Lunga solo un centinaio di metri e stretta stretta, la Cour Damoye si trova a due passi da Place de la Bastille tra rue Daval e rue de la Roquette.
Prende il nome dall'antico proprietario, Pierre-André Damoye, che intorno al 1780 acquista i terreni, fino ad allora utilizzati come piazza d'armi, e realizza una serie di edifici a due piani che cede in affitto a quei tanti piccoli artigiani, fabbri, falegnami, ebanisti che erano arrivati dalla provincia e si erano raccolti intorno a rue de Lappe.
Due secoli dopo, intorno agli anni novanta del secolo passato, le attività artigianali sono quasi del tutto sparite, le officine da lungo tempo in disuso sono diventate oramai fatiscenti e da parte di alcuni si prospetta l'ipotesi di demolire tutto quanto per costruire molti più metri cubi di uffici di lusso.
Per fortuna ai parigini non va giù l'idea che l'opera di quattro ruspe possa cancellare d'emblée non solo la stretta strada acciottolata e le botteghe, ma anche un pezzo di storia della città, e il progetto di demolizione viene saggiamente accantonato.
L'architettura esistente vale la pena di essere salvaguardata e dunque se ne deve intraprendere il recupero, e con un lavoro che ha da essere minuzioso e accurato. Le bellissime architravi in legno esistenti vengono restaurate, vetrate e serramenti in ferro sono rifatti tali e quali agli originali, pavimentazione in pietra, rampicanti e glicini vengono rimessi all'onor del mondo e nel 1999 una Cour Damoye nuova fiammante viene finalmente inaugurata.
Gallerie d'arte e studi di architettura sostituiscono le vecchie boite dei fabbri ed ebanisti che non ci sono più,
Però la zona non ha quell'aria artificiosamente fighetta che rende antipatici tanti altri quartieri oggetto di simili recuperi, all'altezza di rue de la Roquette resistono ancora un paio di laboratori mediamente sgarruppati, una falegnameria
e l'insegna del Restaurant Au Bois D'Amour, che non ha l'aria di avere un posto d'onore nella guida Michelin.
All'altra estremità, a partire da rue Daval