la mia, di mamma, era speciale. Piccolina, era alta solo un metro e cinquanta, e minuscola, non arrivava a quaranta chili. Per forza: praticamente non mangiava, e il cibo è sempre stato per lei soltanto una noiosa formalità da sbrigare. Quello che è strano è che a casa mia c’è sempre
stato un gran via vai di amici e ospiti, a pranzo e a cena, ma chi cucinasse resta un mistero.
Di sicuro la STAR l'avrebbe dovuta insignire della croce al merito come la maggiore acquirente di buste Cuocomio anche se una volta, va detto, si era perfino lanciata nel fare una torta. Però aveva dimenticato di metterci le uova e non ricordo ci sia stato un secondo tentativo. Sulle uova comunque andava forte, c'è un aneddoto che nella nostra famiglia rimbalza ormai da anni: aveva invitato un suo figlioccio, allora dodicenne, e rendendosi conto che era ormai ora di pranzo e che il ragazzino andava nutrito, gli aveva offerto "vuoi un uovo?", al suo "no, grazie" non le era venuto in mente altro che di proporgli "ne vuoi due?"
Per far conversazione con una vecchia carampana fiera delle sue doti culinarie si era addirittura fatta dare la ricetta del panettone, e in famiglia ancora ne ridiamo.
Era anticonformista, ma non per finta: era come come Jessica Rabbit, l'avevano disegnata così e lei non poteva farci niente. Che cosa potesse dire o pensare la gente le interessava meno di zero. Aveva cominciato a lavorare giovanissima, e studiato alle scuole serali. Le altre mamme
stavano a casa a rassettare e cucinare, portavano regali alla maestra e andavano a
prendere le figlie a scuola. Lei andava in ufficio, mi lasciava tornare a casa da sola e si era offesa moltissimo quando per questo qualcuno le aveva detto che mi faceva andare allo sbaraglio. Non le era mai passato per la testa di portare un regalo alla maestra, ai colloqui ci andava con i guanti e il cappellino con la veletta, e credo che questa sia stata la ragione principale dello scarso feeling tra lei e le altre mamme.
Non è mai stata capace di imparare le lingue e quando c'era proprio bisogno di tirar fuori una sillaba diversa dall'italiano andava in crisi e dimenticava
perfino le cose più elementari, una volta aveva ringraziato un francese sfoderando un incantevole GRAAAS.
Fumava come una ciminiera, almeno tre pacchetti di Senior Service al giorno. Ma le seccava sentirsi rimproverare e per evitare che qualcuno facesse la conta seminava per tutta la casa decine di pacchetti mezzi pieni.
Amatissima da tutti i miei amici, e non poteva essere
altrimenti, era talmente diversa da tutti gli altri genitori. La vita non le ha risparmiato nulla e le ha imposto prove tremende, lutti e rovesci economici che
avrebbero fatto secco un rinoceronte, ma non lei. Ha sempre avuto un coraggio enorme, la capacità di rialzarsi anche dopo la peggiore batosta, e anche una non comune attitudine a ficcarsi nelle situazioni più complicate senza pensarci due volte. Ormai anziana, andava in vacanza in giro per l'Europa negli ostelli della gioventù. Quando si è ammalata stava
pensando di andare in Giappone da sola e quando io, conscia della sua inesauribile capacità di mettersi nei guai, avevo tentato di obiettare che forse sarebbe stato opportuno fare un minimo di programma prima di partire, mi ero sentita dire che non ero abbastanza "femminista"
Alla fine però in Giappone non c'è andata. Al posto del viaggio ci sono stati tre lunghissimi anni di sedia a rotelle, un
declino fisico inarrestabile con il cervello sempre lucido. Si era dovuta rassegnare a non essere più autosufficiente e credo sia stata la prova più dura di tutta la sua vita. Per mantenere almeno una parvenza di vita sociale avevamo preso l'abitudine di uscire il sabato a pranzo noi due
sole, e nel pomeriggio una mostra, un teatro o un concerto, fino a che non ce l’ha
fatta più. Mi mancano tanto quei sabati.
10 commenti:
Questo post è forse tra i più belli che tu abbia mai scritto, mi associo nel ricordo di una donna che sicuramente aveva tanto da insegnare e un augurio a tutte le donne di oggi, sia che abbiamo motivo di festeggiare o meno...anzi a loro di più
Hai scritto delle cose bellissime: tua mamma ne sarebbe stata contenta. Buon otto marzo a tutte le nostre mamme a quelle che sono ancora con noi e a quelle che semplicemente sono passate dall'altra parte. Ma con il cuore sono ancora con noi.
Meravigliosa la tua mamma che gira per gli ostelli della gioventù e ti accusa di non essere abbastanza femminista! Mi hai fatto commuovere con questo post ma anche molto sorridere, buon otto marzo a te e alla tua mamma, che secondo me poi in Giappone ci è andata davvero;-) e naturalmente a tutte le donne coraggiose e creative, ognuna a modo suo:-)
Una donna speciale, e questo omaggio fatto in questa giornata, da te,sua figlia, è un tributo commovente scritto alla tua maniera, mai sdolcinata...ma con grande affetto ed...effetto!!!
Grazie!
Ho letto oggi il tuo post, ma solo ora finalmente sono riuscita a ritornare per scriverti due parole.
Un post bellissimo, scritto con il cuore...grazie per averlo fatto, sono convinta che tua mamma era una persona speciale. Li avrebbe fatto tanto piacere leggere le tue righe.
Buon 8 marzo!
mamma, una parola che racchiude una vita, la nostra, di figlie di cotante madri che hanno saputo vivere veramente, tant'è che le ricordiamo ogni giorno della nostra vita. Mi auguro che le nostre mamme si parlino lassù e ridano di noi che siamo quaggiù a volte spaesate...ciau!
un grazie di cuore a voi tutte
Una mamma bellissima e in gambissima. Ti somiglia.
Un abbraccio
Eugenia
Bellissimo post, davvero! Mia mamma è proprio uguale alla tua in cucina (e sennò da chi avrei preso?), ma solo in quello però...
Sei stata davvero fortunata.
Che belli questi ricordi Dede, e che bello capire un po' meglio perché sei una persona speciale... un bacio
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