Inferno, scritto tra il 1896 e il 1898, è il diario dei suoi due non facili anni parigini
sarà un libro o un romanzo, chiamatelo come vi pare...
....il mio Inferno è pianificato, ne ho trovato la forma e ora mi metterò a scriverlo
La mia prima moglie era un demonio ma in confronto con la seconda era un angelo
Lui d'altra parte non è un tipo semplice, ha già sulle spalle un processo per vilipendio della religione e un secondo si sta celebrando proprio in quell'anno per via di un violentissimo pamphlet pubblicato contro la prima moglie, è in bolletta, praticamente alcolizzato, vanitoso e fatuo e dimostra già una allarmante mania di persecuzione. Si interessa di occultismo ed è ossessionato dal terrore che non ben identificate forze ignote gli vogliano causare chissà quali sofferenze.
Appena arrivato a Parigi viene ospitato da due loschi impresari che, scoprirà poco dopo, trafficano in quadri falsi, si spaventa perchè teme di essere diventato un testimone scomodo da eliminare, e sospetta che la moglie sia complice del complotto. Lei, esasperata dai continui litigi, lo molla e se ne torna in Austria. Da quel momento esplode la paranoia dello scrittore: nella cameretta al Quartiere Latino dove si è trasferito mette su un piccolo laboratorio chimico e comincia a fare strani esperimenti.
Tornato alla mia squallida stanza da studente nel Quartiere Latino rovisto nella valigia e traggo dal loro ripostiglio nascosto sei coppelle di porcellana fine. Una pinza e un pacco di zolfo puro completano l'attrezzatura del laboratorio. Nel camino è acceso il fuoco d'un fornello di fusione: la porta è chiusa e le tendine sono calate.
Si ustiona le mani e viene ricoverato all'ospedale Saint Louis
Quando finalmente ne esce ha perso ogni interesse per l'attività letteraria.
Negli anni precedenti a Parigi era già andata in scena La Signorina Giulia e nell'inverno 1894 quando viene allestita una rappresentazione de Il Padre, i giornalisti vanno ad intervistarlo ma anzichè parlare del suo teatro Strindberg farnetica di esperimenti
scientifici per fabbricare l'oro.
E' chiaramente un individuo disturbato e preda di fobie, basta
il numero visto su un cartello o un biglietto raccolto per terra
perchè lui li interpreti, attraverso improbabili calcoli e anagrammi,
come segnali di un pericolo incombente.
....faccio una passeggiata al Cimitero di Montparnasse.... scopro una tomba di classica bellezza... in un medaglione di marmo bianco sono ritratte le nobili sembianze di un vecchio sapiente che l'iscrizione mi presente come il chimico e tossicologo Orfilia.... Una settimana dopo, scendendo verso la rue d'Assas, mi fermo davanti a un edificio di aspetto claustrale. Albergo Orfilia! Racconterò nei capitoli seguenti tutto ciò che è avvenuto in quella vecchia casa nella quale mi ha sospinto la mano invisibile perché vi fossi mortificato, ammaestrato e, perché no?, illuminato.
... [All'albergo Orfilia] arriva una lettera... il diavolo ha messo il dito nel gioco e io ne intendo lo scopo. Si tratta di un mio nemico acerrimo che abita a Berlino. Un'altra volta un nome svedese mi ricorda un nemico che ho nel mio paese... Tutto ciò vuol dire che si sta spiando la mia sintesi dell'oro.... Non vi è più dubbio. Qui si trama un intrigo....
Una delle mie passeggiate mattutine mi condusse all'Avenue de l'Observatoire, dove ero solito ammirare il gruppo delle quattro parti del mondo
per il segreto motivo che la più attraente delle figure di Carpeaux
assomiglia a mia moglie.
Ai piedi del monumento scorgo due pezzi ovali di cartone, l'uno reca stampato il numero 207 e l'altro il numero 28. Significano: piombo (peso atomico 207) e silicio (peso atomico 28). Io li raccatto e li custodisco tra i miei appunti di chimica...... poichè la metallurgia mi ha insegnato che il piombo, in un crogiuolo alimentato da cenere d'ossa, dà un costante residuo d'argento nel quale si contiene sempre un po' d'oro, deduco che il fosfato di calcio, componente principale della cenere d'ossa, deve rappresentare l'elemento essenziale per la produzione dell'oro dal piombo....
....Queste inezie e molte altre del genere mi succedevano durante
il mio soggiorno all'Albergo Orfilia fra il 6 febbraio e il 16 luglio del 1896.
Nel 1898, finalmente si è liberato dalle ossessioni di Inferno e scrive ad un amico
I miei pensieri sono altrove, lontani dalla chimica e dall'occultismo. Il fatto è che sono tornato seriamente all'arte del teatro, che è il mio mestiere.
3 commenti:
Quante storie si sono intrecciate a Parigi! Quella di Strindberg è davvero triste: tra malinconia e follia...
Povero Strindberg, sto leggendo la storia della sua vita e quasi quasi capisco come abbia potuto diventare preda di tante ossessioni.
Ci sono vite che sembrano vissute apposta per far da insegnamento ai posteri....
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