Pare che Montmartre debba l'origine del suo nome al martirio di Denis, apostolo della Gallia e primo vescovo di Parigi, a cui i Romani proprio su questo colle tagliarono la testa intorno al 250. L'avevano tagliata anche ad altri due cristiani: Eleuterio e Rustico, ma mentre questi ultimi si erano rassegnati docilmente al destino, cadendo a terra e restandoci, Denis, raccolta la capa mozzata, camminò e camminò verso nord fino a crollare nel posto esatto in cui i fedeli gli costruirono svariati anni dopo, la cattedrale a lui intitolata.
E direi che sull'omaggio non c'è proprio nulla da eccepire, saint Denis se l'è ampiamente meritato.
Sulla collina (di Montmartre, come già detto) c'era un piccolo villaggio circondato da vigneti. Ne restano ancora alcuni da cui si produce tuttora qualche centinaio di bottiglie di un vino che a detta degli intenditori è abbastanza mediocre, ma che offre un ottimo pretesto per una festa di quartiere assai partecipata. Intorno al 1860 il piccolo villaggio viene annesso alla città di Parigi. Offre aria buona ma soprattutto case a buon mercato, e tra la fine dell'800 e l'inizio del 900 cominciano ad arrivarci pittori e artisti.
Renoir per primo vi installa il suo studio, e via via seguono tutti gli altri. Ma tutti veramente, non uno escluso.
Inevitabile che con queste credenziali Montmartre sia diventata una meta turistica imprescindibile anche per chi a Parigi ci resta soltanto ventiquattr'ore.
E' un peccato che la maggior parte di loro tornerà a casa convinto che Montmartre sia soltanto l'affollata piazzetta zeppa di ristorantini, venditori di souvenir e attempati pittori che, in uniforme con camicia a sbuffo e fiocco, per pochi euro sfornano a getto continuo ritratti tutti uguali e caricature che mettono una enorme tristezza. Mi chiedo sempre se, una volta rientrati, questi ritratti verranno davvero appesi, debitamente incorniciati, nel soggiorno di casa, o più probabilmente finiranno nell'oblio di qualche cassetto per poi riemergere casualmente, suscitare qualche appannato e commosso ricordo e venire infine definitivamente archiviati nel cestino della carta straccia. Che sarebbe la soluzione più onorevole per tutti.
Peccato davvero, perchè Montmartre offre moltissimo. E' sufficiente non farsi catapultare sulla piazza da un tourist bus ma arrivarci piano piano a piedi per accorgersene.
Meglio partire da basso, da place des Abbesses
che conserva la più bella delle stazioni Metro di Guimard
un grazioso giardinetto dove, sotto una Gilda
che non riesce ad esser conturbante quanto l'originale, ma apprezziamo le buone intenzioni del pittore,
su un muro blu qualcuno ha scritto la parola amore in tutte le lingue del mondo
e dove c'è la Chiesa di St Jean de Montmartre,
che fu costruita nel 1904 ed è uno dei primi edifici con struttura in cemento armato.
Salendo dal place des Abbesses si raggiunge place Emile Goudeau
dove, nel mitico Bateau Lavoir
Picasso aveva dipinto Les Damoiselles d'Avignon. E' particolarmente interessante la vicenda di questo ex laboratorio di pianoforti, che fu trasformato dal proprietario in minuscoli appartamenti dove si sbronzarono più o meno tutti, da Modigliani a Braque ad Apollinaire e Rousseau e chissà quanti altri. Ma è un'altra storia e ne riparleremo.
Noi continuiamo a salire, per arrivare fino a place Aymé, dove un uomo di bronzo emerge correndo da un muro
C'è una storia abbastanza curiosa anche su questa scultura, ma se mi mettessi a divagare il post diventerebbe troppo lungo. Però la storia è davvero carina e prometto che prima o poi la racconto.
5 commenti:
Meno male che c'è scritto "prima puntata":mi hai stuzzicato l'appetito e ora aspetto con ansia gli altri racconti.E intanto quello che dici dei ritratti fatti dai pittori di strada è verissimo. Mi hanno sempre fatto tristezza e l'unico ritratto che mi sono fatta fare è da più di venti anni nel cestino della carta straccia:oltre tutto non mi somigliava nemmeno.
Un abbraccio
g
Quanti bei ricordi......grazie!
Ecco perché hanno messo in sconto la Lonely Planet su Parigi!!! E questo è solo l'inizio, eh? Promette molto bene.
L'ho raggiunta come te a piedi e ritornarci così, con le tue belle foto e la tua guida non mi dispiace affatto... Non farci sostare troppo in place Aymé! :-)
Io l'ultima volta la visitai sotto una tale pioggia che fu come non vederla... meno male che ci sono le tue foto1
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