Quando arriviamo a Mar Lodj, una piccola isola nel delta del Saloum ancora lontana dai principali circuiti turistici e abitata soprattutto da gente di etnia Sehrer, è in corso la finale del torneo di calcio e tutto il villaggio, ma proprio tutto, si è raccolto sul grande spiazzo dove si stanno confrontando le squadre dei gialli e dei rossi.
Il tifo è accesissimo e chiassoso e, dato che la spianata sabbiosa che funge da stadio è immensa e c'è spazio per tutti, in contemporanea giocano anche altre squadrette improvvisate,
ciascuna sostenuta da una squadra di tifosi
più o meno nutrita
C'è una grande allegria e, anche se non capisco una parola, sono sicura che nessuno incoraggia i suoi con uno "spaccaci 'e ggambe che l'arbitro non ti espUlle (sic) più", come avevo sentito urlare da una mamma italiana quell'unica volta in cui avevo assistito ad una partitella di bambini.
muri alti poco più di due metri lungo la strada principale delimitano i cortili su cui si affacciano piccole casette in blocchi di terra cruda e capanne dal tetto di paglia,
non incontriamo umani, che sono tutti alla partita, ma un discreto numero di capre
e di maiali,
che ci fanno capire che nel villaggio c'è una notevole presenza di cristiani. L'intuizione è confermata pochi metri più in là, quando incappiamo in un'edicola che ospita una madonnina col mantello azzurro d'ordinanza.
e poche decine di passi dopo, la chiesa dalla forma quasi rotonda
dove la messa domenicale viene celebrata al suono del tam tam.
Insomma, i quasi duemila abitanti di questa piccola isola conoscono la ricetta per far convivere pacificamente e rispettosamente le tre religioni dell'Africa: musulmana, cristiana ed animista, e i tre imponenti alberi, un fromager (Ceiba Pentadra)
un
rônier (Borassus Aethiopum, la palma dalle foglie a ventaglio)
e un caïlcedrat ((Khaya senegalensis, mogano senegalese), le cui radici sono cresciute intrecciandosi inestricabilmente ne sono il simbolo perfetto. Sotto i loro rami i saggi si incontrano prima di ogni cerimonia, tre
donne del villaggio -
una per ogni religione - hanno il diritto di celebrare riti e sacrifici per invocare salute per tutti e figli per le neo spose e qui si viene a pregare per un buon raccolto, lasciando in cambio doni e frutti.
A sostegno della vocazione turistica Mar Lodj vanta anche una galleria d'arte: tre pareti color lilla, un tetto di lamiera e pochi ripiani in legno su cui si allineano le opere in vendita.
Ma l'artista era a vedere la partita e non abbiamo potuto comprare
nulla.
Avremmo aspettato volentieri, ma stava arrivando il buio e siamo dovuti correre in fretta alla piroga per tornare a casa. E così mi sono anche dovuta tenere la curiosità e non saprò mai cosa caspita
unisce Mar Lodj e il Manneken Pis
2 commenti:
La Natura (anche quella con la enne minuscola) è sempre più saggia degli umani, anche se qui mi sembra di capire che, essendoci rispetto per la Natura, c'è anche rispetto per gli umani, qualsiasi sia la religione che professano.
La galleria d'arte con quel nome: nemmeno in Lonely Planet han mai scritto di una simile curiosità!
La Natura è saggia e gli umani di qui, così sereni e rilassati, sembrano esserlo altrettanto. Mar Lodj dà veramente l'impressione di essere un mondo a parte, (che forse Lonely Planet deve ancora scoprire)
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