Copio l'argomento dal sito del Teatro
Spagna, verso il 1560.
Atto I
Il chiostro del Convento di San Giusto. Giunge Don Carlo, disperato; suo padre, Filippo II, ha sposato per motivi di Stato Elisabetta di Valois, la ragazza, della quale è innamorato e che inizialmente era stata promessa a lui. Lo raggiunge l’amico Rodrigo, il marchese di Posa: Don Carlo gli rivela di amare Elisabetta, la sua matrigna! Rodrigo lo invita a dimenticare il suo dolore partendo per le Fiandre e aiutando il popolo fiammingo oppresso dal potere del re. Nei giardini vicini al chiostro, le dame di corte attendono la regina, Elisabetta è triste, il marchese di Posa le consegna di nascosto un messaggio di Don Carlo. La regina, rimasta sola, riceve l’infante di Spagna che le dichiara appassionatamente tutto il suo amore e la abbraccia disperato. Don Carlo si allontana e il re, scorgendo la regina sola, rimprovera la sua dama di corte e le impone di tornare in Francia. La regina la consola e le dona un anello. Il re impone a Posa di rimanere per un colloquio, Filippo II è colpito dall’onestà e dal coraggio del marchese e lo invita a non fidarsi del grande inquisitore.
Atto II
Nei giardini della regina a Madrid Don Carlo sta aspettando Elisabetta: ha ricevuto un biglietto che gli dava appuntamento per mezzanotte. In realtà il biglietto è stato scritto dalla principessa Eboli, innamorata dell’infante, Eboli è velata e Don Carlo, credendola Elisabetta, le dichiara tutto il suo amore, Eboli capisce il terribile errore ed è pronta a svelare il segreto alla corte, Rodrigo minaccia di ucciderla, la donna si allontana giurando di vendicarsi. In una grande piazza di Valladolid gli eretici condannati dalla Santa Inquisizione stanno per salire sul rogo, una delegazione di deputati fiamminghi si inginocchia davanti al re per chiedere pace, ma lui li scaccia. Don Carlo sguaina la spada davanti al re minacciandolo, solo Posa ha il coraggio di disarmarlo, Filippo II lo nomina duca.
Atto III
Il re ha passato un’altra notte insonne, ha il potere ma non ha l’amore della moglie e del figlio. Il grande inquisitore chiede a Filippo la morte di Posa, il re cerca di opporsi ma il grande inquisitore lo minaccia. Entra Elisabetta sconvolta: le hanno rubato uno scrigno, Filippo II ha il cofanetto e lo apre: dentro c’è un ritratto di Don Carlo. La regina sviene, Eboli e Posa la soccorrono, poi Eboli confessa a Elisabetta di essere stata l’amante del re, la regina le impone di lasciare la corte. Don Carlo è stato imprigionato ma Posa lo rassicura, i documenti compromettenti sulla ribellione fiamminga sono stati trovati in suo possesso, perciò Carlo verrà scagionato. Un membro dell’Inquisizione spara a Rodrigo uccidendolo.
Atto IV
Elisabetta prega davanti alla tomba di Carlo V, giunge Don Carlo per un ultimo addio: partirà per le Fiandre. Arrivano Filippo II, il grande inquisitore e le guardie, ma un frate esce dai cancelli della tomba per proteggere e portare con sé Don Carlo: è Carlo V, tutti si inginocchiano.
La scenografia ha lasciato il pubblico a bocca aperta ed è riuscita, da sola, a strappare l'applauso a scena aperta, gli interpreti sono sembrati straordinari perfino a me che di lirica non capisco assolutamente nulla, e il direttore d'orchestra ha ricevuto ovazioni da stadio.
Giovedi la prima, ma Radio3 trasmetterà l'opera in diretta sabato 13 aprile, e non dite poi che non vi avevo avvertiti.