Varie ed Eventuali si scusa per la lunga latitanza dovuta a motivi familiari (una volta tanto, e per fortuna, impegni allegri e piacevoli) e si augura che a ciascuno tocchi in sorte un buonissimo 2014 pieno soltanto di cose belle e buona musica. Compatibilmente con i guai e i problemi con cui tocca di combattere ogni giorno, naturalmente
martedì 31 dicembre 2013
venerdì 20 dicembre 2013
Save The Children
Cinque anni fa, quando abbiamo fatto conoscenza con Maria, lei aveva questa faccina sorridente. Era stata scelta come testimonial della campagna di Save The Children a cui proprio quell'anno avevamo aderito con un'adozione a distanza.
In realtà non abbiamo legato il nostro contributo ad un bambino in particolare ma abbiamo preferito che la nostra piccolissima goccia si sommasse a tante altre per portare avanti un progetto ambizioso in Mozambico, e di Maria non ho più ricevuto fotografie. Però mi succede spesso di pensarla e immagino che oggi sarà molto cresciuta. Mi piacerebbe sapere che la sua vita adesso è almeno un pochino meno difficile.
Buon Natale, Maria
domenica 15 dicembre 2013
Marrakech - Medersa Ben Youssef
Antica scuola coranica, la Medersa Ben Youssef è uno dei pochissimi edifici religiosi del Marocco che i non musulmani possono visitare. Dicono sia il più bell'esempio di architettura arabo-andalusa di Marrakech, ed è stata fondata nel secolo quattordicesimo e resa ancora più splendida dal sultano Moulay Abdallah il più glorioso dei califfi, che la fece restaurare due secoli dopo. E' stata una delle più blasonate scuole di tutto il Maghreb e all'apogeo del suo splendore è arrivata ad ospitare più di novecento studenti.
stucchi cufici elaboratissimi, calligrafie che l'occhio non preparato della sottoscritta aveva scambiato per una decorazione di nodi e foglie.
mosaici zellij a cinque colori,
balconi moucharabieh (se ho capito giusto, sono questi balconi dai parapetti in legno fittamente intagliati),
Insomma, non un millimetro di superficie è stata lasciata libera da decorazioni, e nonostante questo l'effetto complessivo è di grande leggerezza e delicatezza, grazie soprattutto alla palette di colori che accosta sapientemente il bianco al rosa pallido e al beige della sabbia, su su fino al marrone scuro del legno di cedro con cui sono realizzate le coperture.
In tutto questo splendore, i novecento studenti avevano a disposizione le centotrenta celle che si dipanano lungo i corridoi dei piani superiori, la gran parte delle quali misura non più di tre metri quadri ed è difficilissima da fotografare perchè la luce arriva solo da microscopiche finestrine, ed è un peccato perchè alcune sono ancora per così dire arredate, e sarebbe stato interessante potervi mostrare quale fosse il normale corredo di ogni studente: un materasso, una cassetta con gli strumenti per scrivere, un fornelletto. Stop. Per l'igiene personale c'era un bagno solo per tutti. Dalle mie parti si dice e fa' che t'n'abie, che si traduce più o meno con e vedi di fartelo bastare
venerdì 13 dicembre 2013
Marrakech - Il Dar Cherifa
Arrivarci non è uno scherzo, tra passaggi coperti e vicoli ciechi
così stretti che ci passa a stento giusto una bicicletta,
ad un certo punto ti dici se mi perdo qui, non mi trovano mai più.
Dopo aver girato e rigirato sbagliando strada una mezza dozzina di volte stavamo quasi per rinunciare,
poi la nostra ostinazione è stata premiata e siamo entrati in un'oasi a dir poco incantevole.
ad un certo punto ti dici se mi perdo qui, non mi trovano mai più.
Dopo aver girato e rigirato sbagliando strada una mezza dozzina di volte stavamo quasi per rinunciare,
poi la nostra ostinazione è stata premiata e siamo entrati in un'oasi a dir poco incantevole.
Merito del proprietario Abellatif
Aït Ben Abdallah che, affascinato dall'architettura della città vecchia eletta Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'UNESCO, ne è diventato
uno dei difensori più accesi. In
un momento in cui i vecchi edifici della medina cadevano a pezzi e sembrava che nessuno se ne preoccupasse, lui ha iniziato col restaurare un riad, il primo di
una lunga serie, avviando un lavoro accurato e paziente per recuperare non soltanto vecchie case malandate ma ricche di storia, ma soprattutto per costruire una vetrina importante per la cultura marocchina in tutti i suoi aspetti: architettura, decorazione, cibo,
arte. Il clou di tutto questo è il Dar Chérifa, una costruzione di epoca Saadiana che risale al sedicesimo secolo e pare sia la più antica casa della Medina.
