mercoledì 11 dicembre 2013

Marrakech - Mura porte e bastioni























Quello che più colpisce avvicinandosi alla  medina di Marrakech è l'incredibile  colore delle sue mura,  un caldo rosa dovuto alla terra argillosa di cui sono fatte.
Si chiama pisé, ed è  una antica  tecnica costruttiva che ai giorni nostri non è del tutto tramontata e anzi, sta suscitando nuovo interesse in materia  di costruzioni ecosostenibili.  Principalmente però  viene adottata   nei paesi in via di sviluppo perché  consente di costruire  murature portanti  con poca spesa e poco dispendio di acqua, e si realizza, detto in parole molto molto povere,   semplicemente compattando  la terra umida dentro una casseratura in legno che poi viene rimossa e può essere perciò  riutilizzata.  
Ma torniamo a Marrakech e alle sue mura nelle quali non so quante migliaia di uccelli hanno eletto domicilio.



La loro costruzione inizia  nel 1062, quando la tribù degli Almoravidi  stabilisce il suo accampamento nell'oasi che sta  tra il deserto e l'Atlantico, dove   le carovane transahariane si fermano  a rifornirsi delle  acque dell'Ourika. La lochescion è talmente perfetta che viene  molto ambita anche dalle  tribù vicine, e il sultano  Youssef  ben-Tachfine allora, per proteggere  da incursioni e scorrerie la città che sta nascendo, ordina di costruire la bellezza di diciannove chilometri di mura,  irrobustite da più di duecento bastioni e   con nove porte di accesso, che dopo circa dieci secoli di onorato servizio resistono ancora oggi molto nobilmente al loro posto.






P.S. Non arrovellatevi sul significato estetico  dei  fori: sono fatti per far circolare l'aria e  smaltire l'umidità che potrebbe sgretolare la terra di cui sono fatte le mura, e vengono utilizzati anche per aggrappare i ponteggi necessari per la manutenzione



1 commento:

Antonietta ha detto...

certo che è bella bella questa città!

LinkWithin

Related Posts Widget for Blogs by LinkWithin