martedì 1 aprile 2008

come vive in America una famiglia borghese

Non ho la minima idea di come viva in America una famiglia borghese nel 2008, ma ho ritrovato al fondo di uno scaffale questo ritaglio di GRAZIA, anno 1958 o giù di lì, e da queste illuminanti pagine posso dunque sapere con precisione com'era la vita di una famiglia americana di cinquant'anni fa. La nostra famiglia abita in provincia ad un'ora di auto dalla città. Presumo si alzino prima dell'alba, se accompagnano alla porta paparino, dopo aver fatto un abbondante breakfast, tutti perfettamente lavati pettinati e imbrillantinati, il piccoletto addirittura in giacca e cravatta, mentre la mamma (una mamma di QUATTRO figli in tenera età, vorrei sottolineare) sfoggia un abitino a ruota di colore rosa che si capisce lontano un miglio essere stato appena stirato e privo della benchè minima frittella, nonostante sia reduce dalla pappa di un lattante. ore 9: un rapido cambio d'abito e la signora si dedica alla lavatrice, intanto che un paio di figli sono a scuola, la piccola gioca tranquilla e silenziosa e il poppante giudiziosamente è stato rimesso a dormire. Ore 10: caffè con le amiche. L'articolo dice che qui (cioè lì, America 1958) queste visite a sorpresa brevi e prive di formalità praticamente sostituiscono la nostra abitudine del tè pomeridiano. Ora, non intendo assolutamente mettere in dubbio le affermazioni della giornalista ma, per quanto mi sprema le meningi, io non ricordo di aver MAi visto mia madre partecipare ad un tè pomeridiano con le amiche. dopo la visita lampo con caffè, la nostra massaia trova il tempo di zompare in auto per trovarsi al supermercato alle 11 con il carrello pieno all'inverosimile Il tempo per due parole con una conoscente all'angolo bar del super (non l'ho vista personalmente, me l'ha detto la brava giornalista), e zac, alle 13 eccola di nuovo a casa Si è di nuovo cambiata d'abito, e si rilassa sfogliando un paio di riviste mentre i bambini dormono. Ma quanto dormono, questi bambini americani? Ore tre di pomeriggio, dopo un altro cambio di abbigliamento, una parentesi di gioco con i figli più piccoli. .....la preparazione della cena non richiede laboriosi preparativi. La signora ha acquistato l'antipasto e il dolce già pronti, in scatole di latta o cartone. Poichè le minestre sono quasi sempre escluse dal menu, deve limitarsi a cucinare la carne, a friggere le patate e tagliare l'insalata. Molti apparecchi elettrici le offrono un valido aiuto: non mancano il forno regolato a orologeria, il frullatore, lo spremilimoni e il macinacaffè automatici...... E qui mi sorge una domanda: ma davvero una esile massaia americana o europea che fosse, poteva nel 1958 ingozzarsi ogni sera regolarmente di antipasto carne patate fritte insalata e dolce, senza ritrovarsi in capo ad un lustro obesa come una ippopotama? In ogni caso, con la sicurezza della cena già bella e pronta, la nostra eroina che nel frattempo aveva indossato non so a che ora del pomeriggio un nuovo grazioso grembiule color fucsia, alle ore 18 va a cambiarsi d'abito un'altra volta per la cena. Sceglierà una camicetta e un paio di pantaloni, perchè .........nell'intimità familiare le donne americane preferiscono vestirsi in modo semplice e pratico. Tuttavia tengono molto all'eleganza, che sfoggiano la sera, ai cocktails o a teatro. Per loro è assai difficile farsi confezionare una toilette su misura, qui i sarti artigiani sono una rarità e le Case di moda hanno prezzi proibitivi. Quindi, devono rifornire il proprio guardaroba ai Grandi Magazzini, dove un modello di buona fattura costa 20-30 mila lire ed è riprodotto in innumerevoli taglie e sottotaglie, per accontentare anche le clienti dalle proporzioni più "irregolari". ............. Proporzioni irregolari? e sfido, con quel po po' di cena che si scofanavano tutte le sere. Buffo però rileggere queste frasi cinquant'anni dopo, si scopre che un modello di buona fattura costava ventimila lire e in Italia le madame si facevano ancora cucire abiti da sera su misura. Chissà quante giovani signore di oggi posseggono abiti da sera, e chissà quanti sarti artigiani esistono ancora. Boh ore 18,30, il babbo torna dall'ufficio, e sulla porta i pargoletti lo salutano in pigiama. Non mi tornano i conti: in pigiaaaaama alle sei e mezza? questo vuol dire che: 1) i bambini hanno già cenato e stanno per andare a nanna 2) i bambini non hanno ancora cenato, e andranno a tavola in pigiama. A parte ogni considerazione sulle illimitate capacità dormitorie di questi bambini americani, non oso immaginare i commenti che avrà fatto mia madre vedendo questi pupetti in vestaglia, lei che non ci ha mai permesso di varcare la soglia della camera da letto con il pigiama addosso Ore 20: dopo la cena un'apposita macchina elettrica (questa è proprio impagabile) ha provveduto a lavare i piatti e adesso il papà si accinge ad asciugarli. Mentre lo aiuta, il figlio gli descrive i suoi progressi scolastici e il sabato sera, libera uscita in alta uniforme, anche se ....Le giovani coppie americane si divertono con molta semplicità. La mancanza di personale domestico impedisce loro di organizzare ricevimenti in grande stile. quando vogliono offrire una serata a qualche conoscente di riguardo, lo accompagnano in un ristorante alla moda e poi, eventualmente, in un night-club. ..... In casa si offre un buffet freddo - a base di prosciutto, tacchino, insalata mista e pizza - che spesso viene servito con posate di plastica e piatti di cartone...... Ore 1,30. di ritorno dalla serata, il bicchiere della staffa con una coppia di amici. Una vita essenzialmente semplice, tranquilla, organizzata "a schema fisso", in cui trovano una garanzia di sicurezza e di felicità. Interessante lettura, da cui ho tratto alcune brevi conclusioni: 1) la casa americana del 1958 doveva avere efficacissimi dispositivi autopulenti, dal momento che la nostra massaia si è dedicata con grande cura al bucato (e ci credo, con tutte le volte che si è cambiata vestito) ma non ha mai brandito in tutta la giornata nè uno straccio nè una scopa, 2) nel 1958 i bambini americani vivevano praticamente in letargo fino alla maggiore età, e nei pochi momenti di veglia erano talmente rintronati da non essere in grado di avanzare il benchè minimo capriccio o marachella 3) la giornata media durava almeno trentasei ore per dar tempo alle signore di fare tutti quei cambi d'abito tra un relax una chiacchera con le amiche e i giri al supermercato 4) al confronto con questa famiglia media americana del 1958, vera professionista dell'armonia e della felicità, la nostra casereccia famiglia del mulino bianco non è nessuno

