino  diviso in quattro aree  simmetriche, ciascuna dotata di alberi, sentieri, e una fontana perfettamente uguale alle altre. Al centro  c'è la statua  di Luigi XIII.  E' una copia dell'originale, che era stata commissionata da Richelieu ma è andata distrutta durante la Rivoluzione, e la mia guida ne riporta la storia curiosa: il cavallo era stato  realizzato da un allievo di Michelangelo per una statua di Henri II  mai portata a termine,  e  chi era stato in seguito  incaricato di occuparsi della figura di Luigi XIII deve aver sbagliato le quote, col risultato che  il re appare sproporzionatamente grosso e sembra cavalcare un pony.

Molti sono stati gli inquilini illustri, a partire dal cardinale Richelieu che nel 1615 abitava al numero 21, e poi  la Marquise de Sévigné, Théophile Gautier,  Alphonse Daudet.  Di Victor Hugo, che  abitò al numero 6 in quello che un tempo era chiamato l'Hôtel de Rohan-Guéménée, parleremo ancora.

Dimenticavo: la Place Royal cambia nome  per decisione di Bonaparte, in omaggio al dipartimento dei Vosgi che fu  il primo a pagargli  le tasse,  nel 1800. 


giovedì 20 ottobre 2011

Le giraffe di Mosko


Non come a  Berlino, d'accordo, però i graffitari si danno parecchio da fare  anche a Parigi.
Sono artisti in piena regola, firmano le loro opere e  molti  si dedicano   sempre e solo ad uno stesso soggetto, come un marchio di fabbrica. AlexOne dipinge galline, Nemo preferisce gli omini neri col cappello, e Mosko et associés  dipingono giraffe colorate.  Ne abbiamo viste a Belleville, a Batignolle, e anche nel XIII Arrondissement. Tutte  firmate.  


















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