giovedì 27 gennaio 2011

Giornata della Memoria 2011

Ieri sera ho visto Marco Paolini alla tivu. Vite indegne di essere vissute, una narrazione pensata per approfondire il valore del ricordo, recita la presentazione.  Mi ha molto impressionata constatare ancora una volta quanto sia facile, per  gente che si considera  normale, accettare come  naturali e perfino raccomandabili anche le idee più perverse. E' sufficiente vedersele presentare sotto un aspetto rassicurante, perbene,  se poi  si trova  pure un alibi di natura economica  il gioco è fatto.
E'  una riflessione che mi è già capitato di dover fare e che mi preoccupa ogni volta di più, e  per questo   in occasione della giornata della memoria 2011 mi è sembrato  giusto  tornare su quanto avevo già  scritto l'anno scorso.



Fino a oggi non avevo ancora mai  pubblicato  foto di  Auschwitz.
Mi sembrava un'operazione scorretta, da paparazzo di bassa lega alla ricerca di scoop. Oggi che è il giorno della memoria  ho cambiato idea,  e  mi sono convinta che sia invece opportuno renderle pubbliche perchè anche un  blog  che di solito si occupa di  inconsistenti amenità  può portare il suo modesto  contributo.


Non voglio titillare il vouyerismo di nessuno e non metto  le fotografie più impressionanti, preferisco mostrare le foto della zona  in cui il lager appare simile ad  un  ordinato villaggio di campagna perché é fondamentale  che tutti teniamo sempre molto bene in  mente che il Male ama nascondersi  dietro  una faccia rispettabile





Postilla per i Torinesi: qui trovate un elenco di commemorazioni e iniziative  previste  in città e segnalate  da  un blog mio amico

7 commenti:

Giovanna ha detto...

25 anni fa sono stata a Dachau. Poi ho deciso di non fare più visite del genere. Perché tanto ho letto, visto, ascoltato sull'argomento e tanto ancora leggo, vedo e ascolto; ma essere sul luogo mi rende cattiva, mi rende più che sdegnata e inorridita, mi rende vendicativa. Furibonda. E mi induce a guardare ogni anziano che mi passa accanto, in quei paesi, in modo sospettoso.

Nell'87 cominciai a insegnare nelle scuole superiori e scoprii che i miei alunni non avevano mai sentito nominare Auschwitz e non conoscevano la parola lager.
Ho paura di scoprire come sia la situazione, oggi.

ivana ha detto...

Ciao Dede!
Si può benissimo partire anche da tante immagini di luoghi che ci sono accanto, da sempre, che sono indicibilmente urlanti alle nostre coscienze, cimiteri "morti", ghetti come intoccabili, come se grondassero il sangue dei non sopravissuti!
Un orrore che non ha solo significanza "politica o di parte", ma indissolubilmente legato alla natura (dis)umana!
Grazie per le immagini!

Carla ha detto...

Adesso che gli ultimi sopravvissuti ai campi non ci sono più perché morti di vecchiaia, è compito di tutti noi, persone sensibili e attente, cercare di non dimenticare e cosa più importante parlarne alle nuove generazioni perché imparino e sappiano quali orrori ci sono stati nel passato e ancora ce ne sono nel presente. La memoria è la risorsa più importante che abbiamo per cercare di non commettere gli stessi errori...

papavero di campo ha detto...

le inconsistenti amenità oggi possono evaporare,
ieri ho visto paolini, la banalità del male si annida nel lato d'ombra d'ognuno, nell'intolleranza, nell'inconscio malsano di chi non s'accolla la fatica della civiltà, oggi come ieri menti infarcite di odio e d'impotenza sbandierano veleno e onnipotenza,
dici bene che i giovani non sanno, se la cornice è quella attuale di degrado barbarico e scempio di coscienza e di ogni elementare nozione di etica, molti moltissimi non sanno chi è Primo Levi o Rigoni Stern,
dobbiamo, come ossigeno, riappropriarci di coscienza e di etica, così è uno schifo, non è vaudeville è barbarie
(non parlo mai per mia scelta di politica ma oggi faccio un'eccezione, è una giornata sacra e ricordare vuol dire tante cose che ci riguardano nel nostro immediato

dona ha detto...

E' vero: ascoltare o leggere è una cosa, vedere fa tutt'altro effetto. Anch'io anni fa ho scelto, in occasioni diverse, di fare una sosta sia a Mauthausen che a Dachau. Posso dire che solo lì ho preso pienamente coscienza che quell'orrore è successo "davvero".
@Giovanna e @Carla: ho due figli e vi assicuro che ci sono anche tanti bravi insegnanti (dalle elementari alle superiori) che si adoperano per tenere viva questa memoria trasmettendola ogni anno alle nuove generazioni.

Ester ha detto...

http://college.usc.edu/vhi/italian/piramide/

Trovo questo sito di grande utilità per chi volesse avere un approccio pedagogico, ma non solo, sulla questione. Credo che molti di noi, che pure si ritengono non razzisti, eseguendo via via il percorso che gli esercizi indicano, una piramide, appunto, potrebbero arrossire. Quanto meno sui luoghi comuni che proferiamo senza neppure rendercene conto.

Phivos Nicolaides ha detto...

So interesting historical site. Great pictures.

LinkWithin

Related Posts Widget for Blogs by LinkWithin