Per i Francesi è Art Nouveau, noi l'abbiamo definito Stile Liberty, in Germania è lo Jugentstil e in Austria si chiama Sezessionstil, ma è sempre la stessa zuppa (con rispetto parlando), un movimento artistico nato intorno alla fine del diciannovesimo secolo che ha rivoluzionato d'amblè il modo di intendere pittura architettura e tutte le arti applicate, dalla gioielleria all'arte funeraria. Il successo planetario delle sue linee ondulate e sensuali è stato moltiplicato in maniera esponenziale dalle molte esposizioni internazionali (una, importantissima, anche a Torino nel 1902) ma è stato anche in un certo senso causa dell'atrofizzazione di un movimento partito da motivazioni ben più sostanziali che non la pura e semplice decorazione, tanto è vero che Bruno Zevi scrive
In termini culturali, il movimento ebbe immensa levatura: nel giro di un quinquennio affrancò l'avanguardia dai revivals stilistici, plasmando e diffondendo un linguaggio inedito che sin dall'esordio assimilò i processi industriali in chiave delle sue finalità espressive.
In campo architettonico tutti i testi concordano nell'individuare l'edificio numero zero dell'Art Nouveau in Casa Tassel, un edificio costruito nel 1893 a Bruxelles dal genio di Victor Horta.
Il prospetto lungo via Paul-Emile Janson è ancora abbastanza convenzionale anche se Horta rielabora il bow window e lo rende parte integrante della facciata creando una sorta di rigonfiamento ondulato che anticipa le linee sinuose degli edifici futuri. Può apparire un dettaglio, ma è frutto di una progettazione maniacale e precisa che raccorda alla perfezione il rivestimento in pietra, i serramenti in legno e le strutture metalliche lasciate a vista.
Purtroppo non tutti gli inquilini sono amichevoli come quelli di Rue Campagne Premiére , e sulla porta di casa Tassel un cartello avverte perentoriamente che si tratta di una casa privata e che i passanti sono vivamente pregati di NON chiedere di entrare.
E così non abbiamo potuto vedere non dico gli interni, ma nemmeno l'atrio di ingresso con la luce che piove dall'alto e l'aerea scala d'ingresso a giorno, celeberrima e riprodotta su tutti i testi di architettura. Mi sono comprata la cartolina, ma non è la stessa cosa.Anche la Casa Solvay, di cinque anni posteriore, è privata. Accetta visitatori, ma solo su prenotazione, solo in certi giorni, e solo per gruppi numerosi, e va da sé che noi due, capitati in un giorno qualunque e senza aver prenotato, siamo rimasti fuori.
Tutto quello che posso mostrare sono la facciata con le grandi vetrate in legno
e alcuni particolari in cui si può cogliere la maestria con cui Horta accosta materiali diversi, lasciando tutta all'esterno la struttura metallica e arretrando appena il serramento in legno
(continua)
8 commenti:
Parlerai di Casa Horta, vero? Anima i miei sogni notturni e diurni. Mi accontenterei di un pezzo della balaustra delle scale...
Ero qui che l' aspettavo, l' Art Nouveau! Bellissime le foto dei dettagli e straordinario Horta, vero?
Mi piacciono tutti i tuoi post ma questi più tecnici sono imperdibili. Ho studiato storia dell'arte troppo tempo fa e tu e Grazia provvedete a rinfrescarmi la memoria nel modo a me più congeniale. :))
D'accordo con giacy.nta, per non parlare delle foto!
Adesso però visto la Pasqua imminente fatemi anche un post sulla cioccolata eh! Torinese o belga, vedete voi.
Bye&besos cacao-holic!
quanto mi piace leggerti! E intanto imparo...
Mi sa che qui tocca andare pure a Bruxelles...
Mi ha interessato moltissimo il tuo post (e il tuo blog!). Tutto quello che dico si riferisce ad altre persone che l'hanno visto e fotografato. Io l'ho visto anni fa, senza veramente cercarlo...
Complimenti! E veramente mi è piaciuto. L'ho messo su Facebook anche...
E lo riferirò sul blog...e Buon Anno 2013 per voi!
Come mai non ero passata qui? Sono amica di Nela San...
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