Sono talmente tante le nozioni che ho dimenticato, che una in più o una in meno non fa' poi tutta quella gran differenza, e in ogni caso la questione non riveste nessunissima rilevanza agli occhi degli Alpignanesi che di questa battaglia da una dozzina di anni mettono in scena una rievocazione storica durante il palio dij cossot, una delle innumerevoli feste paesane dell'estate.
Spiego in due parole l'origine del nome: dovete sapere che Alpignano si trova sul percorso della via Francigena, che in realtà non è una strada sola ma un gruppo di percorsi che collegavano i principali luoghi di devozione del Medioevo: Santiago di Compostela, Roma e Gerusalemme.
L'itinerario ufficiale partiva da Canterbury, passava le Alpi al valico del san Bernardo e attraversava la val d'Aosta, Pavia e Piacenza, per arrivare fino a Roma, ma i pellegrini che provenivano da ovest attraversavano le Alpi al Monginevro e al Moncenisio e si congiungevano alla via Francigena attraverso la strada già percorsa da Annibale con i suoi elefanti e dal manzoniano Adelchi, toccando l'Abbazia di Novalesa la Sacra di San Michele e l'Abbazia di sant'Antonio di Ranverso. Della Sacra e di Sant'Antonio di Ranverso riparleremo presto, ora torniamo ad Alpignano, che trovandosi sulla strada dei pellegrini in transito da Santiago, già a partire dal Medioevo si era scelta come santo patrono proprio il San Giacomo di Compostela che nell'iconografia ufficiale è sempre rappresentato con una conchiglia e una zucca. La conchiglia per raccogliere l'acqua lungo il cammino, e la zucca a mo' di borraccia, per conservarla.
(foto da qui)
Di conchiglie ad Alpignano non ce n'è nemmeno l'ombra, ma le zucche (e le zucchine) abbondano, tanto che gli alpignanesi erano noti come mangia cossòt, mangia zucchini. Da qui il nome del Palio, in cui non ci sono animali perché la sfida è in realtà una corsa a staffetta, faticosissima, visto che ogni corridore deve caricarsi sulle spalle una grossa zucca, e tenersela ben salda fino al traguardo. La rievocazione della battaglia si svolge a puntate: il sabato sera si comincia a combattere ed i Francesi protervi e arroganti sembrano avere la meglio sui poveri Alpignanesi, da cui pretendono la consegna di denari, foraggi, cibo, e arrivano persino ad esigere la giovane promessa sposa del conte, che obtorto collo viene portata all'odioso principe francese tra la disperazione della gente. Fine della prima puntata.
All'indomani però i Nostri sfoderano un sussulto di orgoglio, e partono in tromba a riprendersi la fanciulla. Combatteranno senza un filo di paura, e avranno finalmente ragione del nemico.
Per il costume del conte di Sicchesò, il Capo dei Nostri, la costumista si deve essere ispirata a Capitan Uncino
Mentre qui il generale francese è immortalato in tutta la sua proterva arroganza.
un combattente dall'espressione feroce
e un figurante con macchina fotografica, presumo autentica.
D'accordo, non tutto può ritenersi filologicamente ineccepibile, ma come diceva mia nonna, chi ha perso i buoi non andrà a cercarli proprio lì.
E nemmeno nella cuffietta di Nonna Papera inalberata da questo pellegrino con bastone e zucca d'ordinanza.
E mi scuso per la scemissima battuta di spirito, ma tanto di cappello alla modista!
8 commenti:
Questa storia mi mancava nel repertorio Torino e contorni...meno male che la lacuna te la sei riempito. Grazie del racconto! un abbraccio daponenteP
brava hai fatto bene ad andarci, anche questa è cultura
Ecco dov'eri ! Non ti si può perdere di vista un minuto che tu subito trovi una storia deliziosa da raccontare e da farci vivere insieme a te. Grazie, ma la prossima volta ci vengo anch'io. A presto
Ciau Dede!
Ecco...qui invece da oggi a domenica...saremo nell'Ottocento, tra Garibaldini, eserciti Francesi, Battaglione Estense e via discorrendo...No, già visto parecchie volte...di echi di guerra ce ne sono troppi in giro, per trovare ancora interesse per tali manifestazioni!
Almeno per me!
Tu, come il solito hai attinto...nelle pieghe della kermesse, con i tuoi strumenti: macchina implacabile e penna ironica!
Grazie per il servizio!
Ciau!!!
Delizioso il signore con la cuffietta da pioniera e tenera la comparsa con la macchina fotografica. Nutro nei confronti di queste rievocazioni storiche sentimenti ambivalenti: una parte di me, quella rompiballe e un po' snob, ne coglie solo il lato posticcio, artificioso, a tratti patetico; un'altra invece, quella bambina, trova irresistibili i costumi, le ricostruzioni; una terza, infine, forse quella materna, si commuove terribilmente vedendo quanto impegno e serietà le persone coinvolte mettano nel fare ognuna la propria parte. E quando un paese lavora tutto insieme ad un evento è sempre un bello spettacolo, io credo.
Saluti!
E' vero, sul signore con la cuffietta da nonna papera è impossibile non poggiare lo sguardo. Davvero trandy!
Bellissimo post.
Un caro saluto
Il primo commento vedendo il "cuffiato da Nonna Papera" è stato: "molto pittoresco!". Mi riprometto di sguinzagliarmi in una di queste feste, ma non so se trovo il francese arrogante, da noi al max si trova il passator cortese. eheheh. Bye&besos
Mi piacciono da morire le sagre paesane e le rievocazioni storiche, spero davvero che ci sia sempre qualcuno a tenere vivo questo genere di avvenimenti.
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