Intorno al 1790 Parigi è cresciuta a dismisura, sia come superficie che come numero di abitanti ed orientarsi nel dedalo di strade diventa sempre più difficile.
Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos presenta sul Journal de Paris il suo sistema di numerazione delle strade, perché
Mi sembra, non senza utilità, di fornire a tutti gli abitanti di questa città immensa un modo di percorrerla e di orientarsi, in modo che tutti possano essere sicuri di arrivare dove decidono.
Effettivamente non si può negare che fosse una gran buona idea, che d'altra parte aveva già avuto, una decina di anni prima, un tedesco di nome Martin Kreefelt, che aveva intrapreso interamente a sue spese una numerazione sistematica delle strade:
Feci mettere il primo numero in rue de Gramont, alla porticina della polizia.
Ma ai parigini la cosa non era mica andata a genio:
l'inquietudine che trasmetteva questa operazione, che veniva vista come il preambolo per qualche nuova imposizione fiscale ci ostacolò talmente tanto che fummo obbligati a farla eseguire di notte
scriverà in seguitio il prefetto di polizia al ministro dell'Interno.
E non c'era solo la diffidenza del popolino, anche gli aristocratici si erano dichiarati decisamente ostili, tanto che Louis Sébastien Mercier si domanda
Come sottomettere il palazzo del Consigliere, dell'esattore, del vescovo a un vile numero? Somigliano tutti a Cesare, nessuno vuole essere secondo a Roma, poi una nobile porta si troverebbe iscritta dopo un negozio qualsiasi.
Questo darebbe un'immagine di uguaglianza che dobbiamo far attenzione a non stabilire.
Poche parole, che però, insieme alla storia di Antonietta e le brioches, la dicono lunga su quello che giusto in quegli anni succede a Parigi.
Per tornare alla numerazione delle strade: il metodo di herr Kreefelt prevede di numerare tutto il lato sinistro di una strada, passare sul lato destro e procedere in senso inverso, in modo da avere il primo e l'ultimo numero uno di fronte all'altro, con la conseguenza che raccapezzarsi tra gli isolati con i numeri di mezzo risulta incredibilmente complicato. Si passa allora alla numerazione in ordine progressivo di tutti gli edifici di un quartiere, strada dopo strada, ma tutti capiscono in fretta che anche questa non è una grande pensata.
Finalmente nel 1805 si arriva alla soluzione che ci appare la più ovvia, con i numeri pari su un lato e i numeri dispari sull'altro. Le targhe con la scritta in bianco su fondo azzurro arrivano nel 1847.
Tutte queste interessanti informazioni, e molte altre ancora, si trovano QUI
6 commenti:
Passare qui da te e trovare un altro post curioso e intelligente su Parigi è un bel modo di dare il via al mio sabato pomeriggio.
Saluti, cara Dede
(la tag: "di palo in frasca" mi ha fatto morire dal ridere)
ma è il De Laclos delle " Liasons dangereuses"? E passava da un romanzo erotico epistolare( e che romanzo!!) alla numerazione delle strade? Stupefacenti questi francesi! e stupefacente la mia amica Dede che trova di queste meraviglie!
esagggggerate!
cara amica sei sempre una sorpresa piacevole, ti penso sempre!
Ho visto che l'introduzione al libro ( deve essere mio SUBITO !) è di Mario Maffi; di suo ho un testo analogo su NY ( di un certo interesse ).
Grazie per la segnalazione:)
giacy.nta sono io che ringrazio te per l'indicazione sul libro di New York. Non ne sapevo nulla ma ora non avrò pace finché non me lo sarò procurato
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