lunedì 26 ottobre 2009

Bed-Stuy


Bedford Stuyvesant, o come dicono gli autoctoni Bed-Stuy, è un quartiere di Brooklyn



Ne abbiamo già parlato a proposito della  facoltà di architettura.
Bed-Stuy era formato da due zone ben distinte:  una di competenza dei bianchi ed una seconda abitata soltanto da afroamericani, che avevano cominciato a spostarsi qui grazie alla apertura del ponte di Brooklyn e alla costruzione della linea A della metropolitana, quella che Duke Ellington ha così meravigliosamente celebrato in un suo pezzo famoso




Intorno agli anni quaranta i bianchi se ne andarono, e si portarono via anche i finanziamenti che avevano sostenuto le iniziative comunitarie del quartiere. Cominciò il declino di Bed-Stuy, che continuò in maniera praticamente inarrestabile fino alla fine degli anni settanta.


Disinteresse delle autorità, povertà e aggressività dei residenti rimasti complicarono per un bel po' di anni  la vita di tutti. Oggi le cose stanno cambiando e la comunità afroamericana, che è più numerosa di quella di Harlem ed è fatta principalmente di giovani professionisti, sta riprendendo in mano la situazione abbastanza rapidamente.
E' una fortuna,  non solo per Bed-Stuy ma per tutta la città, perchè stiamo parlando di uno dei quartieri più affascinanti  dal punto di vista architettonico e più ricco di storia, e sarebbe puro autolesionismo   lasciarlo affondare.

Ci sono case  bellissime, anche se molte avrebbero bisogno di un robusto intervento di restauro, e non mi riferisco soltanto a operazioni di make up.




E' un piacere passeggiare tra le strade, respirare l'atmosfera rilassata  lontana anni luce dalla frenesia della grande città e apprezzare le magnifiche case. Ce ne sono di veramente stupende, e anche di veramente sgarruppate, per dirla tutta.
Brownstones, case vittoriane, castelletti goticheggianti  e  tutto il catalogo delle  case ottocentesche americane sono benissimo  rappresentati  nello Stuyvesant Heights Historic District.


























A Bed-Stuy non ci sono i  grandi supermarket, e non ho visto nè uno Starbucks nè un Duane Reade  Probabile che i residenti non vedano l'ora di colmare la lacuna, ma io devo ammettere  che ho trovato molto più consoni al luogo i piccoli ristorantini di Soul Food e i  Deli a conduzione familiare












In ogni caso e  per ogni evenienza può esser utile  prender nota che qui si può divorziare gratis.















Se capitate intorno alla fine di ottobre non perdetevi la visita annuale del distretto, dura cinque ore e secondo me sono cinque ore benissimo spese perchè oltre a vedere gli edifici più belli,  vi spiegheranno che  il villaggio ottocentesco di Weeksville (dal nome di uno dei primi proprietari di colore a trasferirsi qui) fu una delle prime comunità di neri liberi, arrivati nel 1827 dopo l'abolizione della schiavitù nello stato di New York, e saprete anche  che qui nacque nel 1846 la prima donna di colore a laurearsi in medicina.   Vi daranno  probabilmente anche molte altre informazioni  che io, che non ho potuto mai partecipare alla visita, mi sono persa.
Avvertenza: la fermata più vicina della metro dista un buon venti minuti di camminata di buon passo e veder circolare un  taxi è un evento da segnare sul calendario, sappiatevi regolare.


9 commenti:

cuoca sentimentale ha detto...

Dede, che piacere leggerti. Ora vado a sbirciare nel post Autumn in NY. Uno dei motivi per cui adoro Woody Allen è il modo in cui sa mostrare questa città.
Ciao!
Paola

cuoca sentimentale ha detto...

Ho visto il post sull'autunno newyorkese: sono in estasi. DEVO assolutamente rispolverare i film del mitico Woody.

dede leoncedis ha detto...

Cuoca sentimentale tu mi lusinghi oltre il lecito. grazie!

Rita e MImmo ha detto...

Un aspetto di NY inaspettato. Si può concludere che ogni mondo è paese. Sei sempre interessante ed originale.

dede leoncedis ha detto...

Mimmo, cerco di mostrare i lati meno conosciuti di questa città pienissima di spunti interessanti, ma che per molti è solo una sfilza di boutiques sulla quinta strada. Si perdono il meglio, ed è un peccato

Rossella DB ha detto...

1. Sembra di essere in una puntata de "I Robinson"
2. Voglio assolutamente andare a NY con te!
Ross

Sonia Monagheddu ha detto...

Buongiorno Dede non ti conoscevo ma ora non ti "mollo più". Viaggiare con te è un piacere non potendo farlo realmente mi accontento di visitare i luoghi attraverso la tua macchina fotografica e i tuoi racconti. Ti abbraccio
Sonia

dede leoncedis ha detto...

Piacere di conoscerti, Sunflowers8

Gracie ha detto...

Darei qualsiasi cosa per abitare in una casa come quelle, le scalette, il sottoscala, magari sul retro c'è pure il giardinetto!
Grazie per questo aspetto inusuale di NY, terrò caro il consiglio per quando chissà....

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