terza e ultima videopuntata del nostro viaggio in Florida.
Miami Beach, la famosa Ocean Drive e il Decowalk, un percorso a passeggio tra gli alberghi anni trenta rimodernati con colori da sorbetto di frutta molto in stile Miami Vice e molto poco rispettosi dei colori originari. E poi ancora Little Haiti, il quartiere più povero.
Infine, in auto verso Key West. E dappertutto: palme palme palme
venerdì 29 febbraio 2008
giovedì 28 febbraio 2008
Breakfast at Tiffany
La casa del film. fotografata sì, ma con qualche dubbio, io ricordavo Holly cantare seduta sul davanzale di una casa in mattoni. Finalmente ora una prova che fuga qualsiasi ogni dubbio: al 20esimo secondo del trailer Audrey Hepburn e George Peppard escono proprio dalla casa che ho fotografato! Ciò vuol dire che la Hepburn cantava Moon River seduta sulla finestra del cortile. Adesso che finalmente l'ho chiarito mi sento molto più tranquilla.
Post scriptum: il film è bello, ma il libro di Truman Capote mi è piaciuto molto di più, crudo e per niente consolatorio.
Amsterdam - Quartiere Borneo Sporenburg
Che Amsterdam sia una città costruita sull'acqua lo sanno tutti. La chiamano la Venezia del Nord, anche se io non ci ho mai visto tutta questa grande somiglianza. Tutte due hanno i canali, certo, e le barche al posto dei tram e le case a mollo, ma dubito che ci sia qualcuno, per quanto disinformato e distratto, che possa fare confusione tra le due.
Dunque, nessuno potrà pensare che le foto qui sopra siano state scattate a Venezia.Sono state scattate in un quartiere relativamente recente, o meglio: relativamente recente per gli Olandesi, che costruiscono case (belle) a raffica, e recentissimo per noi italiani, che di case (non sempre belle) ne costruiamo assai di meno. Per farla breve: il quartiere, che si chiama Borneo-Sporenburg, risale agli anni novanta/duemila. E' fatto di case unifamiliari, quelle che da noi si definiscono sciaguratamente case a schiera, ma non hanno la caratteristica deprimente di essere tutte tristanzuolamente uguali, anzi. Ciascuna è opera di un architetto differente che quindi ha operato scelte progettuali diverse, eppure non ce n'è una che sembri fuori posto, e l'effetto generale è molto omogeneo e molto raffinato. Sono case affacciate per un fronte sulla strada, e per l'altro sull'acqua. Grande comodità di parcheggio per i tanti abitanti proprietari di barca, immagino. Le case sono strette, come d'altra parte tutte le case olandesi, e non c'è quasi verde intorno, ma si crea quello che il pianificatore ha definito l'effetto blu al posto del verde: la presenza dell'acqua appaga nella stessa misura della vista di un giardino pubblico.
Coincidenze e librerie
Strane coincidenze.
Ieri sera ho iniziato a raccogliere e ridurre le foto dell'ultimo viaggio in Olanda e stavo per partire con il mio reportage proprio mettendo qualche foto della Libreria Bonardi, l'unica libreria italiana di Amsterdam e probabilmente di tutta l'Olanda, e stamattina mi capita di leggere che
qualcuno in quel di Boston, ha occasione di parlarne proprio oggi. O basta là, com'è piccolo il mondo.
Ieri sera ho iniziato a raccogliere e ridurre le foto dell'ultimo viaggio in Olanda e stavo per partire con il mio reportage proprio mettendo qualche foto della Libreria Bonardi, l'unica libreria italiana di Amsterdam e probabilmente di tutta l'Olanda, e stamattina mi capita di leggere che
qualcuno in quel di Boston, ha occasione di parlarne proprio oggi. O basta là, com'è piccolo il mondo.
martedì 26 febbraio 2008
Tovaglie ricamate
Sapevo che alla mia amica piace molto ricamare, avevo anche ricevuto per Natale due deliziosi angioletti da appendere all'abete. Sapevo che si era imbarcata in un'impresa impegnativa che le stava portando via un sacco di tempo.
Non sapevo che l'impresa era questa splendida tovaglia, e tantomeno sapevo che fosse destinata a me.
Chissà quante ore e ore ci saranno volute, non oso nemmeno immaginare.
Guarda tu quante forme può prendere l'amicizia.
lunedì 25 febbraio 2008
Women in red
Parliamo un po' di seta. Non la Seta di Baricco, la seta che si produce dai bachi ancora oggi allevati artigianalmente nelle case degli agricoltori Uzbeki. A quanto ci ha detto Saida, la nostra guida, non si tratta esattamente di una libera scelta: il governo appioppa un certo numero di larve ad ogni agricoltore, e sta a lui trovare foglie di gelso in quantità sufficiente per nutrire e crescere le larve, che all'inizio consumano circa tre chili di foglie al giorno per arrivare ai trecento chili e più quando i bachi sono completamente sviluppati. Trecento chili di foglie che ogni giorno bisogna mettere insieme tagliando rami di gelsi e solo di gelsi. Niente altro, in fatto di dieta i bachi sono intransigenti. Di pari passo con l'aumento della voracità delle bestiole, il loro ingombro cresce dal metro quadrato occupato all'inizio, fino ad occupare una superficie pari a tre stanze. Raggiunta la crescita completa, smettono di mangiare e per una settimana si avvolgono nel bozzolo di fibre di seta, dal quale verranno estratti previa bollitura, per non rischiare di rompere i sottili filamenti: circa un chilometro di filo per ogni bozzolo di quattro centimetri. E saranno estratti, inutile dirlo, prelevando a mano i bozzoli dentro l'acqua bollente.
Lavoraccio infame, se posso esprimere il mio parere, pagato la miseria di uno/due dollari al chilo di filato.
Ho scritto agricoltore, lasciando immaginare che sia lavoro da uomini, ma non è così: sono per la maggior parte le donne ad occuparsene, come si occupano della stragrande maggioranza dei lavori manuali, anche i più pesanti. Donne uzbeke, lontanissime dalla parità con l'uomo, impegnate nei lavori più duri in campagna come nelle città, segnate dalla fatica eppure belle, fiere e signorili nei loro lunghi abiti colorati di rosso.
venerdì 22 febbraio 2008
giovedì 21 febbraio 2008
Una visita a Palazzo Carignano
Palazzo Carignano.
Per le antiche scale, in mezzo a vecchi libri polverosi e statue di gesso con il torcicollo
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