mercoledì 27 gennaio 2010

La giornata della memoria

Fino a oggi non avevo ancora mai  pubblicato  foto di  Auschwitz.
Mi sembrava un'operazione scorretta, da paparazzo di bassa lega alla ricerca di scoop. Oggi che è il giorno della memoria  ho cambiato idea,  e  mi sono convinta che sia invece opportuno renderle pubbliche perchè anche un  blog  che di solito si occupa di  inconsistenti amenità  può portare il suo modesto  contributo.



Non voglio titillare il vouyerismo di nessuno e non metterò le fotografie più impressionanti, preferisco mostrare le foto della zona  in cui il lager appare simile ad  un  ordinato villaggio di campagna perché é fondamentale  che tutti teniamo sempre  bene a mente che il Male ama nascondersi  dietro  una faccia rispettabile











Di libri sull'argomento  ce ne sono a migliaia  ma ne vorrei segnalare  un paio che mi hanno aiutata a capire e forse a qualcuno potrebbero essere sfuggiti

More about Perché non sei venuta prima della guerra?
PERCHE' NON SEI VENUTA PRIMA DELLA GUERRA, di Lizzie Doron, regalo di una cara amica a cui non dirò mai abbastanza grazie

e
More about Essere senza destino

ESSERE SENZA DESTINO, di Imre Kerstez






10 commenti:

Anna maria ha detto...

Grazie Dede.

Carla ha detto...

Ad Auschwitz non ci sono mai stata ma la visita del campo di Dachau in Germania, nonostante siano passati molti anni, è rimasta ben impressa nella mia memoria...

mari ha detto...

è agghiacciante come noi esseri umani possiamo trattare altri essere umani - nei momenti storici piú svariati...

Un interessante frammento-memoria di questo particolare periodo storico si puó anche trovare nelle Stolpersteine

http://www.berlin-hidden-places.de/yuba_web3/regional_en/kreuz/kreuz_gedenkst_en.htm

le pietre su cui si puó "inciampare" (e ricordare) perché portano inciso il nome di coloro che abitavano in una determinata via...e poi non piú.

ivana ha detto...

Grazie Dede!
immagini che pur nella loro settica apparenza urlano....
Per i libri, non conosco il primo, ma quello di Kerstez mi ha stravolto, uno dei più difficili e enigmatici per la complessa posizione dell'autore nei confronti di quella esperienza!
Ciao!!!

la belle auberge ha detto...

grazie, Dede. Queste foto impressionano forse più di quelle dei cumuli di capelli , valigie, occhiali appartenuti a quanti sono stati sterminati in lager: la banalità del male si palesa attraverso le casette ordinate e il boschetto di betulle.Il primo libro non lo conosco, ma ho letto il secondo.Proprio in questi giorni rileggevo "Come una rana d'inverno",la testimonianza di tre sopravvissute ai campi di Auschwitz e di Birkenau(Liliana Segre, Goti Bauer, Giuliana Tedeschi) che descrive l'esperienza dell'universo concentrazionario visto con occhi femminili.

dede leoncedis ha detto...

E' proprio la banalità rassicurante del quotidiano che ci dovrebbe far paura, e invece spesso e volentieri l'alibi del non cercare grane ci porta a girarci dall'altra parte. E' un discorso molto difficile e io non voglio e non mi sento di esprimere giudizi. ho sempre diffidato di chi si permette di scagliare la prima pietra

la belle auberge ha detto...

..."ho sempre diffidato di chi si permette di scagliare la prima pietra"...

è quello che dice anche Goti Bauer nel libro. Discorso troppo lungo, Dede. Io, poi, non riesco proprio a mettere per iscritto le mie riflessioni, tanto meno sul blog; mescolare certi argomenti con il cibo mi sembra una bestemmia.

Gracie ha detto...

Mai stata, in compenso sono stata 2 volte a Mauthausen, non credo faccia molta differenza. E sono contenta di aver portato entrambe le volte mia figlia, in modo che la storia non fosse solo quella dei libri da studiare a scuola.
Anch'io ho postato per la giornata della memoria e sono contenta di averlo fatto anche quest'anno, una mia lettrice americana non sapeva nemmeno che la giornata fosse stata ufficialmente eletta una giornata per la memoria collettiva, quindi sì, anche i blog senza nessun nobile scopo possono servire!

Martissima ha detto...

condivido il tuo pensiero, spero che la memoria sia sempre tramandata alle generazioni future...ciao!

Anonimo ha detto...

Ci sono case in cui la memoria è sempre vigile. Ci sono persone e ne conosco, ormai poche, come lumicini che si spengono, che tutti i giorni non possono fare a meno di ricordare.
Persone che per anni hanno taciuto, come se la vergogna fosse loro e molto lavoro è occorso per rimuovere la loro vergogna e parlare a noi, loro seconda o terza generazione.
Si deve ricordare non solo per tenere memoria del passato, la Shoah deve servire perché i focolai di nuovo razzismo vengano visti nella loro vera luce e non solo, oggi, per gli ebrei, ma per tutte le persone che etichettiamo come diverse e in quanto tali non accette e, come bene abbiamo avuto modo di vedere recentemente, violentemente rifiutate.
Grazie a te Dede.
Sandra

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