9 commenti:

papavero di campo ha detto...

very interessante questo tuo post!
hai sollevato un polverone sociologico per il quale non c'è aspirapolvere che tenga..
tante cose ci sarebbero da dire, su tutte predomina "il pacchetto di ideali" che hanno diffuso e sparso per le colonie e quanto ci hanno contaminato questi untori!

papavero di campo ha detto...

hai visto quel bellissimo film "lontano dal paradiso" con Julianne Moore, ambientato anni '57edulcorata vita borghese di facciata una perfettissima moglie di uomo in carriera che improvvisamente incontra la realtà (credimi è da vedere se non l'hai già visto )

dede leoncedis ha detto...

già visto e apprezzato, grazie

ComidaDeMama ha detto...

Bellissimo post, molto interessante e ho riso molto a proposito dei bimbi in letargo. Lo farò leggere a Megan che è di Cambridge MA e che capisce molto bene l'italiano. Sono molto curiosa di sapere cosa ha da dire a riguardo.

Cristina ha detto...

Bellissimo, come sempre.
Quanto ai bambini in letargo: quando ero in collegio in Germania si cenava alle 5 (di sera) ed i piccoli erano a nanna alle 7 (sempre di sera). Per noi 'grandi', luci spente alle 9. I miei vicini, ancora pochissimi anni fa, quando i figli erano alle elementari, preparavano grandi spaghettate in giardino (nella bella staione, ovviamente, se no presumo che facessero la stessa cosa al coperto) alle 4,30 (!!!), e verso le 7, 7,30 le urla degli indiani si placavano.

dede leoncedis ha detto...

allora, se la storia del letargo non è tanto una storia, è proprio un peccato non averla sfruttata quando avevo figlie di quell'età

artemisia comina ha detto...

MAGNIFICO.

Cristina ha detto...

Neanch'io ho mai sfruttato questa possibilità grandiosa: non so se pentirmene o rallegrarmene.

la.stefi ha detto...

Meraviglioso questo post! Io sono un'appassionata critica di usi e costumi "casalinghi", americani e non.
Reperti come il tuo giornale sono preziosissimi e fanno un po' ridere e un po' arrabbiare.
Mi viene in mente la famosa "Enciclopedia della Donna". Conosci?

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