Gli agenti immobiliari di New York devono avere una passione per gli acronimi. Se ne inventano uno per ogni zona della città, tanto o poco délabré che sia, che si sono messi in mente di riportare a una nuova vita. Facendoci ovviamente un sacco di soldi, savàsandiiiir.
SoHo è solo il primo che viene in mente, e non deriva il nome dall'omonimo quartiere londinese ma identifica il grumo di strade South of Houston, a sud di Houston Street, ed è il quartiere della moda e delle boutiques ma soprattutto il quartiere delle più belle architetture in ghisa anche se sono troppo pochi quelli che ci fanno caso. Ma visto che a New York è fondamentale trovare sempre nuovi stimoli (e nuovi modi di fare soldi), una volta risistemato SoHo è stata la volta di TriBeCa, Triangle Below Canal Street, un'area sotto Canal Street zeppa di magazzini desueti e cascanti trasformati in men che non si dica in loft contesi a suon di dollari da artisti e galleristi, e dopo TriBeCa è arrivata NoLita, North Of Little Italy, area caduta di tono e da un po' di anni resa pure lei trendy e frizzante da benemeriti e disinteressati immobiliaristi.
Naturalmente la crescita si è coniugata con un proliferare incredibile di locali localini e e localetti, quasi sempre molto carini e accoglienti anche se di rado si rivelano memorabili sotto il profilo culinario. Qui siamo a Spring Natural, dove si servono solo cibi naturali organici e supercertificati (in questa città è una vera ossessione, certificano perfino che l'acqua contiene zero calorie) fatti in casa e cucinati con il minimo possibile di manipolazione, il mio salmone al vapore con insalata di lenticchie e pomodorini era coreograficamente molto accattivante ma completamente ghiacciato, e sciapo oltre ogni aspettativa. E va bè pazienza, non si vive solo per mangiare e per lo meno le foto mi sono venute carine.
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