lunedì 18 gennaio 2010

Four Seasons Hotel a Manhattan

Tra i mille progetti curati da Ieoh Ming Pei, di cui nel post precedente abbiamo visto il Deutsches Historisches Museum, c'è anche la sistemazione interna del Four Seasons Hotel a New York.




E qui occorre una doverosa precisazione: di solito non mi passa mica per la testa di andare a scannucciare dentro agli hotel di lusso, ma ogni tanto la fida Rough Guide fornisce informazioni a cui è difficile restare indifferenti e allora l'imperativo categorico diventa andare a controllare con i propri occhi.  Lo avevo fatto già per il Waldorf Astoria e posso garantire che in quel caso la guida non aveva scritto bugie: nelle toilettes delle signore ci sono veramente specchi dorati e caminetti accesi. La specchiera la potete vedere  bene ma sul fuoco acceso dovete credermi sulla parola, appena ho tirato fuori la macchina foto le due cameriere si sono messe in posa proprio lì davanti.



Ma torniamo al Four Seasons, che nonostante la nobile paternità non mi ha entusiasmata.





Tutto bello, per carità, materiali costosi e grande opulenza,  ogni ambiente  curato fin nei minimi dettagli, ma alla fine stringi stringi non è altro che   un  albergo di lusso   di   un'eleganza molto americana,   esageratamente levigata   e parecchio  prevedibile. Un posto pensato e realizzato espressamente  per  piacere alle ricche botox girls newyorkesi, le quali infatti, un po' troppo   ingioiellate e   impellicciate, vengono  a prendere il tè.



L'hotel mi ha abbastanza delusa ma ho ammirato  moltissimo   le stupende  campane di vetro per i   pasticcini,  una diversa dall'altra. una meraviglia.






Stavo per dimenticare che nel Four Seasons c'è un'altra cosa degna di nota.


Per mia fortuna era mattina presto, la sala era vuota   e in cucina si  cominciava appena a  lavorare, così ho sfoderato la faccia da piccola fiammiferaia, nessuno ha avuto cuore di cacciarmi via e  ho potuto fotografare










6 commenti:

artemisia comina ha detto...

che bello infilarsi!

dede leoncedis ha detto...

eh si, bello davvero. Imprescindibile in questi casi muoversi in completa solitudine: nessun compagno di viaggio approverebbe

Gracie ha detto...

O ti vuole molto bene come nel caso di mio marito, povero! (Mia figlia mi disconosce quando mi comporto così.....si vergogna come una ladra!)

The City ha detto...

Ma scherzi? Io adoro entrare negli alberghi extra lusso, lo faccio in tutte le città che visito:))) Pensa che ho preso un caffè per 7 euro (pochi) anche al Ritz di Parigi:)

dede leoncedis ha detto...

Gracie, sono io a voler tanto bene a mio marito da non trascinarlo in queste avventure
City, non avevo considerato questo lato interessante, rimedierò al più presto

Carla ha detto...

Quindi il segreto è sfoderare la "faccia da piccola fiammiferaia"... Devo esercitarmi, allora!! ;)

LinkWithin

Related Posts Widget for Blogs by LinkWithin