venerdì 3 maggio 2013

Murales di Lione - Il Mur des Canuts

Siamo negli  anni settanta:  l’arte ufficiale è diventata una forma di espressione destinata ad una elite di frequentatori di musei e gallerie d’arte, ma chi nei musei non entra e nelle gallerie si sente come un pesce fuor d’acqua,  non la capisce, la rifiuta e  sovente la deride. E' chiaro che qualcosa deve cambiare e dal momento che la gente non va dove c’è l’arte, sarà l’arte ad andare dove la gente, volente o nolente, la dovrà vedere per forza: sui muri delle case. Sono gli anni in cui dall’altra parte dell’oceano Keith Haring, ben prima di raggiungere la fama con i suoi graffiti, viene arrestato a Pittsburgh per aver imbrattato i muri, e a Lione un gruppo di giovani pittori dà vita al collettivo Cité Création, con lo stesso intento di Haring: imbrattare i muri. Possibilmente, senza essere arrestati. 
La Lione di quegli anni   è un posto triste ed incolore 














e il sindaco Michel Noir capisce che la città ha bisogno di  un nuovo slancio e deve essere ringiovanita. I murales di Cité Création vanno dritti nella giusta direzione: non soltanto rendono Lione  meno grigia e meno anonima, ma aiutano i Lionesi a riappropriarsi della propria identità locale tracciando la storia del loro quartiere in una forma di arte facilmente comprensibile per  tutti. 
Come nei quasi tredicimila pardon, milletrecento  metri quadri del Mur des Canuts nel quartiere Croix-Rousse.



I lavoratori della seta, detti Canuts dal soprannome di uno di loro, operavano nel quartiere collinare della  Croix-Rousse, epicentro dell'industria della seta nel diciannovesimo secolo, una volta zona  popolare e oggi una delle più costose di Lione, e il  Muro dei Canuts è il ritratto convenzionale ma piacevole del quartiere ritratto nella sua più ordinaria quotidianità, dove  la gru, vista da lontano,  appare talmente  vera che sembra muoversi,   


















dove tutti sorridono e nessuno sembra toccato dalla benché minima preoccupazione se non salutarsi 
scattar foto,  correre sul monopattino e poco  di più.





















Per documentare i cambiamenti nel quartiere, nel corso degli anni si sono succedute tre versioni del tromp l’oeil, e  in tutte e tre è presente la famiglia Carbonare. 

Nel primo murale ci sono solo io con la bici in spalla, racconta il papà. 


Poi nel 1996 abbiamo avuto la nostra prima figlia, che ora ha 16 anni, e anche lei è stata ritratta nell’affresco. 


Mancava il nostro secondo figlio, che ora ha 12 anni, ed è stato anche lui raffigurato sul nuovo murale

Una curiosità: in tutti i  murales in giro per la città il pittore non manca MAI di ritrarre un cane accucciato, segno evidente di un  rapporto più che saldo tra   i francesi  e i loro amici a quattro zampe.  Ammirevole e commovente. Se poi gli umani  decidessero anche di dotarsi di paletta e sacchetto e di  raccogliere le cacche che i loro amici pelosi depositano su ogni sacrosanto marciapiede, sarebbe un rapporto assolutamente  perfetto. 



6 commenti:

Anonimo ha detto...

Condivido il pensiero sui cani (che adoro) e sui loro padroni....Comunque, non sapevo di questi aspetto pittoresco di Lione l'ho sempre pensata una città con poco da offrire...mi dovrò ricredere...

Fabipasticcio ha detto...

Il mur racconta la vita quotidiana in maniera stupenda.
E' vero che se il pubblico non va all'arte è l'arte a dover andare dal pubblico, lo sappiamo tutti, gli unici che sembrano non saperlo sono coloro che si occupano di musei...l'arte in Italia non è facilmente fruibile, nel senso economico del termine. Vedo qui a Venezia dove comunque se sei residente entri gratuitamente o quasi in molti musei, ma non in tutti e andare ad una mostra ha un costo che in tempi di crisi in tanti potrebbero non permettersi.
Per i cani, se il padrone è un gran maleducato che colpa ne ha il cane?
Grazie per avermi fatto viaggiare un po' Baci baci ♥

dede leoncedis ha detto...

Gracie, per quanto ho potuto vedere Lione è un po' come Torino: poco conosciuta ma piena di spunti molto interessanti.
Fabiana se soltanto capissimo che la cultura non è roba per gente snob ma è soprattutto piacere e divertimento faremmo un milione di passi avanti! e concordo con te, i maleducati sono i padroni, non i poveri cani

Grazia ha detto...

Bellissimo il muro di Lione: niente a che fare, purtroppo, con le scritte che deturpano i "miei" muri bolognesi.
Dopo che ho avuto un colpo di fulmine per Torino, mi sa che anche Lione potrà rientrare tra i miei amori!

Unknown ha detto...

Bellissimo... ma: "quasi tredicimila metri quadri"? Milletrecento, forse

dede leoncedis ha detto...

Pardon, non tredicimila ma milletrecento, ho corretto ;)

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