Uno dei pochi monumenti che si vedono a Dakar si trova al centro di una rotatoria
davanti alla Stazione. Due soldati: uno in cappottone militare ed
elmetto sventola autorevolmente qualcosa nella mano destra mentre
poggia l'altra mano sulla spalla dell'altro, che veste una divisa molto
più dimessa.
Tutti e due sono armati di fucile e non si capisce se la mano sulla spalla sia da intendere in senso benevolmente protettivo oppure sia una neanche tanto malcelata affermazione di superiorità. Quello che è certo è che il soldato più dimesso ha tratti africani e l'espressione rassegnata di chi non è esattamente felice di trovarsi dove si trova.
E' un tirailleur sénégalais, un soldato della fanteria coloniale dell'esercito francese. Il corpo viene creato a metà del secolo diciannovesimo da Louis Faidherbe, governatore generale dell'Africa
Occidentale francese, e agli inizi è costituito da prigionieri di guerra e schiavi o ex schiavi, solo in seguito il reclutamento diviene ufficialmente volontario anche se in pratica si tratta sempre di una coscrizione.
I tirailleurs vengono impiegati in azioni militari limitate all'Africa occidentale fino a che, in previsione dell'imminente prima guerra mondiale, la Francia sente l'esigenza di ampliare l'esercito coloniale tanto che nell'agosto 1914 sono ventuno i battaglioni di tirailleurs sénégalais, e con lo scoppio della guerra cinque di questi vengono mandati sul fronte occidentale. Partecipano alla battaglia delle Fiandre, dove lasciano sul campo più di quattromila caduti. A Chemin des Mains va ancora peggio: le perdite saranno settemila su poco più di quindicimila tirailleurs impegnati, quasi uno su due.
I tirailleurs vengono impiegati in azioni militari limitate all'Africa occidentale fino a che, in previsione dell'imminente prima guerra mondiale, la Francia sente l'esigenza di ampliare l'esercito coloniale tanto che nell'agosto 1914 sono ventuno i battaglioni di tirailleurs sénégalais, e con lo scoppio della guerra cinque di questi vengono mandati sul fronte occidentale. Partecipano alla battaglia delle Fiandre, dove lasciano sul campo più di quattromila caduti. A Chemin des Mains va ancora peggio: le perdite saranno settemila su poco più di quindicimila tirailleurs impegnati, quasi uno su due.
Nel 1915 sette battaglioni di tirailleurs
sénégalais vengono inviati ai Dardanelli. Dei settantanovemila soldati partiti ne muoiono ventisettemila, ma
la fanteria senegalese e quella coloniale regolare spiccarono per l'alto morale
che mantennero nonostante le perdite, in alcune unità, raggiungessero due
uomini su tre.
Nel 1915 l'alto comando francese capisce che la guerra andrà ancora avanti parecchio e avvia una nuova campagna di reclutamento
in Africa occidentale. Si costituiscono altri 93
battaglioni senegalesi, e 42 vengono inviati in Francia. La guerra di trincea è durissima e i senegalesi non sono temprati per il rigido clima europeo, subiscono perdite pesanti ma mantengono una disciplina esemplare.
Nella seconda guerra mondiale durante la campagna di Francia si distinguono a Gien,
Bourges e Buzancais ma le truppe tedesche contagiate dalla dottrina nazista protestano indignate per essere costrette a combattere contro avversari inferiori e a Montluzin i prigionieri senegalesi vengono
giustiziati solo per il fatto di essere africani. Nel 1944 vengono mandati a combattere in Italia e in Corsica, partecipano alla liberazione della Francia meridionale e partecipano a battaglie fino ai confini con la Svizzera.
Frattanto, nell'inverno 1944 il generale De Gaulle dà ordine di iniziare quello che viene definito blanchiment: i tirailleurs
devono essere sostituiti da soldati con la pelle bianca e alla fine di novembre del 1944, un centinaio di soldati
africani vengono radunati nel campo di Thiaroye, a una
quindicina di chilometri dal centro di Dakar. Hanno ricevuto la promessa di incassare gli arretrati dello stipendio e il premio di smobilitazione, in realtà lo avevano già chiesto in Francia dove avrebbero voluto anche riscuotere il denaro
risparmiato durante la guerra, ma soltanto pochi hanno ricevuto un acconto mentre viene assicurato che tutti verranno pagati una volta arrivati a Dakar. Questo non avviene, loro si ribellano e prendono in ostaggio il comandante francese del campo. Comincia la trattativa, i soldati pretendono risposte certe e dopo tre giorni ottengono finalmente l'assicurazione che riceveranno quanto spetta loro. Liberano il comandante e la sera festeggiano quella che credono una vittoria, poi vanno a dormire. Nella notte i soldati francesi tornano, li sorprendono nel sonno e li uccidono. E' ricordato come il massacro di Thiaroye.
2 commenti:
grazie.
sempre molto interessante cara Dede.
un bacio
grazie a te Erika
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