venerdì 20 novembre 2009

Chi Sing, ristorante asiatico a Berlino



















Avevamo scoperto la cucina asiatica  nel corso di  una vacanza in Olanda ed era stato amore a prima vista,  ricordo ancora il nome della prima portata che mi capitò di ordinare: Malacca Chicken, erano piccoli deliziosi bocconcini di pollo guarniti di cipolla tagliata in minuscoli quadrettini, bastoncini di  funghi  sottili come fiammiferi e spicchietti di pomodoro intagliati molto graziosamente. E sento ancora nelle orecchie  lo sgangherato cachinno  del cameriere  quando mio padre gli  aveva chiesto il cestino del pane. Fu una  umiliazione, ma la sapemmo superare.
Dopo quella prima mistica e  illuminante esperienza diventammo fan della cucina cinese,   la sperimentavamo  ogni volta che ci capitava l'occasione, ma aimè  sempre fuori dalle mura cittadine: i  torinesi ancora oggi sono  piuttosto diffidenti verso le novità, ma  a quei tempi era ancora peggio e nessuno mai avrebbe neanche  lontanamente preso in considerazione un menu privo di tomini al verde e peperoni in bagna cauda.
E così, quando  in via Goito a Torino vedemmo la prima insegna di ristorante cinese, ci entrammo con le lacrime agli occhi. Era caduta una barriera.
Dopo  quel primo coraggioso antesignano la  valanga di ristoranti cinesi a Torino  divenne inarrestabile. Ne nascevano come funghi e posso mettere la mano sul fuoco che noi per i primi tempi li abbiamo provati  tutti. Così come ho collezionato tutti, veramente tutti  i primi libri di cucina cinese e  ho frequentato insieme alla mia inseparabile amica Eva i  primi due corsi di cucina cinese mai organizzati in città.
Il Malacca Chicken però non è mai più comparso.
Come tutte le grandi passioni, col tempo si è affievolita. Sarà colpa dei cuochi cinesi che non brillano per fantasia  e  alla fine non se ne può più  di mangiare riso cantonese con  piselli surgelati e   prosciutto semicarbonizzato, o sarà  perchè  lo stomaco ha perso baldanza e senza tanti ambagi ti lascia capire che di misurarsi ancora una volta con gli involtini primavera fritti nell'olio minerale esausto proprio non se ne parla, o sarà perchè una cena da dieci euro finisce per costartene trenta di tintoria per levare la puzza di fritto dal paltò, il fatto è che  oramai mangiare cinese quando si è fuori dai confini non è più un imperativo categorico.

































di conseguenza, se non fosse stato per le ottime dritte dateci da  LEI, ci saremmo persi  Chi Sing,  un ristorante molto raffinato ed elegante che si trova a Berlino,  al  numero sessantadue di  Rosenthaler Strasse.

















Niente involtini primavera, niente puzza di fritto e nessuna decorazione sgargiante ma cucina molto curata e  ambiente estremamente  sobrio e piacevole. Arriverei a definirlo molto zen, ma  le mie conoscenze  in materia  sono piuttosto sommarie  e per quanto ne so,   lo zen è  roba che compete solo al Giappone, e allora glisso.
























Una fitta nuvola di campanule di carta velina bianca pende dal soffitto,  il  che contribuisce a  tranquillizzare  immediatamente sul fatto che l'eventualità di ritrovarsi aspersi  da  vapori di  unto è ragionevolmente da escludere.








in tre abbiamo scelto il menu di gamberoni e  il quarto ha preferito gli spiedini di pollo, tutto era buonissimo e splendidamente agghindato,  sia i gamberoni che il  pollo erano infilzati in  sottili cipollotti verdi a mo' di spiedino. Come siano riusciti a  renderli  rigidi come bastoncini di legno non ci è stato possibile capire.

5 commenti:

erika ha detto...

pensa io assaggiando la cucina cinese a torino la detesto. solo quell'olio giallognolo che predominava, per ogni portata lo stesso odore sapore.
forse sono solo stata sfortunata.
per riprovare sono andata anche qui e... stesso sapore di olio!
forse un giorno verro' con te. :-)

mari ha detto...

nella Rosenthaler ci sono anche un paio di ottimi ristoranti giapponesi...se ci penso mi viene l'acquolina in bocca

dede leoncedis ha detto...

erika un giorno ti farò assaggiare quello che mi hanno insegnato, è tutta un'altra storia rispetto al cibo che ti propinano certi ristoranti
mari, grazie della visita e farò tesoro dell'informazione, la tengo buona per la prossima volte

nishanga ha detto...

Gioisco del tuo lapsus, perchè "..la prossima volte." mi fa pensare che di visite te ne auguri diverse..ewwiwa!

Martissima ha detto...

hai ragione le miriadi di ristoranti cinesi hanno fatto solo una pseudo cucina cinese...ma di sicuro qualche vero cuoco cinese che fa esattamente la cucina cinese ci deve essere...bisogna scoprirlo ;-)) ho l'impressione però che all'estero sia più facile trovarli.

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