La facciata del palazzo
U Nováků che affaccia su V Jámě è interamente coperta dalla vecchia immagine pubblicitaria, a giudicare dallo stile credo risalga agli anni trenta,
di una compagnia teatrale che si esibiva nel teatro ricavato al piano interrato del palazzo, il teatro ABC.
Non avendo mai sentito nominare nè il Teatro nè i due attori, la cosa ci avrebbe lasciati indifferenti se non fossimo capitati a vedere la mostra che proprio in quei giorni il Museo di Arte Contemporanea in Veletržní Palác
dedicava a
Oskar Kokoschka
La mostra comprendeva anche una consistente sezione incentrata sulla scena teatrale praghese degli anni trenta,
ed in particolare su Jiří Voskovec e Jan Werich e il loro
Teatro Liberato.
Ci è venuta la curiosità di saperne un po' di più, e abbiamo scoperto che i due attori affrontavano temi politici molto coraggiosi e per l'epoca assai rischiosi
La storia del duo, in breve, è questa.
Jan
Werich e Jiří Voskovec frequentano ancora le medie quando fanno
amicizia. Lavorano entrambi nella redazione della rivista Přerod quando
cominciano a collaborare coll'Osvobozené divadlo, Il teatro liberato di
Praga, legato al gruppo d’avanguardia Devětsil. La loro recitazione
si ispira a Charlie Chaplin, ma anche alla coppia Laurel e Hardy e
a Maurice Chevalier ed è fortemente influenzata dalla famiglia
Fratellini, i famosi e raffinati clown del circo Medrano
Voskovec e Werich sono specialisti nell'improvvisare gag prendendo
spunto dai suggerimenti del pubblico, e questa è una novità assoluta
che pare sia nata una sera, in maniera del tutto casuale, per intrattenere gli spettatori mentre lo staff
tecnico si dava da fare per rimediare ad un guasto della scena.
Nel 1932 cominciano ad affrontare temi più mirati, come la
disoccupazione o la critica diretta verso qualche personalità del mondo
politico.
Usano l'arma della satira, quella a loro più congeniale, e
con
Cesare mettono in scena un Benito Mussolini ansioso di fare la guerra, un primo avvertimento sul pericolo incombente del fascismo.
L'anno dopo sono ancora più espliciti con
L’asino e l’ombra, e fanno imbufalire l’ambasciatore tedesco a Praga che infine, dopo la loro terza opera dichiaratamente antinazista, pretende ed ottiene che i due attori vengano cacciati dal teatro U Nováků.
Emigrano negli Stati Uniti ma continuano a lavorare anche durante la guerra, mettendo in scena opere in inglese per il pubblico americano, e in ceco per i connazionali che come loro sono emigrati in America. Sono presenti con i loro programmi antinazisti anche per radio sulla Voice of America. Dopo la guerra Werich torna a casa nel 1945 e Voskovec l'anno successivo. Il clima in patria però è profondamente cambiato, e per la satira del Teatro Liberato non è più aria. Voskovec allora decide di tornare per sempre in America. Negli anni 50 lavora come caratterista in film importanti, nell'ambiente è conosciuto e stimato ma non avrà più il successo che aveva in patria.
Werich invece rimane a Praga dove interpreta film che vengono apprezzati, caso raro, sia dal pubblico che dalla censura del regime, e raccolgono anche un buon successo all'estero, tanto da ottenere
addirittura un premio della giuria al Festival di Cannes. E' oramai l'attore più amato della Cecoslovacchia e gode di una discreta fama internazionale, per questo nel 1967 gli viene proposto il ruolo del cattivo in un film di 007, ma dopo una settimana soltanto il ruolo gli viene tolto e non si è mai saputo il perchè. Circolava una versione secondo cui il produttore, vedendolo troppo somigliante a Babbo Natale, lo avrebbe ritenuto poco credibile nelle vesti di cattivissimo, ma l'ipotesi più probabile è che il regime abbia minacciato di impedirgli di tornare a casa se davvero avesse girato il film.
Nel ’68 in un primo tempo Werich si schiera a favore di Alexander Dubček ma dopo l’invasione russa fugge a Vienna, dove ritrova l'amico Voskovec. Resiste un anno, poi capisce che non può vivere lontano dalla sua terra e torna a casa. Purtroppo in seguito farà delle scelte che non tornano a suo onore, come ad esempio la mancata firma su
Charta 77, il famoso documento in difesa dei diritti umani e civili. Firma invece l’anti-Charta 77, anche se dichiarerà poi di esser stato convinto con l'inganno. Ma tutto questo non scalfisce la sua popolarità, tanto che i connazionali continuano ancora oggi a rendere omaggio alla tomba nel cimitero di Olšany dove Werich riposa dal 1980 accanto all'amico Voskovec.