Ancora una precisazione prima di dare inizio alle danze: i ristoranti di New York molto raramente sono illuminati decentemente: si guadagna la propria postazione brancolando a tentoni, e non ci si siede in braccio ad un altro avventore solo in virtù di fioche lucine di emergenza e qualche baluginante fiammella di candela accesa sui tavoli. Espediente in grado di rendere suggestiva anche la cena più squallida, è vero, ma che limita drasticamente ogni velleità fotografica.
Partiamo, as usual, dall'estremità sud di Manhattan.
Financial District
Wall Street, le sedi delle grandi banche, La Federal Reserve Plaza, ma anche Battery Park, Water Street e il turisticissimo Molo 17, per non parlare di Ground Zero, si trovano tutti in questo quartiere. I locali sono tantissimi, di tutti i generi e per tutte le esigenze, dal super ristorante che vanta tra i clienti grandi agenti di borsa e autentici big della finanza, e ci vuole il mutuo solo per dare un'occhiata al menu, alle decine di chioschetti presi d'assalto nella pausa pranzo da frotte di impiegati con la giacca sul braccio e la cravatta allentata.
della Fraunces Tavern ho parlato in un post apposito perchè, a differenza di Delmonico's, ci ho veramente pranzato. Si fregia di essere la più antica locanda di New York ma in realtà è stata ricostruita in epoca recente. Mantiene comunque un discreto fascino, e se non è il caso di precipitarcisi apposta può valere la visita se ci si trova a transitare nei paraggi. In questo periodo resta aperto il museo mentre il ristorante è in fase di ristrutturazione. La riapertura prevista per giugno 2010 è stata rimandata a data da destinarsi.
Chinatown e Little Italy
A Little Italy i ristoranti italiani pullulano, e sono presi d'assalto da nugoli di turisti entusiasti di assaporare quella che loro credono sia la autentica cucina italiana. In realtà gli chef squadernano un repertorio largamente contaminato da usi e consuetudini che poco hanno a che vedere con le tradizioni di casa nostra, abusano sconsideratamente di olio e aglio e tendono ad usare una quantità esagerata di ingredienti che coprono il vero sapore del piatto. Non voglio dire che a New York non esistano buoni ristoranti italiani, ma non vanno cercati a Little Italy.
Probabilmente anche Chinatown si è molto contaminata a beneficio dei turisti, però l'impressione che si ha passeggiando per le sue strade è di trovarsi in un mondo a parte, un pezzo di vera Cina piombato chissà come nel mezzo di un'altra città. La stessa impressione di autenticità la danno anche i ristoranti, frequentati come sono soprattutto da cinesi, anche se i turisti ci sono e sono anche numerosi. Poche sono le somiglianze con i ristoranti cinesi che abbiamo in Italia, se vorrete sperimentare troverete parecchie sorprese, qualcuna celestiale e qualcun'altra un po' meno, in ogni caso tenete conto che anche l'involtino primavera avrà un sapore diverso da quello che siete abituati a mangiare in Italia.
TriBeCa e SoHo
Tribeca è il quartiere dell'omonimo Film Festival ma questo non significa che DeNiro stia appostato dietro ad ogni angolo ad aspettare voi, e SoHo è il quartiere delle boutiques di moda e dei negozi di alta classe
In zona c'è uno dei più bei ristoranti della catena Le Pain Quotidien al numero 100 di Grand Street angolo Mercer Street,
ma in tutta Manhattan ce ne sono molti altri un po' dappertutto, e sono tutti affidabilissimi poco dispendiosi e molto piacevoli.
62 Spring street angolo LaFayette - ristorante molto carino ed elegante, sul genere vegetarian-salutista che piace molto da queste parti, ambiente piacevole e cucina così così. Diciamo che è un locale perfetto per quando i piedi vi comunicano la decisione di scendere in sciopero: sedie comode, una bella vista sulla gente elegante che passeggia in strada, cibo sano e garantito privo di coloranti aromatizzanti e conservanti
al 68 di Thompson Street, grazioso bar come decine di altri, del resto, in cui cercare insalate discrete, panini e wraps. Nota di carattere generale: quasi tutti i locali prevedono nel loro menu degli Home Made Cookies: non lasciatevi ingannare dall'idea che si tratti di un impasto casereccio di farina zucchero e burro, ricordate che quasi sempre home made in America significa soltanto che qualcuno ha schiaffato nel forno una miscela preconfezionata.
