lunedì 28 maggio 2012

La Partenza



Dal sito Memocuneense

......Il 24 maggio 1942 la Divisione Alpina Cuneense al completo era stata concentrata a Cuneo per la consegna  delle medaglie al Valor Militare concesse ai tre Reggimenti della Divisione, la Medaglia d'Argento al 1° e al 2° Alpini e la Medaglia di Bronzo al 4° Reggimento Artiglieria Alpina per le operazioni svolte nella Campagna di Grecia - Albania del 1941. 
I Reparti, con gli organici al completo, sfilano in Corso Nizza a Cuneo, davanti al Re Vittorio Emanuele III. A marzo dello stesso anno era stato costituito il Corpo d'Armata Alpino, destinato al Fronte Russo, composto oltre che dalla Divisione Cuneense, anche dalla Tridentina e dalla Julia, assegnato al Generale Gabriele Nasci. Il 9 luglio venne istituita l'ARMIR (Armata Italiana in Russia), comandata dal Generale Italo Gariboldi, di supporto al Corpo di Spedizione Italiano in Russia (CSIR), inviato a fianco dei tedeschi alla fine del 1941. Mussolini era convinto che l'Unione Sovietica sarebbe stata sconfitta in pochi mesi e ordinò ai comandi militari di affrettare la partenza delle truppe dell'ARMIR. Dal 17 luglio 1942 iniziarono le partenze delle tradotte dal Cuneese: dalla stazione di Mondovì il 17 luglio, il 26 dalla stazione di Borgo San Dalmazzo, il 27 luglio alle ore 21 da Cuneo parte il convoglio numero 3 con il Comando di Divisione: ha così inizio il lungo viaggio dal Piemonte al Don. Furono necessarie 52 tradotte per trasportare l'intera Divisione Cuneense. A distanza di 70 anni da quell'evento la Sezione A.N.A. di Cuneo e il Comitato Memoriale Divisione Alpina Cuneense con  l'Associazione Culturale "Tracce di Memoria" hanno organizzato  una mostra storico-commemorativa dal titolo: La Partenza.............







In mostra non soltanto strumenti e  oggetti  appartenuti agli Alpini, 

 ma anche  moto, veicoli, 


perfino un paio di muli  con i finimenti originali del tempo di guerra, e tutto quanto è stato possibile raccogliere,  per restituire ai visitatori un ritratto commosso ma  non retorico  di questa pagina della nostra storia recente.























 

Tra le altre testimonianze,  anche una pagina dal diario dell'Alpino Dionigi Galvagno, classe 1914, 63° Squadra Panettieri. Mio suocero.

 ... del gruppo di amici solo io ritornai avendo fatta tutta la ritirata......

Parole che ripeteva  sovente, e ogni volta  la voce gli si spezzava. 







5 commenti:

Antonietta ha detto...

i ricordi sono il nostro passato e il nostro futuro, guai a scordarselo

Grazia ha detto...

Quanti ne sono partiti e quanti pochi ne sono tornati. Spetta a noi che la memoria rimanga. E' una mostra che mi piacerebbe vedere per ricordare,ancora e sempre

dona ha detto...

Le mostre sugli oggetti di guerra hanno sempre esercitato un grande fascino su di me. Una specie di attrazione mista ad umana pietà che non mi so spiegare.

Giuliana ha detto...

Dede, queste foto mi stringono il cuore, ho un groppo in gola.
Mio padre doveva andare alpino, invece fu dirottato al Genio pontieri, vide lo sbarco in Sicilia, fu preso prigioniero poi a Mantova l'8 settembre e deportato in Austria da dove, dopo due anni è fuggito ed è tornato in Friuli a piedi, vivendo nascosto.
Ha sempre raccontato della guerra, ma mai, mai della prigionia.
Leggere il tuo post, vedere le foto, è come sentire raccontare mio padre, ed è doloroso..
Mai più la follia della guerra, mai più. Anche se di guerre è pieno il mondo. L'uomo, è una brutta bestia...

giacy.nta ha detto...

Più di ogni suppellettile, mostrina o bandiera a spiegare la guerra è la semplice e toccante testimonianza scritta di tuo suocero.
Ciao, Dede.

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