Milton era un brutto: alto, scarno, curvo di spalle.... A ventidue anni, già aveva ai lati della bocca due forti pieghe amare, e la fronte profondamente incisa per l'abitudine di stare quasi di continuo aggrottato...... All'attivo aveva solamente gli occhi, tristi e ironici, duri e ansiosi, che la ragazza meno favorevole avrebbe giudicato più che notevoli.
Fulvia, sfollata da Torino, ha sedici anni, occhi nocciola con le pagliuzze dorate e un sacco di dischi americani.
Li presenta un amico comune, Giorgio Clerici.
Giorgio Clerici è bello, ricco e sicuro di sé, e nei pomeriggi alla villa lui e Fulvia ballano insieme
mentre Milton cambia i dischi e si innamora, perdutamente come solo un adolescente si può innamorare.
Arriva il 1943, i due giovani si sono arruolati partigiani nelle formazioni badogliane, Fulvia è ormai tornata a Torino e Milton incontra l'anziana custode della villa,
che gli rivela che tra Fulvia e Giorgio c'era più di un'amicizia. E' una mazzata, la pugnalata alle spalle da parte dell'amico più caro, e allora guerra, resistenza, lotta partigiana, tutto passa in secondo piano per Milton, che viene preso dall'ossessione di ritrovare Giorgio e farsi dire finalmente la verità.
Non ci riuscirà: Giorgio è stato preso dai fascisti e il tentativo di Milton di scambiarlo con un altro prigioniero fallisce trascinandosi dietro altro dolore e altri lutti.
Questo a grandi linee Una Questione Privata, romanzo postumo di Beppe Fenoglio che ha dato lo spunto per una rivisitazione andata in scena al teatro Alfieri di Asti il 24 febbraio col titolo di Come Vivo Acciaio.
Un'ora e venti di spettacolo teso e coinvolgente reso drammaturgicamente, diretto e recitato da due giovani attori sui quali non posso per decenza sperticarmi nelle lodi che vorrei, trattandosi di Andrea Bosca ed Elisa Galvagno.
Precisazione doverosa: mamma e sorella si sono occupate della registrazione video, le foto sono state fatte da un fotografo vero, Diego Beltramo , (per questo sono molto più belle di quanto avrei mai potuto fare io) che mi ha generosamente autorizzata a saccheggiargliele
7 commenti:
Finalmente: non vedevo l'ora di avere il tuo racconto. Le foto sono belle e rendono l'atmosfera dello spettacolo. Immagino la tua commozione e quella del pubblico nel rivivere delle vicende che si sono svolte in luoghi e tempi vicini. Fai i complimenti a tutti da parte mia; la prossima volta cercherò di esserci. Un abbraccio
Ciao Dede!
Bellissima pagina, grazie!
Poi le foto fatte dal fotografo "non vero", come dici di essere...sarebbero state solamente "velate" dalla commozione!!!!!
Complimenti a tutta la "compagnia"!!!
Dede, ascolta...sono alla ricerca di infos su un mio concittadino, architetto dell'800, che ha costruito dal 1842 al 1846 il Theatro Nacional di Lisbona, Fortunato Lodi...per caso, dalle tue visite a Lisbona non ti è capitato di fotografare il teatro, neoclassico...e in tal caso inviarmi, se possbille qualcosa, naturalmente sarai l'autrice,fìrmati!!!!
Mi sai dire?
Scusa la richiesta...ma di teatro si tratta, no?
Un abbraccio!
ma che bella cosa Dede! Non sapevo che avessi artisti in casa, oltre a te...
Complimenti, deve essere stato molto coinvolgente...
in bocca al lupo alla compagnia di artisti, cui auguro il meglio.
Giuli
Elisa go go!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
grazie a tutte voi
Complimenti a tutti gli artisti ( mamma compresa )!
OHHHH, adesso finalmente vediamo la magistrale prova e, ancora una volta, maledico la distanza fra la Romagna e il Piemonte.
Chapeau!
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