martedì 6 marzo 2012

Come Vivo Acciaio - Piezz'e core ad Asti

Milton era un brutto: alto, scarno, curvo di spalle.... A ventidue anni, già aveva ai lati della bocca due forti pieghe amare, e la fronte profondamente incisa per l'abitudine di stare quasi di continuo aggrottato...... All'attivo aveva solamente gli occhi, tristi e ironici, duri e ansiosi, che la ragazza meno favorevole avrebbe giudicato più che notevoli.



Fulvia, sfollata da Torino, ha sedici anni, occhi nocciola con le pagliuzze dorate e un sacco di dischi americani.


Li presenta un amico comune, Giorgio Clerici. 
Giorgio Clerici è  bello, ricco e sicuro di sé, e nei pomeriggi  alla villa lui e  Fulvia  ballano insieme


mentre Milton cambia i dischi e si innamora, perdutamente come solo un adolescente si può innamorare. 
Arriva  il 1943, i due giovani si sono arruolati partigiani nelle  formazioni badogliane, Fulvia è ormai tornata a Torino e  Milton  incontra l'anziana custode della villa, 


che gli  rivela che  tra Fulvia e Giorgio c'era  più di un'amicizia. E'  una mazzata, la pugnalata alle spalle da parte  dell'amico più caro,   e allora guerra, resistenza, lotta partigiana,  tutto passa in secondo piano per  Milton, che viene preso dall'ossessione di  ritrovare Giorgio e   farsi dire finalmente   la verità. 


Non ci riuscirà: Giorgio è stato preso dai fascisti e   il  tentativo di  Milton di scambiarlo con un altro  prigioniero fallisce trascinandosi dietro   altro dolore e altri  lutti.


Questo a grandi linee Una Questione Privata,  romanzo postumo  di Beppe Fenoglio che ha dato lo spunto per una rivisitazione andata in scena al teatro Alfieri di Asti il 24 febbraio col titolo di Come Vivo Acciaio.

Un'ora e venti di spettacolo teso e coinvolgente  reso drammaturgicamente, diretto  e recitato da due giovani attori sui quali non posso per decenza sperticarmi nelle lodi che vorrei, trattandosi di  Andrea Bosca ed Elisa Galvagno

Precisazione doverosa:  mamma e sorella  si sono  occupate della registrazione video, le foto  sono state fatte da un  fotografo vero,  Diego Beltramo , (per questo sono molto più belle di quanto avrei mai potuto fare io) che mi  ha generosamente  autorizzata a saccheggiargliele

7 commenti:

Grazia ha detto...

Finalmente: non vedevo l'ora di avere il tuo racconto. Le foto sono belle e rendono l'atmosfera dello spettacolo. Immagino la tua commozione e quella del pubblico nel rivivere delle vicende che si sono svolte in luoghi e tempi vicini. Fai i complimenti a tutti da parte mia; la prossima volta cercherò di esserci. Un abbraccio

ivana ha detto...

Ciao Dede!
Bellissima pagina, grazie!
Poi le foto fatte dal fotografo "non vero", come dici di essere...sarebbero state solamente "velate" dalla commozione!!!!!
Complimenti a tutta la "compagnia"!!!
Dede, ascolta...sono alla ricerca di infos su un mio concittadino, architetto dell'800, che ha costruito dal 1842 al 1846 il Theatro Nacional di Lisbona, Fortunato Lodi...per caso, dalle tue visite a Lisbona non ti è capitato di fotografare il teatro, neoclassico...e in tal caso inviarmi, se possbille qualcosa, naturalmente sarai l'autrice,fìrmati!!!!

Mi sai dire?
Scusa la richiesta...ma di teatro si tratta, no?

Un abbraccio!

Giuliana ha detto...

ma che bella cosa Dede! Non sapevo che avessi artisti in casa, oltre a te...

Complimenti, deve essere stato molto coinvolgente...

in bocca al lupo alla compagnia di artisti, cui auguro il meglio.


Giuli

Antonietta ha detto...

Elisa go go!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

dede leoncedis ha detto...

grazie a tutte voi

giacy.nta ha detto...

Complimenti a tutti gli artisti ( mamma compresa )!

Nela San ha detto...

OHHHH, adesso finalmente vediamo la magistrale prova e, ancora una volta, maledico la distanza fra la Romagna e il Piemonte.
Chapeau!

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