The International Culinary Center 462 Broadway tiene corsi di cucina ad altissimo livello, ce ne sono per per dilettanti ma per la maggior parte sono corsi di specializzazione per superprofessionisti, a cura del French Culinary Institute. Alla scuola è annesso il ristorante Ecole, per accedere occorre prenotare, naturalmente, e la lista di attesa è lunga come la quaresima. Ci ho provato un paio di volte mentre ero là, ma non mi è mai andata bene
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Lower East Side
quartiere compreso tra Houston Street, Delancey Street, L'East River e Bowery, ci coabitano cinesi ebrei dominicani e una nuova classe di giovani artisti in cerca di successo.
Tutta la zona è ricca di ristoranti e locali di ogni genere, ma la parte del leone la fanno i locali di cucina ebraica e cinese
Katz's Deli al 205 di East Houston Street. La sua specialità è la cucina ebraica, panini al pastrami con cetrioli e torte alla crema la cui digestione non si dimostra affare da poco. Non perdetevelo per niente al mondo soltanto se Harry ti Presento Sally è uno dei vostri film preferiti, a tutti gli altri basterà sapere che il cibo non è niente di speciale e il locale vive di rendita sulla fama del tempo che fu.
Al numero 89 di East Broadway, sotto il Manhattan Bridge, c'è Pho 89,
Ristorante vietnamita dall'appeal apparentemente non irresistibile in cui siamo capitate per caso dopo la grande parata del capodanno cinese e soltanto perchè stremate da una permanenza di ore al gelo polare di gennaio
Abbiamo ordinato un menu completo per due persone e ci hanno portato tanto di quel cibo da sfamare un esercito. Tutto buonissimo e molto a buon mercato. Morale: mai fidarsi delle apparenze.
East Village
Una volta quartiere di immigrati e proletari, poi di artisti d'avanguardia e ora diventato luogo di residenza di newyorkesi abbienti, l'East Village si estende fino a comprendere Alphabet City, dove le strade dopo la First Avenue non sono indicate con un numero ma con una lettera dell'alfabeto,
La zona vanta una alta concentrazione di ristoranti indiani. Di solito si tratta di posti super economici in cui si mangia anche molto bene, non lasciatevi intimorire dalle grandi cascate di lumini colorati che pendono dal soffitto e vi accarezzano le orecchie mentre i camerieri volteggiano roteando torte di compleanno con le candeline accese: gli incendi sono abbastanza improbabili. Noi siamo stati al Panna II garden Indian restaurant al numero 93 di First Avenue, ma ce ne sono moltissimi altri tra i quali scegliere il ristorante indiano che diventerà vostro beniamino.
Casimir Restaurant sempre ad Alphabet City, si trova al 103 Ave B tra 5th e 6th st. D'estate i tavoli vengono apparecchiati nel piccolo giardinetto interno. Menu interessante con molti piatti inusuali grazie ai quali ho scoperto l'esistenza del maki-maki, un pesce del Pacifico che non avevo mai sentito nominare in vita mia.
