giovedì 27 novembre 2014

Di piccole fiammiferaie, di strade sbarrate e di incontri inaspettati. A Copenhagen

È un mattino di novembre e la Piccola Fiammiferaia è in strada, al freddo.  Il giorno prima ha visto al di là del canale  l'Opera House  di Copenhagen


e così  si è alzata  prima dell'alba per andare a  scattare qualche foto.
A dire la verità non è che abbia dovuto compiere un grande sforzo dal momento che a Copenhagen a novembre non  albeggia  prima delle nove, ma tant'è, e  dopo un bel paio d'ore in cui ha visto e fotografato tutto il fotografabile che ha trovato lungo la strada, comincia davvero a  sentire che  le mani non rispondono più.



La  zona è tutta un cantiere e ovunque si giri  la poverina si trova la strada sbarrata da un qualche  ostacolo.















Si imbatte pure  in un  sinistramente incomprensibile  Kriminal Forsongen















ma il  teatro,  che sulla cartina  dista solo   poche centinaia di metri,   sembra irraggiungibile.
Il freddo le sta congelando le mani, e cercando disperatamente di riscaldarsi, la Piccola Fiammiferaia inizia a guardarsi intorno nella speranza di trovare almeno  un posto dove prendere un caffè.















Gira che ti rigira, ad un certo punto le si para davanti  una triste  disadorna e molto,  ma proprio molto,  grossa casa di mattoni grigi







Dalle vetrate si intravvedono tavole imbandite e tutt'intorno ampie confortevoli poltrone nere su cui qualcuno ha buttato con nonchalance delle  pelli di renna.


La Piccola Fiammiferaia comincia a illudersi di aver trovato  finalmente il tanto desiderato caffè e gira intorno alla casa per cercare l'ingresso.  Ma la visione di una quantità inverosimile di bottiglie di champagne














e soprattutto lo scorcio di una cucina  che sembra provenire da un altro pianeta


mettono la pulce nell'orecchio perfino   alla  Piccola Fiammiferaia che in quanto a perspicacia ha sempre  lasciato  parecchio a desiderare. Capisce di trovarsi al cospetto del noma , il ristorante numero uno al mondo , e  che quel benedetto  caffè sarà il caso di  andarlo a cercare da qualche altra parte.






7 commenti:

Nela San ha detto...

Meeeeeraviglia la Piccola Fiammiferaia del terzo Millennio che si imbatte nel Noma! a dire il vero che i danesi riciclino questi ex magazzini in zona porto è già successo. Ti dice niente l'Admiral Hotel? per un attimo ho pensato ti fossi imbattuta in quello.

dede leoncedis ha detto...

Non ancora, Nela San: l'Admiral ce lo riserviamo per il prossimo giro

Grazia ha detto...

Dede, dovrei sempre vedere le città dopo aver letto il tuo blog. Anche l'insipida Copenhagen avrebbe avuto un altro sapore!

dede leoncedis ha detto...

ma no Grazia, perchè insipida? c'è talmente tanta bella architettura!

isolina ha detto...

Stupendo!!!

Silvia Pareschi ha detto...

Uh, com'è strano il ristorante numero uno del mondo! Me lo sarei aspettata completamente diverso, tipo un signorile palazzo parigino.

MJ FALCÃO ha detto...

Non conosco Copenhagen e forse non la conoscerò, e mi dispiace adesso che vedo il tuo post magnifico...

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