Quando nei primi decenni del ventesimo secolo gli affitti a Montmartre cominciano a salire esageratamente, gli artisti traslocano a Montparnasse (Monte-Parnaso, il nome glielo hanno dato gli studenti della Sorbona che nel XVII secolo recitavano poesie su una collinetta che ora non esiste più, rasa al suolo per fare spazio al boulevard) .
E’ un quartiere che parte dall’incrocio
tra bvd Montparnasse e bvd Raspail, proprio dove oggi c'è il monumento a Balzac di Auguste Rodin (una copia, l'originale è al museo Rodin)
In quegli anni si respira un'aria vivace e frizzante, c'è un grande fermento culturale e le brasseries e i locali in cui pittori scrittori e uomini di cultura tirano l'alba ogni notte sono i più alla moda di tutta Parigi.
Picasso, che di tutti gli artisti è un po' il pesce pilota, è il primo a stabilirsi a Montparnasse nel 1912 in una casetta all'interno di un cortile tra queste due case
nella Cité Nicolas Poussin, che oggi è una proprietà privata protetta da un inaccessibile cancello sprangato e di cui si riesce appena a scannucciare la vetrata
Modigliani che nella foto è insieme a Picasso davanti alla Rotonde, abita al 216 di Boulevard Raspail.
La casa oggi non esiste più e al suo posto c'è questo gran bell'edificio che è stato costruito nel 1932 per conto di Helena Rubinstein ed è - giustamente - inserito nell'elenco degli edifici storici
Ossip Zadkine si stabilisce in una bella casa-studio al numero 100 di rue d'Assas che oggi è sede del Museo che merita senz'altro una visita
E per tutti gli artisti poveri di soldi ma ricchi di talento che arrivano a Parigi da tutte le parti del mondo c'è La Ruche (l'Alveare), una struttura nata per merito dello scultore e mecenate Alfred Boucher che ha acquistato il terreno e ha fatto costruire l'edificio usando materiali provenienti dalla demolizione di un padiglione della Esposizione Universale del 1900.
Boucher chiede affitti bassissimi che però non tutti riescono a pagare, ma non si ha notizia che qualcuno sia stato mai sfrattato.
Chagall, Matisse, Leger, Rousseau, Soutine, Modigliani, Zadkine, Paul
Fort, Apollinaire, Max Jacob, l'elenco degli artisti che hanno trovato spazio a La Ruche è sterminato. Dopo la Seconda Guerra inizia un declino che sembra inarrestabile, i prezzi dei terreni edificabili salgono alle stelle e per la Ruche sembra sia arrivato il momento della demolizione. Si mobilita un comitato di personalità presieduto da Marc Chagall che riesce a raccogliere i fondi per acquistare la struttura e darla in dono allo stato.
Anche Alberto Giacometti ha lavorato tutta la vita a Montparnassein un piccolo atelier stretto tra due edifici al al 46 di Rue Hippolyte-Maindron. Non è aperto al pubblico e solo una targa sul muro ne testimonia la presenza ma dalle poche foto trovate sembra di capire che la catapecchia buia, sporca e umida, dove si annida il suo atelier
non sia cambiata granchè
E anche l'edificio scuro con le finestre bianche, quello della famosa foto di Cartier Bresson in cui Giacometti si ripara dalla pioggia con l'impermeabile sulla testa, è sempre uguale
4 commenti:
Interessante la struttura dell'alveare.
Sarebbe bello se quei miliardari che fanno pazzie per opere d'arte contemporanea, a volte discutibili, dedicassero parte del loro denaro a supportare artisti, costruendo strutture come quella voluta da Alfred Boucher.
sarebbe bello sì! ma come diceva quella canzone: bello e impossibile. Brutti tempi i nostri mia cara Nela San
Ah....mi mancavano i tuoi post su Parigi....che bello rileggerli ora, appena tornata da una vacanza in Francia. E sì...putroppo come qualcuno ha già detto "con la cultura non si mangia" e lo sa bene mia figlia che laureata in storia dell'arte non batte chiodo....
Dede è passato un anno
tutto bene?
anna alessandria
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