antica pasticceria napoletana fondata nel 1894 al numero 342 di East 11 Street tra la First e la Second Ave. Una delle poche pasticcerie di New York in cui i dolci hanno la dimensione di un boccone e non quella di una ruota di camion steroidizzata
31 Great Jones Street tra Bowery e LaFayette. Ristorante americano in cui sono stata invitata da una americana doc. Cucina raffinata e ottimi vini, ricordo con nostalgia una carne deliziosa servita con un contorno di pesche sciroppate che sicuramente non provenivano da una scatola. Penso che i prezzi siano elevati, ma non avendo pagato io non lo posso sapere con assoluta certezza
al numero 300 di East 12th st tra First e Second Ave Angelika è un ristorante di tendenza vegetariano vegana, nel suo menu si trovano molti pani a base di semi che ricordano assai da vicino il becchime per gli uccellini e hanno un peso specifico pari a quello del piombo. Ma nonostante tutto mangiarci un paio di volte è un'esperienza molto divertente
Prune, al numero 54 Di First Street, tra First e Second Ave, è un
ristorantino come ce ne sono a decine ma attualmente è sulla cresta dell'onda più di altri, e così per assicurarsi un tavolo per il brunch domenicale i trentenni newyorkesi fanno la fila. Nel mio piatto: salmone marinato, pesce affumicato, aringa e polpettine di gefilte fish accompagnati da pane scuro tedesco con i semini e cracker Wasa presi direttamente dalla scatola. Tutto abbastanza ordinario e niente di entusiasmante. Se non vi interessa particolarmente la qualità del cibo ma volete giocare a essere un po' giovane professionista newyorkese, è il posto adatto.
Second Avenue Deli - 162 East 33 rd Street tra Lexington Ave. e 3rd Ave. Altro ristorante Kosher la cui fama supera la reale qualità del cibo e del servizio attuali.
Caravan Of Dreams, al numero 405 di East 6th Ave.
E' un delizioso ristorantino sul genere osteria familiare vagamente francesizzante e che propone una cucina vegetariana con ingredienti organic, ça va sans dire. Nel menu si trovano anche alcune preparazioni Raw, cioè quei piatti in cui, se ho capito bene, il cibo deve essere crudo ma avere l'apparenza del cibo cotto. Spiego meglio: finte lasagne fatte con fette di zucchina cruda, wraps in cui al posto della tortilla c'è una foglia di lattuga, e un grande uso di burro di mandorle e farina di carrube per tenere assemblati gli ingredienti, ma chissà perché, quasi mai il menu prende in considerazione una normale insalata che è un cibo che più raw non si può. Cibi raw a parte, alcuni accostamenti apparentemente azzardati si sono rivelati interessanti, come
questi ravioli in salsa di anacardi con spinaci e avocado
West Village
Cafe WHA, 115 McDougal tra Bleeker Street e West Third: Allen Ginsberg era cliente abituale, Jimi Hendrix Bob Dylan Bruce Spingsteen Richard Pryor e Bill Cosby hanno artisticamente mosso qui i primi passi. Se la cosa non vi fa' né caldo né freddo, peggio per voi, ma non ditemi poi che non ve l'avevo detto.
Café Le Figaro, 184 Bleeker Street angolo MacDougal Street, era un altro tempio della Beat generation ma è scomparso recentemente. Amen.
FRENCH ROAST nel west village al 78 W. 11th Street at 6th Avenue, ma esiste anche un secondo French Roast nell'Upper West Side, è un altro di quei locali che si piccano di cucinare alla francese. Nel caso in questione: french toasts fritti in anticipo e riscaldati al micro onde fino a che hanno raggiunto la consistenza del chewing gum
Andateci solo se il vostro amico americano vi ci trascina con l'intenzione di farvi deliziare, e se gli volete bene non deludetelo dicendogli la verità.
406 Sixth Ave tra 8th e 9th street, per assaggiare almeno una volta nella vita un must i della cultura gastronomica newyorkese: bagel con cottage cheese e salmone affumicato
Cornelia Street Café - 29 Cornelia Street tra Bleeker st e W 4th st ristorante molto In, con una lunga sala al piano terra molto più buia di quanto non appaia nella fotografia qui sotto, presa dal loro sito,
mentre questa è l'unica che mi è riuscito di fare. In ogni caso, chi nonostante il buio riesce ad arrivare indenne al piano interrato sappia che si tengono abitualmente concerti di jazz e letture di poesia di ottimo livello.
