venerdì 3 febbraio 2012

Sacro e profano dalle parti delle Halles. Saint'Eustace e Dehillerin






Se anche non nutrite un amore sviscerato per i cantieri e delle  Halles in via di demolizione  vi  importa meno di zero, ci sono almeno due ottimi motivi per non rinunciare ad una passeggiata da quelle parti.  

Prima di tutto, per la gotica  Chiesa di Saint'Eustace la cui origine  è piuttosto curiosa. Succede che nel tredicesimo secolo il re  Filippo Augusto ha bisogno di soldi e chiede un prestito a Jean Alais, ricco borghese. Arriva il momento di onorare il debito  ma il re non ha il becco di un quattrino, e  autorizza il suo creditore  a trattenere un denier da ogni cesta di pesce venduto alle Halles. Queste ceste devono essere davvero parecchie, perchè in breve Alais ha  incassato molto più di quanto gli era dovuto, e con il surplus fa' costruire una cappella. La dedica in un primo tempo  a sant'Agnese poi però, e non ho la minima idea delle ragioni, nella cappella vengono portate le reliquie di sant'Eustachio,  e la povera  sant'Agnese  passa in cavalleria.




La chiesa ha  alte navate,  archi rampanti,   una quantità incredibile di vetrate  

una miriade di doccioni  uno diverso dall'altro

La costruzione è durata dal 1532 al 1637, più di  un secolo,  durante il quale  il progetto deve esser  stato  rimaneggiato più di una volta per aggiustamenti  e modifiche che hanno portato a soluzioni architettoniche inusuali come questo ingresso che si apre,  abbastanza sorprendentemente,  in diagonale




Saint'Eustache ha tenuto a battesimo gente del calibro di  Moliére, Richelieu e Madame de Pompadour  e ospita le tombe di Rameau, Marivaux  e Colbert









Poche decine di metri più in là, in Rue Jean-Jacques Rousseau, 


c'è la sede di un altro   ParadisoArtificiale  a cui  è pressocché impossibile restare indifferenti  



DEHILLERIN,   un'azienda quasi bicentenaria  specializzata in forniture professionali per ristoratori e pasticceri. Che la   clientela sia fatta di professionisti del settore si capisce subito: le sue  vetrine hanno il medesimo appeal di certi magazzini di ferramenta davanti a cui la maggioranza tira dritto senza manco vedere, e una  minimissima percentuale di cultori della materia è capace di  imbambolarsi per ore in muta contemplazione.  





 


La tortiera Tour Eiffel la  trovate qui
E questo è  il catalogo , che in  un impeto di generosità verso i miei lettori  ho copiato e incollato, dovrebbe essere sufficiente cliccare sulle singole voci per poterlo scaricare

Le catalogue Dehillerin comporte les produits classiques et n'est pas exhaustif. N'hésitez pas à nous interroger pour tout produit que vous n'y auriez pas trouvé.

Téléchargez les rubriques de votre choix (au format PDF)




11 commenti:

Giuliana ha detto...

mamma mia Dede! Nel tuo resoconto mi ci perdo.....
ancora di più in quel posto di meraviglie, sono sicura che farei grossi danni, soprattutto alla carta di credito...

ho nostalgia di Parigi, chissà quando potrò tornarci....
intanto mi godo i tuoi racconti, e mi sembra di essere lì....

Antonietta ha detto...

lì dentro anche chi è ciuccio in cucina diventa abile come Ratatouille

Duck ha detto...

Ma questo negozio è una grotta di Alì Babà! Uno di quei luoghi in cui mi trasformo in una sorta di erinni e, rotto ogni freno inibitore, sono capace di spendere cifre imbarazzanti, con grande sconcerto del coniuge.
Saluti affettuosi, Dede!

Grazia ha detto...

Penso che spenderei cifre assurde anch'io che non so cucinare.
Grazie a te quando tornerò a Parigi, la vedrò con altri occhi.
Un abbraccio

giacy.nta ha detto...

trovo bellissimi questi tuoi post su Parigi. Grazie!

p.s.
aspetto di avere un po' di tempo per potermi gustare con calma quelli su Le Corbusier

marinella ha detto...

Meraviglia, quella zona mi piace così tanto, ci sono stata diverse volte ma ci tornerei in continuo, Dehillerin poi è uno spettacolo, impossibile uscire a mani vuote, pensa che ci ho acquistato ben 2 pentole di rame stagnato, una da risotto e un polsonetto, e ce le siamo trascinate a casa in treno! Baciotti, grazie per questi post.

Nela San ha detto...

Mi associo a Duck.
Anche se la mia vena gastronomica si è beffardamente abbassata al quasi nulla da quando sono pendolare per lavoro, qui dentro potrebbero venirmi irrefrenabili istinti di ..."Casalinghitudine".

Adesso però, s'il te plaît, non postarmi qualcosa su meravigliose librerie parigine, sennò fra questo negozio e la libreria vado in bancarotta.

Bye&besos domenicali

Mav ha detto...

Lo voglio. Il negozio, dico.

Gracie ha detto...

L'ultima volta che sono stata a Parigi (proveniente da Londra) io e la mia amica parigina T ci siamo date appuntamento proprio davanti il portone di Saint'Eustache e siccome per me era un luogo nuovo, prima di andarcene abbiamo fatto una capatina all'interno e devo dire che è stata una piacevolissima sorpresa...

Nishanga ha detto...

oh..il catalogo!
un attentato al mio pomeriggio ma..delicius! Grazie

Paula Feldman ha detto...

Sigh!!!!!! contemplazione a distanza di tutte quelle cose che servono...servono? Una delizia per gli occhi! Capisco sempre più perche hai detto che NON si può solo andare alla Louvres!

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