Un gioiello che il proprietario ha trasformato in caffè letterario che organizza regolarmente mostre,
concerti, conferenze e ogni genere di eventi culturali in cui è costante la presenza di interpreti e traduttori per permettere a chiunque di partecipare e capire.
Per esempio, in occasione del Festival Internazionale del Film di Marrakech che stava per svolgersi di lì a pochi giorni, il caffè letterario Dar Cherif aveva un vasto programma di documenti e testimonianze in arabo e in francese secondo un progetto denominato "cultura per tutti".
Per esempio, in occasione del Festival Internazionale del Film di Marrakech che stava per svolgersi di lì a pochi giorni, il caffè letterario Dar Cherif aveva un vasto programma di documenti e testimonianze in arabo e in francese secondo un progetto denominato "cultura per tutti".
mercoledì 11 dicembre 2013
Marrakech - Mura porte e bastioni
Quello che più colpisce avvicinandosi alla medina di Marrakech è l'incredibile colore delle sue mura, un caldo rosa dovuto alla terra argillosa di cui sono fatte.
Si chiama pisé, ed è una antica tecnica costruttiva che ai giorni nostri non è del tutto tramontata e anzi, sta suscitando nuovo interesse in materia di costruzioni ecosostenibili. Principalmente però viene adottata nei paesi in via di sviluppo perché consente di costruire murature portanti con poca spesa e poco dispendio di acqua, e si realizza, detto in parole molto molto povere, semplicemente compattando la terra umida dentro una casseratura in legno che poi viene rimossa e può essere perciò riutilizzata.
Ma torniamo a Marrakech e alle sue mura nelle quali non so quante migliaia di uccelli hanno eletto domicilio.
La loro costruzione inizia nel 1062, quando la tribù degli Almoravidi stabilisce il suo accampamento nell'oasi che sta tra il deserto e l'Atlantico, dove le carovane transahariane si fermano a rifornirsi delle acque dell'Ourika. La lochescion è talmente perfetta che viene molto ambita anche dalle tribù vicine, e il sultano Youssef ben-Tachfine allora, per proteggere da incursioni e scorrerie la città che sta nascendo, ordina di costruire la bellezza di diciannove chilometri di mura, irrobustite da più di duecento bastioni e con nove porte di accesso, che dopo circa dieci secoli di onorato servizio resistono ancora oggi molto nobilmente al loro posto.
martedì 10 dicembre 2013
Marrakech - La Moschea di Koutoubia
La moschea di Koutoubia, come d'altra parte tutte le moschee del Marocco, non è visitabile dai non musulmani in seguito all'ordine del generale Lyautey (non è che io sia così colta, l'ho semplicemente letto sulla guida) allo scopo di preservarle dalle orde di turisti, per cui ci siamo dovuti limitare ad ammirarla dall'esterno.
Quando gli Almoravidi nel X secolo fondano la città, costruiscono anche una
moschea che gli Almohadi, subentrati al potere nel 1147, si affrettano a
radere al suolo. La giustificazione è che si tratta di una
costruzione impura perchè orientata nel modo sbagliato: il muro
davanti a cui i fedeli si inginocchiano a pregare non è stato impostato
perpendicolarmente alla Mecca! Invece di limitarsi a girare i
tappeti e inginocchiarsi nella posizione giusta, gli Almohadi
prendono il toro per le corna e costruiscono un secondo
edificio ancora più grande del precedente, del quale infatti ora restano soltanto le rovine. Il nuovo edificio viene portato a termine sotto il regno di Yakoub el-Mansour, e deve il suo nome, Koutoubia, ai koutoubiyin, i librai che vendevano libri sacri agli studenti delle scuole coraniche e che avevano bottega nei pressi.
Il minareto, una massiccia torre quadrata di tredici metri di lato, è alto sessantanove metri
ed è l'edificio più alto di Marrakech, lo si vede praticamente da tutti i punti della città
anche perché, per regolamento edilizio, nessuna nuova costruzione può superarne l'altezza
La leggenda narra che le quattro sfere che lo sovrastano siano fatte d'oro e siano state forgiate con i gioielli che Zineb, sultana macchiatasi della colpa gravissima di non aver rispettato il Ramadan, avrebbe donato per farsi perdonare. In realtà le sfere sono molto più banalmente fatte di rame, ma in fondo far finta di credere ad una leggenda non fa' male a nessuno. L'inquietante trespolo che somiglia in maniera sinistra ad una forca ha invece la funzione di indicare ai fedeli la giusta direzione verso la quale devono inginocchiarsi per pregare guardando la Mecca. Scanso quivoci.
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