giovedì 14 maggio 2015

Praga - Il Teatro Liberato di Jan Werich e Jiri Voskovec

La facciata del palazzo U Nováků   che affaccia su  V Jámě è interamente coperta dalla   vecchia immagine pubblicitaria, a giudicare dallo  stile credo risalga agli anni trenta, 


 di una compagnia teatrale che si esibiva nel teatro  ricavato al piano interrato del palazzo, il teatro ABC.





















Non avendo mai sentito nominare nè il Teatro nè i due attori, la cosa ci avrebbe lasciati indifferenti se non fossimo capitati a vedere la mostra che proprio in quei giorni il Museo di Arte  Contemporanea  in Veletržní Palác  



 dedicava a Oskar Kokoschka      

La mostra  comprendeva anche una consistente sezione incentrata sulla scena teatrale praghese degli anni trenta,
 

 ed in particolare  su  Jiří Voskovec e  Jan Werich e il loro Teatro Liberato.















Ci è venuta la curiosità di saperne un po' di più, e abbiamo scoperto  che i due attori   affrontavano  temi politici molto coraggiosi e per l'epoca assai  rischiosi
La storia del duo, in breve, è questa.
Jan Werich e  Jiří Voskovec frequentano ancora  le medie quando fanno amicizia. Lavorano entrambi nella redazione della rivista Přerod quando cominciano a collaborare coll'Osvobozené divadlo, Il teatro liberato di Praga, legato al gruppo d’avanguardia Devětsil.  La loro recitazione  si ispira a   Charlie Chaplin, ma anche alla coppia  Laurel e  Hardy e a  Maurice Chevalier ed è     fortemente influenzata dalla  famiglia Fratellini, i famosi e raffinati clown del circo Medrano



Voskovec e Werich sono specialisti nell'improvvisare gag prendendo spunto dai suggerimenti del  pubblico, e questa  è una novità assoluta che pare sia nata una sera, in maniera del tutto casuale,  per intrattenere gli spettatori mentre lo staff tecnico si dava da fare per  rimediare  ad un guasto  della scena. 




Nel 1932 cominciano ad affrontare temi più mirati,  come  la disoccupazione o la critica diretta verso  qualche personalità del mondo politico.











Usano l'arma della satira, quella a loro più congeniale, e con Cesare mettono in scena  un  Benito Mussolini ansioso di fare la guerra, un primo avvertimento sul pericolo incombente del fascismo.




 L'anno dopo sono ancora più espliciti con L’asino e l’ombra, e fanno imbufalire l’ambasciatore tedesco a Praga che infine, dopo la loro terza opera dichiaratamente antinazista, pretende ed ottiene che i due attori vengano cacciati dal teatro U Nováků.


Emigrano negli Stati Uniti ma continuano a lavorare anche durante la guerra, mettendo in scena opere in inglese per il pubblico americano, e in ceco per i connazionali che come loro sono emigrati in America. Sono presenti con i loro programmi antinazisti anche per radio  sulla Voice of America.  Dopo la guerra Werich torna a casa nel 1945 e Voskovec l'anno successivo. Il clima in patria però è profondamente cambiato, e per la satira del Teatro Liberato non è più aria.  Voskovec allora decide di tornare per sempre in America. Negli anni 50 lavora come caratterista in film importanti, nell'ambiente è  conosciuto e stimato  ma non avrà  più il successo che aveva in patria. 
Werich invece  rimane a Praga dove  interpreta film che vengono apprezzati, caso raro, sia  dal  pubblico che dalla  censura del regime, e raccolgono  anche  un buon successo all'estero, tanto da ottenere  addirittura un premio della giuria al Festival di Cannes. E' oramai l'attore più amato della Cecoslovacchia e gode di  una discreta fama internazionale, per questo nel 1967 gli viene proposto il ruolo del cattivo in un film di 007,  ma dopo una settimana soltanto  il ruolo gli viene tolto e non si è mai saputo il perchè. Circolava  una versione secondo cui  il produttore, vedendolo troppo somigliante a Babbo Natale, lo avrebbe ritenuto poco credibile nelle vesti di cattivissimo, ma l'ipotesi più probabile è che il regime  abbia minacciato di impedirgli di tornare a casa  se davvero avesse girato il film.
Nel ’68 in un primo tempo Werich si schiera a favore di  Alexander Dubček ma dopo l’invasione russa  fugge a Vienna, dove ritrova l'amico Voskovec. Resiste un anno, poi capisce che non può vivere lontano dalla sua terra e torna a casa. Purtroppo in seguito farà delle scelte che non tornano a suo onore, come ad esempio la  mancata firma su Charta 77, il famoso documento  in difesa dei diritti umani e civili. Firma invece l’anti-Charta 77, anche se dichiarerà  poi di esser stato convinto con l'inganno. Ma tutto questo non scalfisce la sua popolarità, tanto che i  connazionali  continuano ancora oggi  a rendere omaggio alla tomba nel  cimitero di Olšany dove Werich  riposa dal 1980  accanto all'amico Voskovec.

1 commento:

Gracie ha detto...

E' questo che mi piace di più del tuo blog, racconti di cose mai banali e molto affascinanti....grazie ancora una volta per aver arricchito la mia fame di conoscenze e viaggi...

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