Mi sembrava un'operazione scorretta, da paparazzo di bassa lega alla ricerca di scoop. Oggi che è il giorno della memoria ho cambiato idea, e mi sono convinta che sia invece opportuno renderle pubbliche perchè anche un blog che di solito si occupa di inconsistenti amenità può portare il suo modesto contributo.
Non voglio titillare il vouyerismo di nessuno e non metterò le fotografie più impressionanti, preferisco mostrare le foto della zona in cui il lager appare simile ad un ordinato villaggio di campagna perché é fondamentale che tutti teniamo sempre bene a mente che il Male ama nascondersi dietro una faccia rispettabile
Di libri sull'argomento ce ne sono a migliaia ma ne vorrei segnalare un paio che mi hanno aiutata a capire e forse a qualcuno potrebbero essere sfuggiti
PERCHE' NON SEI VENUTA PRIMA DELLA GUERRA, di Lizzie Doron, regalo di una cara amica a cui non dirò mai abbastanza grazie
e
ESSERE SENZA DESTINO, di Imre Kerstez
10 commenti:
Grazie Dede.
Ad Auschwitz non ci sono mai stata ma la visita del campo di Dachau in Germania, nonostante siano passati molti anni, è rimasta ben impressa nella mia memoria...
è agghiacciante come noi esseri umani possiamo trattare altri essere umani - nei momenti storici piú svariati...
Un interessante frammento-memoria di questo particolare periodo storico si puó anche trovare nelle Stolpersteine
http://www.berlin-hidden-places.de/yuba_web3/regional_en/kreuz/kreuz_gedenkst_en.htm
le pietre su cui si puó "inciampare" (e ricordare) perché portano inciso il nome di coloro che abitavano in una determinata via...e poi non piú.
Grazie Dede!
immagini che pur nella loro settica apparenza urlano....
Per i libri, non conosco il primo, ma quello di Kerstez mi ha stravolto, uno dei più difficili e enigmatici per la complessa posizione dell'autore nei confronti di quella esperienza!
Ciao!!!
grazie, Dede. Queste foto impressionano forse più di quelle dei cumuli di capelli , valigie, occhiali appartenuti a quanti sono stati sterminati in lager: la banalità del male si palesa attraverso le casette ordinate e il boschetto di betulle.Il primo libro non lo conosco, ma ho letto il secondo.Proprio in questi giorni rileggevo "Come una rana d'inverno",la testimonianza di tre sopravvissute ai campi di Auschwitz e di Birkenau(Liliana Segre, Goti Bauer, Giuliana Tedeschi) che descrive l'esperienza dell'universo concentrazionario visto con occhi femminili.
E' proprio la banalità rassicurante del quotidiano che ci dovrebbe far paura, e invece spesso e volentieri l'alibi del non cercare grane ci porta a girarci dall'altra parte. E' un discorso molto difficile e io non voglio e non mi sento di esprimere giudizi. ho sempre diffidato di chi si permette di scagliare la prima pietra
..."ho sempre diffidato di chi si permette di scagliare la prima pietra"...
è quello che dice anche Goti Bauer nel libro. Discorso troppo lungo, Dede. Io, poi, non riesco proprio a mettere per iscritto le mie riflessioni, tanto meno sul blog; mescolare certi argomenti con il cibo mi sembra una bestemmia.
Mai stata, in compenso sono stata 2 volte a Mauthausen, non credo faccia molta differenza. E sono contenta di aver portato entrambe le volte mia figlia, in modo che la storia non fosse solo quella dei libri da studiare a scuola.
Anch'io ho postato per la giornata della memoria e sono contenta di averlo fatto anche quest'anno, una mia lettrice americana non sapeva nemmeno che la giornata fosse stata ufficialmente eletta una giornata per la memoria collettiva, quindi sì, anche i blog senza nessun nobile scopo possono servire!
condivido il tuo pensiero, spero che la memoria sia sempre tramandata alle generazioni future...ciao!
Ci sono case in cui la memoria è sempre vigile. Ci sono persone e ne conosco, ormai poche, come lumicini che si spengono, che tutti i giorni non possono fare a meno di ricordare.
Persone che per anni hanno taciuto, come se la vergogna fosse loro e molto lavoro è occorso per rimuovere la loro vergogna e parlare a noi, loro seconda o terza generazione.
Si deve ricordare non solo per tenere memoria del passato, la Shoah deve servire perché i focolai di nuovo razzismo vengano visti nella loro vera luce e non solo, oggi, per gli ebrei, ma per tutte le persone che etichettiamo come diverse e in quanto tali non accette e, come bene abbiamo avuto modo di vedere recentemente, violentemente rifiutate.
Grazie a te Dede.
Sandra
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