martedì 29 gennaio 2008

ma che mu, ma che mu, ma che musica maestro



Questo ragazzino vestito da tranviere e con la faccia da Cicciobello è Lang Lang, il fenomeno musicale del momento. Ieri sera lo abbiamo ascoltato all'Auditorium del Lingotto con questo programma:
Frantz Schubert - sonata in la maggiore D.959
Bèla Bartòk - Sonata
Claude Debussy - 7 preludi
Fryderyk Chopin - Polacca in la bemolle op. 53.
Io non sono un critico e non ne capisco una cippa anche se la musica mi piace tantissimo, e dunque non sono in grado di fare recensioni. Però questo venticinquenne diplomato al Conservatorio di Pechino mi è sembrato possedere una tecnica strepitosa sia quando accarezza la tastiera con un preludio di Debussy sia quando la randella con le note di Bèla Bartòk. Credo sia piaciuto anche al resto del pubblico visto che non c'era una sola poltrona vuota e al momento degli applausi è venuto giù il teatro. Ha dato un unico bis: il Sogno D'Amore di Listz. Peccato.
Tornando a casa mi chiedevo: ma la Cina non era il paese della Rivoluzione Culturale? E durante la rivoluzione culturale non si era distrutto e bandito tutto ciò che riguardava la musica occidentale? E la rivoluzione culturale non è ufficialmente finita nel 1976? E allora, come caspita avranno fatto questi cinesi a rimettere in piedi in pochi anni un Conservatorio in grado di sfornare un Lang Lang? Non sarà mica il caso che andiamo a vedere come si fa..







2 commenti:

papavero di campo ha detto...

metti pure che sono un miliardo e sulla distribuzione dei genii vi sarà la probabilità!
mi piace lo sguardo estatico del giovane rapito dalla sua musica, e il programma del concerto sembra una scelta sognante

Rosy and Angy ha detto...

ciao! è vero quello che dici... ma i grandi artisti ci sono sempre stati anche durante la rivoluzione...! i più perseguitati durante la rivoluzione erano gli attori di teatro perchè alcuni facevano rappresentazioni contro il regime... ogni regime totalitario tende a controllare l'arte per paura che metta in testa alla gente dei pensieri politici divergenti da quello del sistema, ma ciò non vuol dire che sul piano tecnico fosse vietato cantare o suonare...anzi ai tempi erano molto in voga i cantanti lirici (che ovviamente cantavano canzoni di stato). Lo so perchè me l'hanno detto i miei genitori che adesso hanno piu di 50 anni e quindi hanno vissuto in prima persona il periodo della rivoluzione culturale, proprio quando erano giovani...
comunque è vero che l'arte quando è controllato da un regime non è più arte perchè non permette all'individuo di esprimersi liberamente... ma ciò non vuol dire che non potesse esistere già un conservatorio, di stato, ma pur sempre un conservatorio...
Nel 76 comunque penso che Lang Lang non doveva essere ancora nato e dal 76 ad oggi ce ne sono stati di cambiamenti anche sul piano della libertà di espressione...!
un saluto

Rosalba

ps= se vuoi visitare il mio blog è

www.monchouchoumilano.blogspot.com

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