venerdì 25 gennaio 2008

Brooklyn: Prospect Park e Park Slope



Dato che in geografia io posso contare su poche idee ma molto confuse, fino a non molto tempo fa ero convinta che Brooklyn fosse un quartiere degradato di New York. Tutto da rifare: per prima cosa, Brooklyn non è un quartiere ma una città intera, una delle cinque che costituiscono New York City, e che sono: Manhattan, Bronx, Brooklyn, Queens e Staten Island. E' molto più estesa di Manhattan, e vanta una popolazione almeno doppia.
E i quartieri in cui mi sono trovata a passeggiare non sono proprio per niente degradati, anzi, alcuni mi sono sembrati decisamente signorili e giurerei che dentro quelle belle case ottocentesche si conducano vite assolutamente confortevoli e per molti versi invidiabili. Di sicuro i ristoranti della zona non hanno molto da spartire con le mense per i diseredati, e le vetrine che esibiscono champagne e Bordeaux sono assai più diffuse qui che in qualsiasi favela.
Park Slope ad esempio, è un elegante quartiere di brownstones, quelle case moooolto americane a due o tre piani in mattoni scuri con un piccolo giardinetto sul davanti, tipo la casa dei Robinson, per spiegare. Massì, i Robinson! Famiglia altoborghese americana, papà ginecologo mamma avvocato bellissima ed elegantissima anche quando lavava i piatti e tanti figli di tutte le età, compresa una mocciosetta di quattro o cinque anni sempre con un fiocchettino nei capelli. Bastava che uno qualsiasi di loro dicesse buongiorno e il misterioso pubblico (che non ho mai capito dove si nascondesse) si sganasciava in sonore risate. Bene, con il senno di poi son quasi certa che i Robinson abitassero lì.
Park Slope è sorto intorno a Prospect Park, il quale a sua volta è stato progettato dagli stessi progettisti del Central Park, che hanno saputo regalargli un'atmosfera bucolica che si è mantenuta intatta fino ad oggi. Più di duecento ettari di verde in cui trovano spazio un grande lago, strade riservate a ciclisti joggers e pedoni, campi da tennis, una pista di pattinaggio e perfino uno zoo per i bambini. Tutta roba che ha molto poco a che vedere con il degrado urbano.













































4 commenti:

Anonimo ha detto...

Sembra neanche New York.
Assomiglia di più a Bristol (Faccina che si sganascia): stessi portoni, stesse rampe per arrivarci, stesse signore che fanno prendere aria al cane.
sandra

Anonimo ha detto...

Sempre un ritorno al passato...la MELA quando ero piccola io. Stesso odore di umido, di ivy, di mattoni. Poi la citta che sembra un albero di natale decorato di luci! P

erika ha detto...

dede, ancora ancora... io viaggio con i tuoi racconti.
mi fai venire voglia di partire.

papavero di campo ha detto...

cara Dede questa NY che ci stai mostrando è splendida davvero!

ps: non sono certo la prima che te lo dice ma come si sente il background di cultura dell'essere architetto: l'occhio e lo sguardo, l'inquadratura e il taglio, la lettura e l'interpretazione del reale. Sei una reporter che sa il fatto suo, mi complimento!

è che se l'architetto lo fai con mente pensante e cuore pulsante è un mestiere (lasciami dire così piuttosto che burocraticamente professione)che raccoglie in sé tutto lo scibile e la cultura che si sono accumulate e stratificate ad usum umano: la vita tutta delle persone che è fatta di mille rivoli di pensieri e sogni e bisogni e di tutto quello che diventa progresso e crescita.
ci sono architetti che io reputo grandemente benefattori dell'umanità..mi fermo qui ma il discorso è lungo e complesso..

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