mercoledì 18 novembre 2009

Di strade berlinesi di architetture di torte nuziali di propaganda di scioperi e anche di film


Da Alexanderplatz,  famosa se non altro perchè da lì in anni lontani Milva ci gridava a squarciagola quanto è freddo l'inverno a Berlino Est (nè più nè meno come a Berlino Ovest, se posso dire la mia), si dipana  il Karl Marx Allee, enorme vialone  fiancheggiato da grandi caseggiati dall'aspetto  severo.

La prima parte va  fino alla Strausberger Platz,  è fatta di grossi e anonimi blocchi di appartamenti costruiti nei  primi anni sessanta, ed è molto poco interessante, tutt'al più è utile  per farsi un'idea dello sfondo su cui si dovevano svolgere le interminabili parate militari del regime.

Dopo la piazza, le cose si fanno molto più interessanti. Si tratta infatti di un intervento dei primi anni cinquanta, forse il più imponente e più significativo realizzato nella ex RDT, intrapreso non solo e non tanto  per la necessità oggettiva di ricostruire le abitazioni distrutte dalla guerra, ma principalmente per ragioni  di propaganda, per realizzare la prima strada socialista della Germania e costruire quelli che sarebbero dovuti diventare  i palazzi del popolo.
Per la verità  già dal 1946 era in corso la costruzione di nuove abitazioni su progetto dello studio di Hans Scharoun, ma si trattava di case semplici  ed economiche che  adesso si definirebbero minimaliste, e dunque molto poco pretenziose e   per niente adatte al messaggio di potenza che si voleva trasmettere. Il progetto viene dunque accantonato, si demoliscono i fabbricati in costruzione  e si lasciano in piedi solo gli edifici già occupati dagli inquilini.

Si parte con  nuovi progetti, molto più ambiziosi anche perchè c'è di mezzo il settantesimo compleanno di Stalin e  bisogna celebrarlo degnamente. Tanto per cominciare, il vialone cambia nome e  diventa Stalin Allee,  la stampa scrive che qui  si progettano palazzi per i lavoratori e non contenitori per uova americani. Dalle abitazioni a basso costo  di Scharoun si passa ai progetti faraonici in stile Zuckerbackerstil. Si, avete capito giusto: Stile torta nuziale, uno stile che caratterizza tutto  il periodo staliniano ed è  riconoscibile per l'arretrarsi dei piani superiori come in una torta di nozze,  come succede  nel palazzo della cultura di Varsavia, che è  considerato da molti  l'emblema del periodo

ma  che  non è poi così  distante da certa  architettura americana di  qualche anno prima ...
I tabelloni lungo la strada ci informano che la prima pietra viene posata nel settembre 1951. Non fate caso ai baffi di vernice rossa lasciata da qualche dissenziente

e i lavori vanno avanti a spron battuto, bisogna fare in fretta, molto in fretta per fare bella figura con il mondo ma soprattutto con Stalin. I ritmi  diventano infernali


le ore di lavoro aumentano ma i salari restano uguali, e nel giugno 1953 i lavoratori del Blocco 40 di Stalin Allee posano gli arnesi e cominciano a marciare verso il centro, a loro si uniscono via via  altri lavoratori e passanti, e in Strausberger Platz la folla dei manifestanti  riesce ad avere la meglio sulla polizia e a marciare verso Alexander Platz e Unter Den Linden, dove era  la Casa dei Ministeri. Chiedono di essere ricevuti dal presidente. Ulbricht rifiuta, le cose precipitano e le radio occidentali diffondono la notizia. In breve  lo sciopero si diffonde in tutta la RDT, i sovietici instaurano la legge marziale e arrivano  i carri armati. Si comincia a sparare e la rivolta viene sì soffocata, ma ad un prezzo altissimo: centinaia di manifestanti, poliziotti e soldati sovietici cadono uccisi, e con loro anche un povero ignaro passante dell'ovest capitato per caso.



Bertold Brecht  scriverà su questi fatti una poesia intitolata
Dopo la rivolta del 17 giugno
il segretario dell'Unione degli scrittori
fece distribuire nella Stalinallee dei volantini
sui quali si poteva leggere che il popolo
si era giocata la fiducia del governo
e la si poteva riconquistare soltanto
raddoppiando il lavoro. Non sarebbe
più semplice, allora, che il governo
sciogliesse il popolo e ne eleggesse un altro?


In ogni caso, il progetto arriva alla conclusione  e i primi  appartamenti vengono  assegnati intorno al settembre 1953.
Sempre dai tabelloni spatarati lungo tutta la via vengo a sapere che non si era badato a spese per i materiali e gli alloggi erano dotati di parquet in legno pregiato, piastrelle provenienti dalle manifatture di  Meissen e riscaldamento centralizzato. Come c'era da aspettarsi (ma questo non l'ho letto sui tabelloni), pochi furono dati ai lavoratori e molti a funzionari dell'apparato o a personalità dell'establishment e della cultura ufficiale.

Oggi la maggior parte degli edifici avrebbe seriamente bisogno di un restauro, che in parte si comincia ad intravvedere qui e là. Gli inquilini sono ancora per la maggior parte gli assegnatari originali,  dunque quasi tutti molto anziani e la  società che ha acquistato l'intero complesso in blocco ha dato assicurazione che nessuno dverrà cacciato dalla propria casa. Non credo si dovrà aspettare molto, comunque, per vedere la zona trasformata completamente in un lindo e costoso quartiere di uffici extralusso























Se qualcuna di queste foto vi ricorda qualcosa di già visto, avete visto giusto: qui è stato ambientato il film Le vite degli altri, ed esattamente qui si svolgono le scene finali




C'è solo una piccola differenza: quella che nel film era  la grande libreria Karl Marx, e  lo è stata veramente fino agli anni novanta,




ora è diventata la sede della Camera degli Architetti di Berlino.















6 commenti:

Gambero Grosso ha detto...

Una storia interessante insieme a delle foto in cui, come sempre, sei capace di carpire l'essenza del momento. Da notare i viali e gli edifici dove non c'è nessuno. Mai. Ci ho trovato un messaggio suggestivo con, forse anche un minimo di inquietudine. Ma forse era solo il mattino dopo il festone con tutti gli altri a nanna.
Parafrasando Hollywood, 'Tu sei Leggenda'

Antonietta ha detto...

città inquietante, troppo seria e grigia!

dede leoncedis ha detto...

Gambero, che piacere benvenuto!
Antonietta questo è soltanto uno degli aspetti di questa città, vedrai il resto!

nishanga ha detto...

Che coincidenza!Venerdì notte, dopo una brutta disavventura, mi sono trovata ospite per caso, proprio in uno di queste tortone in Karl Marx Strasse.
Il palazzo in questione, completamente ristrutturato, ha persino velocissimi e rilucenti ascensori che in un battito di ciglia mi hanno trasportato al quindicesimo piano.
Devo dire che da quell'altezza la magnifica visione non appariva triste,proprio per niente. Avevo già letto il post e ti ho pensato.

dede leoncedis ha detto...

disavventura? accipicchia, mi dispiace. brutta brutta?

nishanga ha detto...

Abbastanza, anche se niente di irreparabile; lo zaino con tutta la mia vita dentro lasciato a notte fonda nella stazione di Kottbusser Tor..sniff!

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