Johan Georg Carstensen Bernhard nasce il 31 agosto 1812. Suo padre è un diplomatico e così la sua infanzia trascorre in medio oriente fino a che viene spedito a studiare a Copenhagen. Si arruola tra le guardie reali danesi, termina la carriera militare col grado di tenente e per qualche anno se ne va in giro per il mondo. Ha ventisette anni quando torna a vivere a Copenhagen e diventa editore di giornali popolari, che pubblicizza organizzando balli feste e spettacoli pirotecnici a cui i suoi concittadini partecipano con entusiasmo, e comincia a farsi strada in lui l'idea di realizzare un grande parco di divertimenti alla maniera dei Vauxhall Pleasure Gardens di Londra. Se funzionano lì, perchè mai non dovrebbero funzionare anche a Copenhagen? Ottiene abbastanza facilmente dal re Cristiano VIII un appezzamento di quattordici ettari di terreno e una licenza valida cinque anni per costruire il suo parco, che già immagina pieno di giostre per bambini e attrazioni per tutta la famiglia, e poi ristoranti, giardini fioriti e teatri. Ci saranno concerti e pantomime, tantissime luci sparse per tutto il parco, e all'ora di chiusura i fuochi artificiali illumineranno tutta la città.
Il 15 agosto 1843 si inaugura a Vestervold, appena fuori dalle mura della città, il Tivoli and Vauxhall che in breve diventerà per tutti semplicemente Tivoli. La zona è presidiata dall'esercito, e il governatore ha dato il benestare all'uso del suolo soltanto a patto che tutte le strutture realizzate fossero leggere e avessero carattere temporaneo per poterle demolire facilmente in caso di guerra. Quella prima stagione termina l'11 ottobre del 1843, e nei due mesi scarsi di apertura viene visitata da centosettantaquattromilaseicentonove persone.
Come facilmente intuibile, nessuna guerra lo ha minacciato, le strutture leggere e temporanee hanno retto piuttosto bene e dopo più di centosettant'anni il Tivoli gode ancora ottima salute anche se è un po' passatello e non può certo rivaleggiare con le miriadi di parchi di divertimenti ipertecnologici nati dopo di lui.
Però resta sempre l'attrazione più popolare di tutta la Danimarca, e ho letto che ogni anno il 90 per cento dei turisti stranieri che passano per Copenhagen una capatina al Tivoli non se la lascia scappare.
Anche noi lo abbiamo visitato, e più di una volta. La prima fu nel 1970 durante il nostro primo viaggio a Capo Nord. O meglio: durante il nostro primo viaggio. Punto.
Quella prima volta l'abbiamo visto in agosto e adesso invece era novembre, ma a parte gli addobbi natalizi e qualche ripulita qua e là, non mi è sembrato molto cambiato.
Mancava soltanto la banda di ragazzini vestiti da soldatino del Dofo Crem che nel 1970 aveva sfilato al suono della marcia Radetzki, e a cui attribuisco la responsabilità delle lacrime inevitabili che mi fanno sempre un po' vergognare ad ogni concerto di capodanno
5 commenti:
Certo, per quei tempi, Johan Georg ebbe una trovata insolita, ma la tua descrizione dei soldatini di Dofocrem è addirittura superlativa.
Il divertimento non è poi tanto cambiato, anche se ora per andare al Tivoli, è meglio essere in vena di un po'di nostalgia!
certo! se non ci fosse stato quel po' di nostalgia non mi sarebbe mica venuto in mente di andare a prendere tutto quel freddo!
Visitato nel 2005 solo per accontentare la figlia ma non è che mi abbia lasciato un ricordo indelebile, se non per quanto riguarda la cena consumata in uno dei tanti posti all'interno (male, scarsa e cara arrabbiato!)
E si, Gracie, in questi posti bisogna andarci quando si è molto giovani o, come nel mio caso, molto anziani, per commuoversi ricordando quando si era giovani.
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