mercoledì 4 dicembre 2013

Marrakech - La medina ovvero il metodo più sicuro e infallibile per perdersi



La guida diceva Ci sono città che si visitano e altre in cui ci si perde.  Bene,  a  Marrakech ci si perde.
Forse noi che veniamo da Torino, abituati a strade che si intersecano ad angolo retto, saremo anche  un po' più balenghi di tutti gli altri, ma sfido chiunque a districarsi tra quel labirinto   di vicoli e vicoletti che costituiscono il cuore della medina. 


Tanto per cominciare, sui cartelli stradali, quando ci sono, è inutile fare affidamento.


 e in quanto  a punti di riferimento, sappiate che tutti  i muri hanno stesso colore, una via di mezzo tra l'ocra e il rosa,














che le porte sono una diversa dall'altra ma al momento buono sembrano tutte uguali
 










 











che anche dove uno meno se l'aspetta   ci si può imbattere in  un ristorante,  
che  non sempre  si riesce a distinguere l'ingresso di una catapecchia a da quello di un lussuoso riad,  o di un'agenzia immobiliare o di chissà quale esercizio pubblico



se poi ci si illude di sapersi orientare facendo capo a  quella tal minuscola botteghina che vende deliziose babbucce rosse,  ci si accorge che   le botteghine che vendono deliziose babbucce rosse  sono tutte  microscopiche, e sono affastellate una dopo l'altra una dopo l'altra una dopo l'altra a   m-i-g-l-i-a-i-a.




La situazione tende a complicarsi ulteriormente quando ci si rende conto che occorre  anche destreggiarsi in mezzo al traffico di biciclette motorette e carretti tirati da un cavallino o più facilmente da un asino.
















Ma non è il caso di farsi prendere dallo sconforto,  che in un modo o in un altro   la strada si ritrova sempre. Piuttosto è fondamentale,  per  uscire indenni dalla medina (o anche semplicemente per  uscire)  tenere bene a mente che in materia di traffico vige la legge del più forte:  il  pedone deve  cedere il passo alle biciclette, le quali lo cedono ai motorini, i quali lo cedono ai carretti. Il carretto trainato a braccia  ha la precedenza su tutti e quando il vicolo troppo stretto ostacola  l'inversione di marcia tutti danno una mano affinchè   l'operazione si svolga senza danni per la merce trasportata.  Naturalmente tra gli imperativi categorici che il turista deve rispettare inderogabilmente se ha a cuore la sua incolumità, c'è quello di fare ben bene attenzione a non calpestare  la frutta e la verdura che il venditore ha disposto  in bella mostra sul selciato






9 commenti:

Nela San ha detto...

Il tuo infallibile humor mi ha risollevato lo spirito serale . Marrakech sfugge alle logiche di viabilità torinese, cardo romano o logiche Merkeliano, lo so e posso capire lo smarrimento. Mettila comunque così: sei pronta per affrontare il traffico di Mumbai!

Silvia Pareschi ha detto...

Fantastiche le babbucce, io le ho comprate una volta in Spagna e ora non posso più farne a meno!

dede leoncedis ha detto...

Nela San, allora non ho più paura di niente: a Mumbai di corsa!
Silvia volevo comprare anch'io le babbucce ma ce n'erano talmente tante dappertutto, spuntavano da ogni dove e così alla fine me ne sono dimenticata

Antonietta ha detto...

io userei il filo di Arianna + un geosatellitare!!!!!!!!!!

dede leoncedis ha detto...

Il problema per il filo di Arianna, cara Antonietta, è la dimensione del gomitolo

isolina ha detto...

!!!!!!

Anonimo ha detto...

Caspita....decisamente non fa per me..io tendo a perdermi osservando e fotografando, sempre con il naso in sù...mi sa che dovrebbero mandare i cani!

Grazia ha detto...

Sarà per questo che, per la prima volta in vita nostra, a Marrakech abbiamo preso una guida.

dede leoncedis ha detto...

ma no Gracie, in realtà prima o poi ci si ritrova sempre!
Grazia anche noi il primo giorno abbiamo preso la guida e forse è per quello che il secondo ci sentivamo già perfettamente padroni della medina

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