Allora mancavano i soldi per comperare libri. Li prendevo a prestito dalla biblioteca circolante Shakespeare & Company, che era la biblioteca e libreria di Sylvia Beach al 12 di rue de l'Odéon. In quella strada fredda e spazzata dal vento era un posto caldo, allegro, con una grossa stufa durante l'inverno, tavoli e scaffali di libri, libri nuovi in vetrina e sulle pareti le fotografie di scrittori famosi, morti e viventi. Le fotografie sembravano tutte istantanee e anche gli scrittori morti avevano l'aria di esser vivi. Sylvia aveva un viso vivace, finemente scolpito, occhi castani vivi come bestiole e allegri come quelli di una bimba, e una capigliatura castana, ondulata, pettinata all'indietro per lasciare scoperta la bellissima fronte e tagliata sotto le orecchie e all'altezza del colletto del suo vestito di velluto marrone.
Ero molto intimidito la prima volta che entrai nella libreria senza avere con me il danaro sufficiente per iscrivermi alla biblioteca circolante. Mi disse che avrei potuto versare il deposito quando avessi avuto i soldi e mi consegnò una tessera e disse che potevo prendere tutti i libri che volevo. Non aveva alcun motivo per fidarsi di me e l'indirizzo che le avevo dato, rue Cardinal Lemoine 74, non avrebbe potuto essere più scoraggiante. Ma era una donna deliziosa e incantevole e ospitale e dietro di lei - alti fino al soffitto e dilaganti fin nel retrobottega che dava nel cortile interno - c'erano scaffali e scaffali carichi di tutto il ben di Dio della biblioteca.
Ernest Hemingway - Festa Mobile - Oscar Mondadori 25 marzo 1969
Finalmente questa volta sono riuscita a ritagliare un'ora per un pellegrinaggio da Shakespeare and Co. La libreria si è spostata da un pezzo da rue de l'Odéon, adesso si trova in una bassa casetta sul lungosenna a due passi da Notre Dame.
I divani dai cuscini consumati sono sempre a disposizione di chiunque,
e anche il famoso cartello Non siate inospitali con gli estranei, potrebbero essere angeli in difficoltà è lì dove ti aspetti che sia
i libri che ricoprono ogni centimetro di parete hanno la copertina malandata al punto giusto
il linoleum sui gradini denuncia di aver fatto le sue battaglie, un tizio da qualche parte maltratta un pianoforte - e le trombe di Eustachio di chi transita nelle vicinanze - lettori appollaiati un po' dovunque sfogliano un libro con l'aria pensosa di chi sa.
Tutto è esattamente come da copione, fin troppo. E' allora che capisci che in fondo è tutta una messa in scena per turisti nostalgici e un po' snob, come in realtà sei anche tu. Ti prende un briciolo di disagio, e te ne vai pensando che avresti fatto molto meglio a non venirci.
9 commenti:
ehh no, lo dici ora che l'hai visto, ma se non ci fossi stata ti rimaneva un rimpianto, diciamo che ti ha un po' deluso ^____ ^
P.S. dovrei disturbarti per chiederti un consiglio....ma non sentirti obbligata, ho una nipote che è al politecnico e studia design d'interno, per il suo compleanno pensavo di regalarle un libro inerente all'argomento ma non so da dove cominciare, sapresti darmi qualche dritta nel senso di qualche titolo?
grazie anche solo per perdere tempo a leggermi, ciauzzzzz
la scelta di libri è sterminata, dimmi qualcosa di più di tua nipote: a che anno è? hai idea delle materie che la interessano maggiormente? scrivimi, vedremo di scegliere insieme
mentre leggevo mi ricordavo di aver letto queste parole...c'è una Shakespeare and Co. anche a Monaco, ma non ci sono mai entrata...il perchè boh.
Però ci sono luoghi anche se solo per turisti, anche se rimpianti un po' scialbi e costruiti di un tempo che fu che bisogna comunque vedere forse per dire che erano così...
La sensazione che ti ha preso verso l'uscita è abbastanza spiacevole ed anch'io l'ho provata in altri ambienti del genere, però ci ha regalato anche un bellissimo post.
:-)
E' questo che mi piace di te (oltre al buon gusto e al senso dell'umorismo): l'onestà intellettuale.
Sì, quel sottile disagio nasce, credo, dalla disillusione: ci si crede tra gli happy few e ci si ritrova invece numeri dell'ennesimo esperienza di turismo (più o meno) di massa.
Ma sentire quel disagio, ai miei occhi, riscatta molta di quell'ingenua aspettativa di esser tra i pochi a capire o a desiderare un'esperienza "culturale" davvero autentica.
Mi associo a Giacinta, comunque: forse questo sentimento così scomodo da riconoscere e ammettere ti ha fatto scrivere tra i post più belli che io abbia letto qui da te. Grazie!
ciao dede, avevo in mente di fare un post su Shakespeare &Co..quando sono stata a Parigi, poi ho lasciato le foto da parte perchè avevo già postato tanto e volevo fare un post a parte...ma c'è il tuo che mi ha fatto ripiombare nell'atmosfera...io sono un po'romantica e mi è pisciuta tanto la storia di questi personaggi...dalle finestre notre dame, e l'odore di libri che amo tanto...
ma ora leggendoti forse sarà per turisti ..ma un attimo di magia me l'ha regalato
Noooo non togliermi l'illusione, non ci sono mai stata e mi è sempre rimasta la voglia di farlo (forse una scusa per tornare....). E adesso????
Per una libreria che è sempre al top delle classifiche di quelle mondiali, un post fuori dal coro, di chi è riuscito a visitarlo mantenendo occhio critico e scevro dalle convenzioni. Non nascondo che dietro ci possa essere un'abile strategia pubblicitaria. Anch'io mi sono chiesta se un posto così riesca a sopravvivere solo vendendo libri e quanti veramente ne venda. In ogni caso, vedendo quella che sopravvive a Parigi, mi è sempre venuto il parallelismo con quella di Saba a Trieste, che invece, tri(e)stemente, annaspa.
Bye&besos
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