Ognuno cerca il suo gatto era una gradevole commediola dalla trama pressocchè inesistente: Chloe, ragazza timida e vagamente asociale, di mestiere è truccatrice di modelle. Dopo un sacco di tempo che non si muove da Parigi, finalmente decide di partire per le vacanze e dopo aver inutilmente tentato di sistemare il suo gatto presso amici e conoscenti, riesce ad affidare il suo amato Gris Gris alla vicina di casa Renée, una vecchietta che di gatti suoi ne ha già una caterva. Al ritorno trova Renée disperata perché il gatto è scappato, e da qui inizia una ricerca di Gris Gris in lungo e in largo per il quartiere Bastille, ricerca che coinvolgerà tutto un microcosmo di personaggi stravaganti e curiosi, ciascuno con il suo carico di umanità, leggerezza, solitudine, speranza, fino all'immancabile happy end: Chloe ritrova il gatto e nel frattempo incontra anche l'amore. Comune denominatore di tutto il film è il Pause Cafe, il locale in cui prima o poi tutti i personaggi finiscono per convergere, che io avevo creduto un'invenzione del regista.
Invece esiste davvero
e dopo che l'ho scoperto ho deciso che dovevamo assolutissimamente andarci a cena
e così una domenica sera ho trascinato figlia e amica intorno ad un tavolino del diametro di venti centimetri per mangiare, dopo un'attesa esasperante, una insalata greca meno che mediocre e uno scipito salmone teriyaki.
3 commenti:
Quest'anno non potendo andare a Parigi, cercherò il film...
Bel post, come sempre.
grazie babalatalpa, sono sicura che il film ti farà passare un paio d'ore piacevoli
Quindi meglio lasciare perdere e guardare il film invece....
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