Nel 1919 l'architetto Georges Vaudoyer progetta in rue Saint-Honoré un edificio destinato ai grandi magazzini del Louvre dalle parti di Palazzo Reale.
Costruito in stile monumentale con una facciata imponente a fasce scolpite, l'edificio negli anni trenta viene acquisito dal Ministero delle Finanze che nel 1960 commissiona la costruzione di una seconda ala in una strada laterale, rue Montesquieu. Quando, intorno al 1990, il Ministero delle Finanze si sposta a Bercy, i due edifici diventano sede del Ministero della Cultura e della Comunicazione, consentendo di riunire finalmente i più di mille impiegati che prima erano sparpagliati in ben diciassette luoghi differenti di Parigi.
Viene indetto un concorso per progettare non soltanto l'adeguamento dei locali alle nuove esigenze ma soprattutto per dare una coerenza unitaria a due fabbricati così diversi. Lo vincono Francis Soler e Frédéric Drouot, che centrano perfettamente la particolarità della sfida: restaurare e conservare senza apportare ampliamenti e aggiunte agli spazi che già ci sono, ma rendere omogenee due architetture che fino ad allora erano apparse compatibili né più né meno come i cavoli con la merenda. Soler definisce il suo progetto Cultura in movimento: la frase dice tutto e niente, ne converrete anche voi credo, ma lo dice proprio bene, bisogna riconoscerlo. E, terra terra, si traduce nell'inscatolare tutte quante le facciate (e sono più di cinquemilametriquadri, mica bubbole)
dentro uno stravagante involucro di acciaio inox sagomato al laser, la cui ispirazione sarebbe stata mutuata da un affresco di Giulio Romano nel Palazzo Te di Mantova.
L'architetto dice di aver rielaborato al computer gli arabeschi del dipinto fino a dissolverli in un velo di pizzo, ottenendo una facciata in movimento, leggera e potente, che non interferisce con la vista ma crea giochi di luce a seconda dei mutamenti del cielo di Parigi e che permette di vedere senza essere visti, come i moucharabiehs arabi.
Evidentemente non ho grande dimestichezza con i moucharabies arabi perché invece le prime ipotesi che sono venute in mente a me guardando questi arzigogoli sono stati:
- una enorme, inarrestabile lattiginosa colatura di mozzarella sulla pizza di Pantagruel
- le olimpiadi del bubble gum
Per ogni evenienza ho preso appunti, capitasse mai di dover progettare la nuova sede della Kraft. O della Wrigley
7 commenti:
non bello, mi fa effetto " pruriginoso" non so perchè
Insomma... E se lo dici anche tu che sei del mestiere...
della serie: quando il creativo e´anche un criminale.
poi pero´mi scappa da ridere,penso a quel genio di Crozza: c´hai presente l´intervista all´architetto nell´ultimo italialand? besos
separati erano perfetti, insieme sono in contrasto...ma va a capire perchè all'architetto son piaciuti tanto insieme...ecco, mettiamola così non sarebbe stato un buon sensale di matrimoni, visti i risultati.
Serena notte carissima.
Bella la casa sotto la neve!
Mah.... non è nemmeno il peggio che ho visto.....
Le olimpiadi del bubble gum ! Meglio lasciar stare Giulio Romano...
beh l'imprigionamaneto dei ministeriali ...con la scusa dell'arte???
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