Ambiente molto raffinato ed elegante, cibo vegetanvegano, of course, non all'altezza delle aspettative. Prezzi ragionevolmente medio-alti
chef sempre un pochino sopra le righe, molto popolare anche grazie alla lunga coda di capelli rossi e le crocs ai piedi
si trova al 110 di Waverly Place tra Mac Dougal st e sixth Ave, a due passi da Washington Square. Vende anche una quantità enorme di libri di ricette in cui spiega la vera cucina italiana, e io, da brava piemontese, sono corsa a leggere la sua ricetta di Brasato al Barolo che vi ho copiato paro paro. Ogni commento è superfluo. (per chi avesse difficoltà con la traduzione riporto di seguito anche la traduzione automatica di Google)
- ¼ di tazza di olio extravergine di oliva
- 4 16 once costine di manzo breve
- Kosher sale e pepe nero appena macinato
- 2 carote, pelate e tritate grossolanamente
- 1 cipolla, tritate grossolanamente
- 2 gambi di sedano, più o meno chopped5 spicchi d'aglio a fette sottili
- 2 tazze di Barolo o altro vino corposo rosso
- 1 16-ounce barattolo di pomodori pelati, schiacciati a mano con i loro succhi di frutta
- 1 tazza di brodo di pollo marrone
- ½ mazzetto di timo
- ½ mazzetto di rosmarino
- ½ mazzetto di origano
- Gremolata
Foglie dal 1 mazzetto di prezzemolo Zest piatto foglia di due limoni, tagliate a julienne ¼ libra rafano fresco, grattugiatoPreriscaldare il forno a 375 gradi F
In un ampio, dal fondo pesante forno padella o olandese, scaldare l'olio d'oliva a fuoco alto finché non fumare. Stagione le costole con sale e pepe e cuocerli a fuoco vivace fino a quando marrone profondo su tutti i lati, a circa 15 minuti totali.
Rimuovere le costole breve per un piatto e mettete da parte. Aggiungere le carote, cipolla, sedano e aglio nella padella e cuocere a fuoco vivace fino a doratura e ammorbidita, circa 4 minuti. Condire con sale e pepe e mescolate con il vino rosso, pomodoro e succhi di frutta, brodo di pollo e le erbe, raschiando il fondo della padella con un cucchiaio di legno per rimuovere i bit marrone. Portare il composto a bollore e restituire le costole breve alla padella. Coprire con un foglio di alluminio e mettere in forno. Cuocere per 2 ore, o fino a quando la carne è molto tenera e letteralmente cadere le ossa.
- Per rendere la gremolata:
In una piccola ciotola, unire il prezzemolo, la scorza di limone e il rafano e gettare liberamente a mano.
Mettere una costola breve per ogni contenitore, in alto con un po 'di sugo e una manciata di gremolata, e servire subito.
Meatpacking District
quartiere di ex mattatoi , è diventato una delle zone In di Manhattan. Anche qui come dappertutto in questa città dove difficilmente gli abitanti si cucinano da soli ciò che mangeranno, ci sono moltissimi ristoranti, anche se parecchi sono stati spazzati via dalla crisi degli ultimi mesi
Tra gli indomabili, per quanto ne so resistono
PASTIS, 9 9th Ave , Bistro Francese con un grande bancone all'interno e dehor all'aperto per le cene d'estate. Breakfast, Aperitivi e Brunch.
NERO D'AVOLA, 46 Gransevoort street all'angolo con Greenwich street
qualche anno fa si chiamava semplicemente NERO, nome felicemente allineato con l'assoluto totale e infendibile buio in cui ci si ritrovava non appena varcata la soglia.
(Il seguito alle prossime puntate)
3 commenti:
Stunning pictures as always. I enjoy visiting your blog and reading your excellent posts. Chiao!
Mai fare promesse avventate in rete, tutto rimane e nulla si dimentica! Ma come al solito tu non hai deluso, grazie per l'immane lavoro!
una infinita carrellata molto utile su quali farci un pensierino e su quali non perderci tempo, utilissima, un bacione per averci illuminato così in dettaglio ;-)
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