mercoledì 7 ottobre 2009

Di dentisti, di baroni e di giornalisti troppo in fretta dimenticati








Io non vado volentieri dal dentista, anzi, ho proprio  una paura dannata, non mi piace e cerco ogni scusa  per rimandare all'infinito.
E dire che il mio dentista di adesso  è una persona deliziosa che non mi ha mai fatto neanche un filino di male. Ma la fifa, retaggio di un passato difficile, fatica ad abbandonarmi.
Oltre ad essere  un tipo ansioso, io detesto  arrivare in ritardo. A dire la verità detesto un miliardo  di cose, una delle quali è  l'arrivare in ritardo. Questo spiega perchè, avendo il  dentista  traslocato da poco  nella nuova sede, io fossi partita da casa con un certo  anticipo. Larghissimo anticipo, per dire le cose come stanno.
E come sempre succede quando si è in anticipo,  il  traffico era  inesistente e io ero arrivata a destinazione in un battibaleno. Bella casa signorile,  bell'androne tirato a lucido, quasi quasi mentre aspetto  faccio due foto.

 

E così vedo la targa fuori dal portone




Qui nacque Marcel Bich - semplificò la quotidianità della scrittura. 
Bich, quello delle penne a sfera. Le penne Bic! E anche  i rasoi Bic, e gli accendini usa e getta Bic!  Ma guarda,  non sapevo fosse nato a Torino.   O bella, ma   l'inventore della penna a sfera non era  l'ungherese Biro?  Tornata a casa faccio una breve ricerca e leggo che, effettivamente, l'invenzione della penna si deve ai fratelli  Làzslò e Georg Biro.
Geniali ma con scarsi mezzi per mettere in piedi una  produzione su larga scala,   i Biro avevano ceduto i diritti al barone Bich che aveva commercializzato la penna Bic, senza la acca finale.
Girando e rigirando tra i link, mi è capitato anche  di leggere  una intervista immaginaria  fatta a Marcel Bich da parte di  un giornalista il cui nome  mi suonava familiare. Si chiamava Enzo Baldoni ed era un giornalista di quelli che si definiscono scomodi, di quelli che vanno in giro per il mondo per capire  e   per farci capire che non sempre i  signori che si prendono cura di noi ce la contano giusta. Doveva anche  essere un tipo spiritoso, ma soprattutto era  coraggioso e di lui si  era parlato molto quando era stato  rapito.
E tutti noi  all'epoca del suo rapimento  abbiamo trepidato, abbiamo aspettato e sperato e alla fine abbiamo anche pianto. E poco dopo, proprio poco poco,   lo abbiamo dimenticato.

10 commenti:

Gracie ha detto...

Grazie per il post di oggi, da te si imparano sempre cose interessanti.
Per quanto riguarda la memoria corta, trovo sia una prerogativa quasi esclusivamente italiana quella di indignarsi a morte per qualcosa di orribile e il giorno dopo agire e pensare (che è forse peggio) come se nulla fosse successo!

dede leoncedis ha detto...

non saprei dire se sia una prerogativa soltanto italiana, però certamente noi in materia siamo dei veri campioni

nishanga ha detto...

Hallo Dede,
tu lo sai bene che c'ho un debole in questo periodo per la parola scritta
Brava, fai bene a ricordare!
Quante storie, quanta vita in una sola di queste brevi vite e quanto diventano sconfinati gli umani quando sono coraggiosi!
Per il resto và anche bene ripetere, ripetere e ripetere non soltanto per gli svaporaz ma anche per noi, perchè comunque, in questi territori vasti qualcosa che non sappiamo c'è sempre.
Besos
Piesse - tra l'altro è davvero curioso mi ricordo solo adesso che sto pure lavorando per "verbavolant!"...-

Sabrine d'Aubergine ha detto...

Saranno anche alla rinfusa, ma a me questi tuoi appunti piacciono molto. Sono ben scritti, leggeri al punto giusto, riflessivi al punto giusto, a volte persino taglienti... mi piace questo posto, vado un po' ad esplorarlo.... A presto
Sabrine

dede leoncedis ha detto...

a presto e con molto piacere, Sabrine, grazie della visita

Martissima ha detto...

ciao Dede, ti ho perso di vista e mi son persa diverse cosette allettanti su NY...in quanto a Bich, non sapevo niente ed è una simpatica curiosità scoprirlo...

dede leoncedis ha detto...

bentornata Astrofiammante, i miei appunti su NY sono sempre qui, torna quando vuoi.

The City ha detto...

Ciao Dede hai proprio ragione.

Enzo era una persona unica al mondo, oltre che un bravissimo giornalista freelance. Il 26 agosto del 2004 fu una notte insonne, a cui ha seguito un inspiegabile silenzio. Invito tutti a leggere i reportage di Enzo "nei posti dove non ci sono turisti", come diceva lui. Vi lascio il blog di Enzo con i suoi ultimi post.

http://bloghdad.splinder.com/

buona giornata a tutti

dede leoncedis ha detto...

City/Stefania, un sentitissimo Grazie

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

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