martedì 29 aprile 2008

Dronero in provincia di Cuneo














Un giorno o l’altro mi piacerebbe stilare la hit parade della toponomastica. Così, tanto per soddisfare la curiosità di conoscere il nome di strada più gettonato in Italia. Per dire, non c’è paese, per minuscolo che sia, che non sfoggi una sua via san Rocco. Ieri siamo stati a Dronero, una bella cittadina in provincia di Cuneo che non si sottrae alla consuetudine: anche qui via san Rocco c’è, eccome.
Come ci sono Piazza Martiri della Libertà, via Piave, via Trento e via Giolitti. Non ho potuto appurare se sia dotata anche di una via Matteotti, ma ci metterei quasi la mano sul fuoco.
Mi è piaciuta, Dronero con il suo centro storico ben curato ma vissuto,


il Teatro Comunale (in restauro, purtroppo è tutto transennato e di visibile per ora resta soltanto il frontone),





il monumento eretto
A RICORDO PERENNE
DI GUSTAVO PONZA
CONTE DI S. MARTINO

....che leggo esser stato ....
UOMO DI TEMPRA ANTICA
DI DOMESTICHE E CITTADINE VIRTÚ
SINGOLARE ESEMPIO
AMMINISTRATORE A NIUNO SECONDO
RIORDINÓ LE OPERE PIE DI SAN PAOLO
INSTITUÍ IL CREDITO FONDIARIO
DEPUTATO SENATORE MINISTRO
STRENUO PROPUGNATORE DELLE LIBERTÁ STATUTALI
FU DELLA CORONA NON CORTIGIANO IN CORTE
SCHIETTO E IMPARZIALE CONSIGLIERE
eccetera eccetera.

Dronero possiede anche il foro frumentario: una loggia a base ottagonale risalente al XIV secolo, in cui in passato si svolgeva il mercato del grano,





e un pregevole ponte merlato risalente al 1400 circa, detto Ponte del Diavolo.





Come tanti altri ponti del Diavolo costruiti nello stesso periodo in giro per l’Italia, deve il suo nome alla leggenda secondo la quale, per paura di possibili crolli, nessuno aveva il coraggio di disarmarne la struttura. Accettò la sfida soltanto il diavolo, che pretese però in cambio l’anima di un uomo. In realtà, a Dronero doveva trattarsi di un buon diavolo, perchè alla fine della fiera risparmiò l’uomo e si accontentò di un cane affamato, che fu mandato sul ponte a correre dietro ad una forma di formaggio. La leggenda non chiarisce che fine abbia fatto il cane, ma se tanto mi da tanto, non mi stupirei che la corsa fosse finita a tarallucci e vino. E formaggio.







Sulla strada del ritorno ci si è fatta incontro anche questa casa dai garbati caratteri Liberty.
L'avevo detto che Dronero è proprio una cittadina carina.





2 commenti:

papavero di campo ha detto...

e piazza Garibaldi no?

sono belli questi paesi dalla vita tranquilla e dai riti consueti o almeno fanno quest'effetto a chi vive in città caotiche inquinate e violentate da flussi umani ininterrotti..Firenze ad esempio è ridotta invivibile (Michelucci ne soffriva tanti anni fa ora che direbbe?)( se ne starebbe ancora arroccato a Fiesole!)

Elena ha detto...

Grazie per aver fatto tanti complimenti al mio paesello! Questo post per dire che piazza Garbaldi ci manca!

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